Nuova rubrica, assolutamente sporadica, totalmente insensata, fondamentalmente fuori luogo. Si parla di cucina! Ebbene sì, anche noi smaltare mangiamo – ogni tanto – e quando pappiamo cose buone perché non condividerle con il mondo intiero?
(Sì, sono la solita megalomane. Abbiate pazienza.)

Inauguriamo questo spazio con una ric…
Eh? Come dite? Chi è Sanji?
Giusto! Che sbadata!
Andiamo con ordine e facciamo le presentazioni.
Lui è Sanji Gambanera.

Sanji Gambanera non esiste nel boschetto della mia fantasia (cioè, sì, ma questo è un altro discorso). È un personaggio uscito dalla matita di Eichiro Oda e fa parte del manga ONE PIECE di cui sono assidua lettrice. Sanji è il cuoco della ciurma, donnaiolo, gentiluomo e bizzarro. Tira calci che manco i muli e cucina, m manco a dirlo, da dio. A chi altri avrei potuto dedicare questa rubrica saltuaria, randomica e a buffo? No, il fatto che mi stia facendo delle chiuse galattiche guardando gli episodi di ONE PIECE in giapponese non c’entra affatto. Sia mai! Certo che andate subito a pensare male, eh!
Dicevamo… dicevamo… ah sì! Il nuovo angolo! La ricetta! Il daikon!
Cominciamo ab ovo. La scorsa settimana me ne sono andata a zonzo con una mia carissima amica per negozi etnici, e dopo aver fatto rifornimento di cibarie orientali, potevamo farci scappare un salto al mercato rionale? Sia mai, anche perché ci trovavamo nella zona etnica di Roma, e solo al mercato è possibile acquistare alcune specialità. Come l’italianissmo sedano rapa, che a trovarlo in un qualsiasi supermercato/frutteria è come aver trovato l’arca dell’alleanza, ed il daikon.
Cos’è un daikon? Certo che siete proprio… ok, ok. Il daikon è una grossa rapa. Avete presente i cartoni animati giapponesi in cui una vecchina affetta a velocità supersonica una rapa troppo cresciuta? Ebbene, quello è il daikon, che si trova a metà strada tra la rapa e il ravanello, anche se devo dire che ha un sapore meno acidulo e più delicato. Visto e acquistato. Il problema è che non avevo la più pallida idea di come diamine si cucinasse un daikon. Ok, si pela e si fa a fette, ma poi?!

Così, ho chiesto aiuto alla rete, la quale mi ha fornito questa ricetta, che condivido con voi. Date un’occhiata al blog di questa ragazza perché non solo scrive in maniera esaustiva e piacevole, ma è ricco di spunti interessanti.
Procediamo, dunque.
Ingredienti:
*Daikon;
*Salsa di soia
*Tre tazze d’acqua fredda
*Sale marino integrale
*zenzero fresco.

Pelate il daikon con un pelapatate ad archetto.

Sciacquatelo sotto l’acqua corrente, asciugatelo e grattugiatelo. Potete anche farlo a pezzi, ma usando la grattugia, meglio se quella a maglie larghe, ridurrete i tempi di cottura.

Ponete in un pentolino con le tre tazze d’acqua. Fredda, mi raccomando. Salate. Una presa basterà.

Portate ad ebollizione e cuocete per circa dieci minuti. Aggiungete un cucchiaino di salsa di soia, una grattugiata di zenzero fresco et voilà!
Per rendere tutto più piacevole alla vista e al palato, ho usato il minipimer ad immersione, che ha reso il brodino più cremoso.

E come direbbe Sanji… bon appétit!
Consigli:
*andateci piano col sale. Ricordate che non state salando l’acqua dove lesserete gli spaghetti, e ricordate che la salsa di soia è molto salata. Tenetene conto!
*se non avete lo zenzero fresco, mettete pure quello in polvere, ma aggiungetene una puntina!
*potete anche procedere per gradi e fare un brodino con metà daikon e metà carota.
Posso dire che mi è piaciuto. Ovviamente, si devono amare i sapori esotici e la cucina orientale. Se la vostra dolce metà concepisce solo penne all’arrabbiata o fiorentina ai ferri, lasciate stare e provate questa ricetta da soli. Io ho preferito il brodino, visto anche che siamo a Dicembre e che fa un freddo boia e che sono raffreddata da fare pietà, ma sono strasicura che esistano anche altre ricette con questo simpaticone del daikon. Vi terrò aggiornate!
E adesso… itadakimasu!
Acque pacate e dolci risate finché non ci rincontreremo





