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20.45. La diretta inizia con immagine d'epoca in bianco e nero. Entra, scendendo dalla scala, Luciana Littizzetto con indosso una replica, su misura per lei, del vestito di Nilla Pizzi del 1951 e con un'acconciatura che la valorizza. Fazio è semplice in grigio e camicia bianca, senza cravatta, e l'inizio è brioso come sempre. 20.56. Malika Ayane. Cosa hai messo nel caffè del 1969. Non bastavano i gesti che la ragazzona d'acciaio ha sperperato in questi prime tre giorni, stasera ha anche due paia di mani extra di due bellocci che si è portata sul palco. La canzone è simpatica, anche se avrebbe potuto essere arrangiata in un modo po' più invitanti, vista la tara della voce tonda e roca della, quasi agile, cantante. Simpatica. 21.02. Daniele Silvestri. Piazza Grande. 1972. Vestito da mafioso con la coppola si siede sugli scalini del palco e la butta un po' via. Confrontarsi con un classico, cantato in originale da un mostro sacro della musica italiana, è sempre difficile. Silvestri ne esce un po' con le ossa rotte. Dalla è un'altra cosa, ma lui si è messo in gioco. Da questa sera scopriamo la giuria di qualità, che lavorerà stasera e domani per aiutare a decidere i vincitori delle due categorie. Si inizia questa sera con i giovani. Il presidente è Nicola Piovani. Con lui Daniela Abbagnato, Stefano Bartezzaghi, Cecila Sciai, Serana Dandini (coi capelli lunghi), Claudio Cocconuto, (l'esempio dell'eleganza), Marco Tulli, Paolo Giordano, Neri Marcorè (sostituisce Carlo Verdone, a casa con un ascesso) ed infine Nicoletta Mantovani Pavarotti.
21.20. La Littizzetto cambia abito e presenta la canzone vincitrice del Sanremo del 1981. Per Elisa. Annalisa con Afònia. Annalisa è vestita! Credo che questa sia la notizia della serata. Due voce diverse. Nel senso che una ce l'altra no, indovinate un po' chi è delle due ad ridurre la qualità della prestazione? Non mi convincono. Si sente che non è loro e non è nelle loro corde. Decisamente troppo urlata e veloce.
21.28. Marta sui tubi con Antonella Ruggero. Nessuno. Festival del 1959, ottava classificata, cantata da Wilma De Angelis. Opportunamente rallentata per far permettere al cantante sui tubi di scandire le parole della canzone, per poi partire rapida ed allegra. La voce della Ruggiero è piacevole in tutte e due le versioni mentre, come previsto, Tubo si mangia le parole nella seconda parte. Fino ad adesso i migliori.
21.34. Ritornano "I Figli di " Paola Dominghin, Gianmarco Tognazzi, Denny Quinn, Rosita Celentano della deludente 39a edizione del Festival. Degli spezzoni impietosi permettono di fare quattro risate su un passato indimenticabile. Gli viene anche offerta un'ultima possibilità per redimersi dagli orrori del passato: la presentazione del prossimo cantante. Raphael Gualazzi. Luce (tramonti a nord est). 2001. Con il suo fidato piano il roco ex giovane dagli occhi perennemente chiusi ne da' una sua versione jazz.
Son sempre convinto che sia oggettivamente bravo, ma soggettivamente lo considero inascoltabile.
21.52. Modà. Io che non vivo. 1965. Una versione estremamente classica che valorizza un po' il gruppo. Buoni, ma non i più bravi.
21.57. Simone Cristicchi. Canzone per te. 1968. No, cioè, ma è stonato. Cioè, ci fa o ci è? E' questo il mistero, oltre a come faccia essere lì sul palco di una manifestazione del genere. Si impegna, per carità. E' bravo a fare altro, per carità. Al massimo invitatelo come ospite, non come concorrente. Onestamente si salva un po' sul finale.
22.03. Nuovo riproduzione 012 di un abito storico di Luciana Litizzetto. Entra con un caschetto dorato stile Caterina Caselli in un vestito carta da zucchero. Siparietto simpatico e spontaneo per pubblicità ed in attesa del prossimo concorrente. Simona "Bella" Molinari e Peter "Edward" Cincotti con il Maestro Franco Cerri (jazzista). Tua. Quarta nel 1959. Bella Cullen, quasi desnuda, e suo marito interpretano un canzone in pieno stile anni '60 del secolo scorso, della quale poco si capiscono le parole ed a volte fuori tempo l'uno sull'altro. Metto la sveglia per quando finisce, intanto recupero un po' di sonno arretrato di questi giorni. Una tristezza totale. Si gioca la palma di peggiore fino ad ora.
22.17. Maria Nazionale. Perdere l'amore. 1988. Tra napoletani ci si intende e speriamo che la pettoruta cantante neomelodica non sbrachi. Io me la ricordavo un po' più veloce, ma forse mi sbaglio. Buona voce, ma, forse grazie ai vampiri di prima, la noia si affastella intorno alle mie caviglie. Mi sembra di aver anche visto il mio gatto Yoda tentare di impiccarsi con uno dei nastri con i quali, di solito, gioca.
22.24. Marco Mengoni. Ciao Amore ciao. 1967. Quest'anno il ragazzo è sempre elegante. La musica un po' alta, ma la canzone di Tenco non è certo maltrattata, anzi. Finalmente una canzone storica trattata con rispetto, un ottimo arrangiamento per una bella voce. Un cantante che potrebbe essere grande se venisse valorizzato meglio.
