Sanità pubblica peggiorata e impoverita: i cittadini denunciano lunghe liste d'attesa e costi crescenti
La sanità vista dai cittadini è una sanità che non funziona. Anzi, sta peggiorando, sotto i colpi di tagli imposti dal contenimento della spesa pubblica ma anche dalle inefficienze. Il 14esimo Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, presentato questa mattina a Roma, fornisce numeri e percentuali di una curva costantemente in ascesa, quella relativa ai disagi vissuti dai pazienti del Sistema Sanitario Nazionale rispetto ai tempi e alle liste d'attesa per visite e prestazioni.
Le segnalazioni raccolte sono state 23.524, fra il 1° gennaio e il 31 diocembre del 2010, e riguardano dieci aree di riferimento: malpractice e sicurezza delle strutture; liste d'attesa; informazione e documentazione; assistenza territoriale; invalidità ed handicap; accesso ai servizi; assistenza ospedaliera; umanizzazione delle cure; assistenza farmaceutica; patologie rare.
Dimuniscono le prestazioni, aumentano i costi
L'incremento più decisivo nelle segnalazioni si è registrato alla voce "accesso ai servizi", passato al 9,5% dal 5,5% del 2010, a causa di un generale ridimensionamento di servizi e prestazioni, all'aumento dei loro costi e al prolungarsi dell'attesa. Oltre che alla totale assenza del servizio, deteminata dalla chiusura di un reparto o di un'intera struttura. E se nel 2009 il 62,5% delle persone segnalava costi eccessivi per prestazioni diagnostiche e specialistiche, nel 2010 questa percentuale è aumentata di ben 11 punti.
Dalle malpractise ai prolungati tempi di attesa
Anche il perdurare di problemi storici come i presunti errori sanitari (è la prima voce con il 18,5% delle lamentele dei cittadini, +0,5% sul 2009) e i lunghi tempi di attesa (16%, nel 2010, 15% nel 2009) sono fra i punti più critici evidenziati dal rapporto. Ad aumentare sono le segnalazioni di malpractise (dal 18% del 2009 al 18,5% del 2010), come le disattenzioni del personale sanitario in testa, fra le quali ci sono il lasciare i farmaci sul comodino del paziente senaza verificare che vengano assunti e la mancata applicazione delle sbarre di protezione ai letti di malati non autosufficienti.
Errori medici soprattutto in oncologia e ortopedia
Per gli errori medici, quelli terapeutici sono segnalati in una percentuale maggiore di quelli diagnostici (55,3% contro 44,7%): ortopedia, chirurgia e oncologia sono le aree più a rischio in errori di terapia, mentre per la diagnosi i maggiori rischi si concentrano, ancora una volta, in oncologia, ortopedia e ginecologia/ostetricia.
Anche comunicare con il medico e il personale sanitario non è facile: si avverte una mancanza di tempo dedicato al paziente, in ambienti sempre più caotici. E avere le cartelle cliniche in versione informatizzata è ancora una chimera per molti. Sul capitolo liste di attesa, se nel 2009 le segnalazioni per questo problema erano state il 15% del totale, nel 2010 sono state il 16%. In generale, l'attesa è lunga soprattutto per gli esami diagnostici (52,6%, +2,1% rispetto al 2009), per le visite specialistiche 828,2%) e per gli interventi chirurgici (19,2%).
E nell'area oncologica, dove una diagnosi tempestiva è necessaria, gli esami sono paradossalmente quelli per i quali si attende di più. Fra i problemi più frequentemente segnalati, infine, c'è la mancanza di informazioni, o comunque la difficoltà a reperirle, mentre migliora l'assistenza territoriale, con segnalazioni calate all'11,5% nel 2010 rispetto al 12,7% del 2009. (Ch. B.)
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