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Sanremo 2014: prime classifiche e primi miei voti

Creato il 21 febbraio 2014 da Giannig77

Premesso che ieri non ho visto il Festival, se non a tardissima serata, quando era in corso l’esibizione di uno dei miei idoli, l’irlandese Damien Rice (apro piccola parentesi di cronaca: ovviamente Rice ha attinto dal primo album i due splendidi brani presentati, ma si è avvertita, e lo dico da un po’, l’assenza della sua collaboratrice Lisa Hannigan, la cui carriera solistica non mi sta convincendo: secondo me, separandosi artisticamente, c’hanno rimesso tutti e due!). A parità di stima e ammirazione, mi è parsa più convincente l’esibizione nella serata precedente di Rufus Wainwright.

Parlo prima dei giovani, visto che in diretta ho fatto tempo ad assistere alle loro esibizioni – d’altronde anche fossi rincasato più tardi ancora della mezzanotte li avrei beccati, visto l’assurdo palinsesto – e sono pienamente soddisfatto che sia passato con pieno merito in finale l’amico Davide Combusti, alias The Niro.

Qualità eccelsa per il “Jeff Buckley italiano”, che ha portato un pezzo “classico” secondo i suoi stilemi almeno, anche se ammetto che devo ancora abituarmi a sentirlo cantare nella nostra lingua madre. Passa pure un innocuo Rocco Hunt, ma al giovanissimo rapper campano bisogna almeno riconoscergli una verve e una personalità che hanno colpito nel segno diversi ascoltatori, per lo più giovanissimi. Poi se ne facciamo una questione di gusti, allora, a fianco dei miei favoriti Zibba e The Niro, avrei fatto passare, oltre all’interessante Diodato, anche Filippo Graziani, ma tant’è: la legge del televoto è implacabile e d’altronde basta dare un’occhiata alle classifiche di vendite per rendersi conto che il neo hip hop italiano sta imperando (proprio mentre scrivo, in testa alla classifica FIMI hanno esordito i due discutibili rapper Two Fingerz, non certo il top per la categoria!).

Ah, dimenticavo: in gara pure l’ex partecipante di “The Voice”, Veronica De Simone, che non ha lasciato traccia, con i suoi tratti impersonali e l’inconsistente Vadim, dipinto come uno dei tanti nuovi “Vasco Rossi”. In verità, è parso privo di talento e originalità, conoscevo almeno una cinquantina di nomi tra quelli arrivati in semifinale che avrebbero potuto decisamente fare più bella figura di lui.

Sono felice quindi per le affermazioni di Zibba e Davide che, per molti, nemmeno dovrebbero stare fra le Nuove Proposte, visto il curriculum, la carriera e i riconoscimenti, magari non proprio alla stregua di artisti come Perturbazione e Sinigallia, anch’essi poco conosciuti dalle masse, ma sicuramente più “famosi” e popolari di un Rubino, per dire, per quanto quest’ultimo alla fine sia uno dei più convincenti in gara qeust’anno.

Tuttavia con le votazioni non si può mai dare nulla per scontato e per esempio, solo 12 mesi fa, di questi tempi, lasciarono prematuramente la gara dei giovani i favoriti alla vigilia Andrea Nardinocchi e Il Cile. Poco male, l’anno scorso si erano dovuti scontrare con validi outsider come appunto Sergio Rubino e il futuro vincitore, il bravo Antonio Maggio. Quest’anno però, fermo restando l’appeal di Rocco Hunt, mi auguro davvero che per la vittoria finale sia corsa a due tra il cantautore savonese e quello romano.

Venendo ai campioni, non ho visto le esibizioni di ieri sera, ma ormai i brani sono in air play radiofonico, ci sono già i primi video sul tubo e, soprattutto ci sono i primi parziali verdetti. Carne al fuoco a sufficienza quindi per stilare i miei primi voti alle canzoni in gara.

Vado in ordine sparso:

Raphael Gualazzi/The Bloody Beetroots: ok, è un problema tutto mio. Sarà che adoro Gualazzi e che per me quello vero non è rappresentato da sto pezzo un po’ ibrido, ma a me non sono piaciuti. Ammetto che ci sia della qualità, che il brano sia ballabile e possa ben prestarsi a lasciarsi ricordare e a farsi remixare per le discoteche care a Rifo. Ma non merita, a mio avviso, come leggo da più parti, il podio o addirittura la vittoria finale. VOTO 6

Frankie Hi-Nrg: confermo quanto detto a un primo ascolto, il pezzo non mi piace, lo trovo pochissimo ispirato, specie considerando il suo autore, e a livello musicale non mi suscita certo grandi entusiasmi. Non dico che si sia cercato l’ultimo posto, ma fosse per me lo classificherei… terz’ultimo! VOTO 5

