La città si interroga sul perché della strage di venerdì sera. Il tutto mentre scema l’ipotesi della rapina. Sono stati, infatti, trovati nella cassa della farmacia di famiglia i soldi che, secondo uno zio, Claudio Piccolo avrebbe dovuto avere con sè e che sembravano scomparsi.
Attesa per le autopsie che verranno eseguite martedì prossimo e che metteranno punti fermi sull’ora della morte delle prime due vittime (Maria Chimienti e Letizia Piccolo) e sulle cause del decesso del farmacista Michele Piccolo il cui corpo è stato trovato in piscina.
Secondo la ricostruzione più accreditata, dopo essere rientrato a casa nel pomeriggio, l’omicida avrebbe ucciso nelle loro camere da letto la moglie Maria e la figlia Letizia. Se fosse confermata la versione di un testimone che ha visto marito e moglie rientrare in auto in paese verso le 17.30, il primo atto della strage sarebbe avvenuto subito dopo.
Piccolo avrebbe atteso per qualche ora, fino alle 21, il rientro a casa dopo il lavoro del figlio Claudio, di 24 anni. Lo ha accolto a luce spenta. I primi parenti a scoprire il fatto hanno trovato il quadro elettrico staccato. Lo ha colpito alla testa ferendolo a morte. Il ragazzo è morto diverse ore dopo nel Policlinico di Bari.
Piccolo è quindi uscito di casa, forse per disfarsi della pistola. Ha incontrato una amico cui ha consegnato alcuni farmaci che si era impegnato a portagli quando si erano visti la mattina per un caffè. Quando è rientrato ha deciso di farla finita lasciandosi andare in piscina, forse dopo aver assunto sedativi.
Sull’uomo è stata fatto l’esame dello stub che fugherà ogni dubbio sul fatto che sia stato davvero lui a sparare. Della pistola, una calibro 3.80 per la quale Piccolo aveva il porto d’armi, non c’è traccia in casa e in giardino e gli investigatori continuano a cercarla.