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Sanremo 2012 - Prima serata

Creato il 14 febbraio 2012 da Flavio
Sanremo 2012 - Prima serata
Il giapporisto ci ha buttati fuori alla svelta, quindi eccomi qui a casa giusto giusto in tempo per veder iniziare il secondo Festival della Canzone Italiana presentato dall'eterno giovane Gianni Morandi. L'edizione è la numero 62 e non parte sotto i migliori auspici. Una valletta seccata per i troppi capricci, una dal torcicollo ed una serie di canzoni che, sulla carta, non sembrano tanto più promettenti dell'anno scorso.
L'attesa però è tutta per il profeta moderno della società italiana: Adriano Celentano.
Una breve panto anteprima, come l'anno scorso, per far crescere l'attesa e la confidenza con l'umanità dietro il presentatore ed eccoci pronti.
Luca e Paolo aprono la manifestazione canora con il loro successo dell'anno scorso: Ti Sputtanerò. Ma è solo un rvm, eccoli con una nuova canzone per il Cavaliere, la Dandini, la Guzzanti, Minzolini. "Dimmi dove andrà mia comicità" sulle note dei Pooh. Un accorato e simpatico appello al risorge della satira, sulla politica e sulle caste. Venti minuti di buona satira sulla situazione italiana che strappa sorrisi e divertimento, chiusi con una parodia dei silenzi del superospite che li seguirà: Celentano.
Prima di lui il padrone di casa, Gianni Morandi, entra dal fondo del teatro salutando il pubblico e gli amici, indossando la stessa giacca dell'anno scorso.
Musica di allunaggio, coreografie spaziali, con astronauti ed alieni che si muovono su un palco nebbioso. L'astronauta si rivela essere Daniel Ezralow applausi ed alla via così.
Scopriamo che stasera seccheremo due delle 14 canzoni in gara, che ascolteremo tutte.
La prima canzone ce la presenta una elegantissima, gonna di pailettes dorate e t-shirt a barca, Dolcenera, Ci Vediamo a Casa. Non penso sarà la peggio del Festival, ma spero ce ne siano di meglio. Mi preparo una bella tisana mentre lei si esibisce.
Risorge, dal loculo di piadina in cui l'avevano sepolto in romagna, Samuele Bersani, in frack, Un pallone. Il pallone come metafora dell'uomo, dei pericoli della vita e del coraggio che ci vuole per affrontarli. Musichetta ritmica, ma non mi convince.
Il sistema informatico per la raccolta di voti si impalla subito tanto da dare l'opportunità a Morandi di presentare l'altra anomalia del Festival: Rocco Papaleo, vestito come Mario Amelio Monti. Bisogna dire che i due fanno una buona coppia comica. Dopo dieci minuti il problema con le votazioni non si è ancora risolto, li salva la pubblicità.
Terza cantante, Noemi, senza reggiseno, Sono solo parole. La prima canzone che si possa definire tale dall'inizio, sulla routine quotidiana di una coppia che vorrebbe qualcosa di più.
Quarto, Francesco Renga, La tua bellezza, con Beppe Vessicchio. Ok mi sono già cadute le balle, vado un attimo da quella del piano sotto a vedere se le ha trovate lei.
Quinta, Chiara Civello, con agilità sopraffina tipo gatto di marmo di carrara, Al posto del mondo. Una canzone da balera, stile Castellina Pasi, portata sul palco con poco trasporto vocale, uscita direttamente da Festa in Piazza.
Sesta artista, Irene Fornaciari, vestita in mimetica, Grande Mistero. Ben si mischiano le figure retoriche tipiche del cantautore del lago, Davide Van Des Fros, ma non mi convince del tutto, magari ad un secondo ascolto.
DOpo la pubblicità, prima della settima canzone, ecco il momento più atteso di tutto il Festival: il monologo di Adriano Celentano. Scene di guerra, morti sul palco, fumo, esplosioni, bombardieri per tre minuti di violenza. Da un mucchio di cadaveri emerge Lui, su una vecchia scrivania da campo si versa un bicchiere d'acqua e parte.