Giuliano Palma: faccio “outing”, non sono mai stato un suo fan, se non ai tempi in cui duettava magnificamente con Alioscia negli avanguardisti Casino Royale. La svolta pop, reggae, rockabilly ecc ecc non mi ha mai convinto, o meglio, mi è venuta ben presto a noia. E poco importa che se l’avesse cantata Nina Zilli sarebbe stata una buona canzone… sul palco c’è andato lui! VOTO 4,5

Riccardo Sinigallia: sorrido quando sento dire da gente insospettata (presunta esperta di musica) che il pezzo è bello ma è “troppo” Tiromancino! Cacchio: se non ci fosse stato lui a fare da “eminenza grigia” al gruppo di Zampaglione, questi non sarebbero mai diventati quelli che sono. La canzone di Riccardo, dipendesse da me, arriverebbe dritta nel podio. Ben scritta, arrangiata, dal testo incisivo e dalle melodie avvolgenti. Peccato che lui scelga sempre un po’ il basso profilo, nonostante dietro le quinte sia invece uno che difficilmente si fa mettere i piedi in testa. VOTO 8

Antonella Ruggiero: che volete che vi dica? Non si scopre certo ora, brava è brava, a dir poco, ma questo ennesimo “ripescaggio” sanremese, dopo anni di dignitoso oblio, non mi ha convinto, aggiungendo ben poco al suo ricco e prestigioso repertorio. VOTO 5,5

Noemi: un’altra delle favoritissime della vigilia, non mi ha certo entusiasmato, avrei preferito passasse il primo pezzo, ma ormai è assurdo parlarne. Lei tiene benissimo il palco, da artista consumata, ha una splendida voce “bluesy”, è gggiovane, frizzante e non se la tira per niente. Ma decisamente meglio furono altri suoi pezzi. VOTO 6

Giusy Ferreri: vale lo stesso discorso fatto per Noemi. Avrebbe tutto quest’anno per affermarsi nel contesto festivaliero, ma è il pezzo in sé ad essere debole. Sarebbe stato meglio quello eliminato…Ops, l’avevo già detto? VOTO 6

Francesco Sarcina: non ci siamo, caro Francesco. Sei bravo, dotato, con Le Vibrazioni però hai sbagliato direzione. Non hai saputo scegliere da che parte stare? Con gli alternativi, con i veri rocker o con i “commerciali”? Insomma, a metà del guado tra Negramaro e Modà, ma senza i picchi né degli uni, né degli altri nelle rispettive categorie, si sta perdendo in un limbo. E la partecipazione solistica non ha facilitato il processo di crescita. Pezzo sin troppo enfatico. VOTO 5

Ron: un artista che ho sempre stimato ma che si è presentato al Festival con una canzone dalla dubbia efficacia. Non so quanto questo moderno folk sia effettivamente nelle sue corde, lui sì reduce da un ottimo album di cover dal sapore vagamente roots country, ma tuttavia poco a fuoco in questo pezzo scontato e leggero come la piuma. VOTO 5,5

Cristiano De Andrè: qui lo dico seriamente. Fermo restando che avrei preferito il pezzo scartato, davvero splendido, ammetto che pure con questo in gara, il figlio del grande Faber avrebbe tutte le carte in regola per ambire alla vittoria. Per me è lui il vincitore morale. Intensità, lirismo, passione… VOTO 8

Perturbazione: che soddisfazione vederli issati momentaneamente lassù, quarti!!! E poco importa che “L’Unica” non tenga il passo di alcune loro celebri canzoni del passato. Tanto basta per farli emergere nel contesto di questa gara. VOTO 7,5

Francesco Renga: alla fine è probabile che vincerà, come da pronostico, l’ex cantante dei Timoria, ormai nell’Olimpo della musica leggera italiana. E tutto sommato non ci sarebbe davvero nulla di che scandalizzarsi. Il pezzo, scritto da Elisa, c’è, l’interpretazione solida e convincente, la personalità, il bel canto,  la presenza scenica. Insomma, un big, dai, non c’è nemmeno da star lì a discutere. VOTO 7

Arisa: dicono che anche lei sia fortemente in lizza per la vittoria finale e qui, francamente, avrei tanto da obbiettare. Sinceramente questa sua “Controvento” non è troppo a fuoco, non ha le stimmate della vincitrice, è una canzone discreta, ben confezionata ma poco più. Nel repertorio della brava artista lucana c’è moooolto di meglio. VOTO 6

Renzo Rubino: il neopromosso  – lui stesso si è paragonato al… Sassuolo, esordiente in Serie A, rischia seriamente di fare il botto, oscurando a mio avviso gente più quotata come ad esempio Gualazzi. Bel piglio, ottimo sound, nel suo caso sì che il cambiamento gli ha giovato, almeno in questo brano di forte matrice pop jazz, ottimamente ritmato. Bravo! VOTO 7.5

 


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