Questo sarà un Lunedì nero, colmo di disagi per i cittadini negli ospedali e negli ambulatori: gli operatori, a causa dei pesanti tagli effettuati, incroceranno le braccia per quattro ore all’inizio di ogni turno. Questo sciopero è stato indetto dai sindacati che rappresentano 115 mila medici e veterinari e i 20 mila dirigenti sanitari del Servizio sanitario. Gli interventi programmati avranno buone possibilità di saltare, oltre alle visite e agli esami diagnostici, ovviamente saranno garantite le prestazioni essenziali e quelle di emergenza e urgenza. Lo stop, che coinvolge anche i veterinari, causerà non pochi problemi anche nel settore alimentare: ferme quasi totalmente le macellazioni dei capi di bestiame, migliaia di bovini, suini e ovini, idem per i mercati ittici ed ortofrutticoli. Massimo Cozza, segretario nazionale di categoria Cgil, dichiara: ”Siamo al limite della sopravvivenza del sistema e le condizioni di lavoro, la penuria di risorse, la dilagante precarietà che colpisce 10 mila giovani medici che rischiano di invecchiare senza certezze lavorative, il blocco dei contratti imposto da oltre 4 anni e la strisciante privatizzazione della sanità impongono una reazione. Il sistema sanitario nazionale è sotto attacco, vittima di interessi economici e dell’ottusa logica dell’austerità senza diritti. Bisogna utilizzare questo sciopero per spiegare che la nostra sanità non è né costosa né pletorica, che il contratto nazionale non è un privilegio ma uno strumento per riformare e innovare la sanità”.