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Sanremo 2014: festival incolore e moscio “ … e tutto il resto e’noia”

Creato il 20 febbraio 2014 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

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Che Sanremo 2014 sia ormai classificato come un “semi-flop” non lo sparano solo con la grancassa trasmissioni televisive di tutte le reti, in cui sia previsto anche uno straccio di “opinionista” qualsiasi, purchè lanciato a ruota libera, “bloggers” dal morso di cobra, tutti i quotidiani e le radio, c’è anche di più della “chiacchiera”, il suffragio di dati freddi, asciutti, ma purtroppo inconfutabili, di per sé già molto eloquenti, a decretare il calo netto di ascolti e quindi di interesse da parte dei telespettatori registrabile quest’anno, rispetto all’edizione precedente, quantificabile in due milioni netti di unità, comunque sia, la prima serata è stata seguita da 10 milioni e 938mila persone, non proprio un disastro, ma a sconcertare è il tonfo della seconda, appena 7 milioni e 700 mila, all’incirca quanto fa Conti con una finale di “Tale e quale show” o la De Filippi con una puntata di “Italia’s got talent”, non certo con uno spettacolo in Eurovisione, per finanziare il quale si attinge a un canone (sempre più salato) imposto agli utenti della tv nazionale. Non è un mistero che la gente non abbia accolto favorevolmente questo “festival”; delusione, malcontento e proteste traspaiono senza filtri nelle brevi interviste improvvisate “on the road” raccolte dagli inviati dei vari “network” davanti a edifici pubblici, scuole, bar, sui mezzi di trasporto, nei centri commerciali, le rimostranze vertono un po’ su tutto, costi eccessivi dell’infernale “macchina-Sanremo” e dei suoi protagonisti, nonostante le iniziali rassicurazioni di Fazio sulla politica di “austerità” perseguita, in considerazione del periodo di crisi che opprime il Paese, da Viale Mazzini, troppa politica insinuata qua e là subdolamente e con ogni pretesto, il siparietto di Grillo fuori dall’Ariston, le lungaggini della trasmissione, molto “fiacca” e dall’andamento lento, scenografie scarne e prive di inventiva, ospiti che, d’accordo, hanno fatto la storia di 64 anni di tv, questa la ricorrenza da celebrare, ma perché chiamare a esibirsi solo i “cimeli storici” (con tutto il rispetto, la critica non è rivolta a loro), cioè gli artisti degli albori di “Mamma Rai” (età 70-94) e non fare, invece, un “excursus” comprensivo di più generazioni, includendo i germogli più freschi e di belle speranze? Ma ci sono, almeno, le canzoni? Non decollano nemmeno quelle; il “cast” in gara prevede tanti illustri sconosciuti, ma ne ha già ampiamente discusso in tutti i “talk” da cui è passata, la Zanicchi, c’è qualche “figlio di”, che Cesare Lanza, come ha affermato, raggelando i presenti, a “La vita in diretta”, “strozzerebbe nella culla”, nella fattispecie, se ne contano due, uno nel girone “big” (Cristiano De Andrè, figlio di Faber) e uno nelle “nuove proposte” (Filippo Graziani, figlio di Ivan), c’è poi chi vuole rilanciarsi, come Antonella Ruggiero, Arisa e Giusy Ferreri, ma i loro pezzi, stavolta, non “arrivano” più di tanto, strappando a fatica, in sala, qualche applauso senza troppa convinzione, mentre fra i “rari nantes in gurgite vasto” (versione addomesticata “de noantri” di Virgilio: i pochi rimasti a galla nel naufragio generale) ci possono stare giusto Francesco Renga, in fondo il brano “Vivendo adesso” (scritto da Elisa) non è poi così male, portato in alto dalla sua voce “sexy” e “maschia” che miete conquiste, c’è poi Noemi, la “rossa fiamma” di temperamento, dalla vocalità aspra e graffiante, inconfondibile, che interpreta con slancio e carica a mille il suo (è fra gli autori) “Bagnati dal sole” e infine Ron con “Sing in the rain”, un professionista “di mestiere” come lui fa centro ogni volta, menzione speciale a Frankie Hi Nrg, “Pedala” è uno dei pochi motivi orecchiabili e vivaci sentiti. E i due conduttori?Battute in riciclo per la Littizzetto, scontata quella sulle rime e associazioni di idee che le suggeriscono cognomi come “Gualazzi” e “Baglioni”, altrettanto quello di Arisa “La miglior P*ppa (ndr si chiama Rosalba Pippa) di sempre!”, meglio quando se la prende con la solita “vittima”, Fazio “In coma erotico per la Casta”, decisamente “pesce fuor d’acqua”, proprio il suo “partner”, quando da presentatore si deve trasformare in attore brillante, recitando, in abiti da esistenzialista francese, in un breve “sketch” in cui, seduto a un tavolino, deve corteggiare la diva d’Oltralpe, che gli sta di fronte, intonandole brani strazianti come “Ne me quitte pas” e “Les feuilles mortes”, in un vasetto davanti a lui, una finta rosa rossa, alle sue prime emissioni vocali, si “ammoscia” di colpo, ci sono fondate ragioni per credere che rimarrà il simbolo e la metafora perfetta di questo “festival”. Cosa inventarsi, il prossimo anno, per farlo risollevare dallo sconsolante “declino” a cui sembra condannato?Arduo trovare chi abbia la “bacchetta magica” per compiere il prodigio, ma un “salvatore” di Sanremo, a ben vedere, ci può essere, Rocco Siffredi (ndr già su quel palcoscenico nel 2013), lui, vi garantiamo, ha molto, ma molto di più …

[Articolo a cura di Fede]


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