22.30. Un caro e divertente ricordo di Mike Buongiorno, re di undici edizioni del Festival. Fazio va in piazza a partecipare all'inaugurazione della statua dedicata al Mike nazionale.
Luciana è ora padrona del Festival e si rotola sul palco come un labrador nel fango.
All'aperto, Corso Matteotti nel centro di Sanremo, la famiglia Buongiorno al completo è pronta ad inaugurare la statua di Mike.
22.43. Rocco Siffredi si presenta all'improvviso sul palco per introdurre Elio e Le Storie Tese che con lui canteranno Un bacio piccolissimo. 1964. Con la fronte sempre più alta, come un complessino degli anni '60 del secolo scorso, con gli strumenti piccolissimi e piccolissimi loro stessi, come il bacio decantato si dilettano in una strana versione della canzone. Bravi e simpatici. Anche Rocco si ammorbidisce un po' e dimostra una grande simpatia.
22.51. Dopo aver smontato gli Elii, non senza difficoltà si passa al 1969. Max Gazzè. Ma che freddo fa. Max si presenta con un frac in muratura con incollate delle piume di pavone all'altezza delle natiche. Si cimenta nella canzone di Nada e ne esce abbastanza bene anche se, forse, con meno abbrivio dell'originale.
22.55. Luciana Littizzetto è già su di giri ed emozionata. Ritira il premio città di Sanremo Pippo Baudo. Incanutito e non inutilmente tinto è sempre un grande. Un bel momento, comico, leggero, ma intenso allo stesso momento. Baudo è un professionista di altri tempi. Si vede. Si merita i riconoscimenti che gli porgono.
23.16. Chiara. Almeno tu nell'universo. 1989. Presumo un'esecuzione impeccabile. Una canzone storica, che ogni anno ritorna sul palco di Sanremo o di qualche importante manifestazione televisiva. Chiara è brava, anche se un po' algida e distante.
23.22. Almamegretta, senza il loro cantante. Il ragazzo della via Gluck. 1966. James Senese al sax, Clementino rapper ed altra gente sostituiscono il leader del gruppo che non canta per lo shabbat. Devo dire che ci guadagnano. Potrebbero mantenere Marcello Coleman anche per il proseguio del Festival e prenderebbero più voti. Una buona versione, che avrebbe fatto meno del rapper, in stile Bob Marley. "Lasciate crescere l'erba". Sì, ma quale? Secondo me intendeva la gatta.
23.32. Apaneci cavaquinio. Stefano Bollani. Altro ospite pianista del Festival targato Fazio. Uno dotato veramente. Per dimostrarlo, prima di lasciare il palco, esegue un medley di canzoni a richiesta. Ad una velocità incredibile! Tutte e cinque. Io ho riconosciuto solo Papaveri e Papere, Imagine e Nel blu dipinto di blu. Una terra promessa e vita spericolata per nulla.
23.46. Inizia la gara dei giovani. Antonio Maggio. Mi servirebbe sapere. Diretto da Massimo Morini e dalla sua moneta da 0€. Espressivo, simpatico, un po' alla Silvestri/Gazzè dei primi tempi. Del quartetto quello che preferisco.
23.58. Ilaria Porceddu. In equilibrio. Vestito della stessa fantasia di quello di ieri sera, ma con colori meno brillanti. Anche lei è brava. A mio gusto buona seconda, per via della parte di testo non in italiano nella canzone.
00.04. Blastema. Dietro l'intima ragione. Sembrano i Blackstone di Nana, ma senza la loro grinta. Mi mettono tristezza.
00.11. Renzo Rubino. Il postino (amami uomo). Il Gualazzi dei giovani, con una canzone sull'omosessualità. Sicuro qualcosa la porta a casa, visto che i giudici ed il pubblico di Sanremo è sempre sensibile a questi argomenti. La dimostrazione è ciò che si è visto con Povia e la Tantangelo negli anni passati.
00.19. Caetano Veloso. Voce Linda e Piove. 75 anni ben portati. Regge tutto sulle sue spalle e sulla sua chitarra senza sforzo apparente. E per di più si scusa con l'orchestra per non averla fatta suonare. Veloso consegna il premio per il miglior testo di ogni canzone a Il Cile per Le parole non servono più, attribuito dalla giuria di qualità.
alle 00.29, quindi in evidente ritardo ritorna Stefano Bollani per accompagnare al piano Caetano Veloso in Come prima.
00.39. Revival anni '80 del secolo scorso: Rockfeller e Josè Luis Moreno. Cinque minuti per ricordare un personaggio simpatico del passato.
00.45. Iniziamo a scoprire chi vince tra i giovani. Premio della critica Mia Martini sezione giovani a Renzo Rubino con Il postino (amami uomo). La canzone vincitrice della sezione giovani è Mi servirebbe sapere di Antonio Maggio. Strano, ma ci ho azzeccato! Il ragazzo è in lacrime. Si può tranquillamente dire: Primo Maggio!!!
Domani sera la finale. Non la seguirò, ma saprò come andrò a finire e lunedì ci faremo un discorsetto. Conto su Youtube per aggiornarmi e, sopratutto, per vedere la prestazione di Annalisa, Mengoni e gli Elii.
Buon notte, buon week end e buona giornata a tutti.
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