Non sto a farvi un riassunto in quanto è una performance da guardare e godere, sia se si è a favore delle posizioni, a volte ipercritiche, che contro che tiene l'artista Celentano in scena. L'uomo è sicuramente un genio della comunicazione che coinvolgendo amici (Morandi, Pupo, Papaleo) e soubrette (Canalis) imbastisce una parentesi artistica di impatto e di alto livello. Alterna monologhi, pause e canzoni in modo sapiente, anche se a volte un po' criptiche, per far riflettere lo spettatore su problemi resali della nostra società e sulla fede. Un pezzo di teatro di 50 minuti che vi consiglio, comunque, di andare a cercare e vedere in rete.
Settimo cantante in gara è Afonia! Torna dopo il secondo posto dell'anno scorso, in solitaria, a calcare la scena Emma, Non è l'inferno. Una canzone sulla nostra società e sulla situazione che sta affrontando, peccato che, grazie alle caratteristiche vocali della ragazza, non si senta alcunché.
Siamo alle 23,24 e siamo neanche a metà della gara.
L'ottavo sono una band rock italiana, Marlene Kuntz, Canzone per un figlio. Forse si sono messi di buzzo buono per far addormentare gli spettatori prima della fine. Io fatico a restare sveglio e se andiamo avanti così alla fine non ci arrivo. Il mio gatto sta cercando di sgozzare il topo di pezza dell'Ikea per soffocarsi con la stoppa che contiene.
Alle 23.33 ritornano sul palco le vallette dell'anno scorso Belen ed Elisabetta che fanno il verso alle Belle e la Bestia (Morandi), in playback.
Nono cantante, Eugenio Finardi, E tu lo chiami Dio. Voce impostata, convinzione e professionalià. Una delle poche canzoni che vale la pena sentire.
Dieci, Gigi D'Alessio e Loredana Bertè, Respirare. Ma come stiamo cadendo in basso? Perchè!?! Mi vien voglia di andare a letto. Forse la più radiofonica della serata.
Undici, Nina Zilli, Per sempre. Si conferma un Festival classico, con musiche e canzoni che sarebbero state bene in edizioni precedenti e che invecchiano un po' le novità e la dinamicità introdotte l'anno scorso.
Papaleo ci intrattiene con un pezzo comico. Io quest'anno non garantisco che seguirò tutte le serate, magari la finale si ma non tutte. Giuro che a questa arrivo in fondo, ma domani...
Dodici, Pierdavide Carone con l'orchestra diretta da Lucio Dalla, Nanì. Da quello che cantava Dammela... la mano, chissà cosa ci possiamo aspettare. Intanto, ma che dente c'ha Carone? Com'è che ad ogni Sanremo c'è una canzone sulla prostituzione? Comunque ben cantata, scorrevole e con un buon testo. Ma non mi colpisce.
Tredici, Arisa, e speriamo in una botta di vita ed originalità perché a quest'ora ci vuole, La notte. Brava è brava, un'altra canzone seria seria, ma ben cantata. Di veri big, ad adesso, ce ne sono solo tre: lei, Finardi e Noemi.
Dopo lo spottone della proloco di Sanremo ecco la canzone numero quattordici, Matia Bazar, Sei tu. Lei è sempre bellissima nel suo caschetto scalato, tornata a metà del 2010, Silvia Mezznaotte, parte sottovoce, ma poi si impone. Orecchiabile ed intensa.
Ci siamo sono finite le canzoni ed i cantanti. Adesso ditemi chi seccate che io vado a letto.
Colpo di scena. A causa del guasto tecnico la gara di oggi è stata annullata. Quindi i quattordici cantanti si riesibiranno anche nella serata di domani, dove ne usciranno direttamente quattro. Se da un lato si possono capire le rimostranze della giuria è bello dare una seconda opportunità a tutti.
Clip per i giovani che si esibiranno sempre domani per tirare gli ultimi dieci minuti.
Ok, ce l'ho fatta, domani al lavoro sarà dura. Capitemi se mi leggete.
Buona notte a tutti ci sentiamo domani.

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