Quest’anno sapevo già che avrei fatto fatica a tenere un report dettagliato sul Festival di Sanremo, complici diversi impegni, lavorativi e non, che mi rendevano difficile la cosa.
Chiaro, poi, in qualche modo la kermesse la si riesce a rintracciare, e poi esistono sempre gli speciali, i commenti sui social, ecc.
Fatto sta che, almeno per quanto riguarda la puntata inaugurale, sono riuscito a vederla praticamente per intero, nonostante la mia attesa fosse in realtà protesa specialmente al DopoFestival, che rientrava in pista quest’anno dopo ben 8 stagioni di digiuno. Con la Gialappa’s poi per me è il top! Insieme a Savino mi hanno strappato al solito più di un sorriso.
A dir la verità non sono nemmeno nel pieno della forma fisica, con i postumi di un’influenza mai del tutto sfociata in tutta la sua forza, gli stessi che con molta probabilità mi impediranno di partecipare a un’attesissima serata all’insegna della musica britpop, indie, new wave in quel di Milano, quella sì una musica che amo visceralmente.
Però Sanremo è… Sanremo! L’ho sempre guardato con attenzione, rappresentava un evento a casa mia quando ero piccolo e lo seguivo con mia nonna e mia mamma.
E’ un fenomeno di grande portata per quanto riguarda il nostro costume e la nostra tradizione, con canzoni che nel bene o nel male si fanno poi ricordare. E’ una vetrina immensa, (quasi) tutti i musicisti in fondo ci ambiscono, e io in tempi non sospetti, mi ritrovavo a scriverne e a commentarlo. L’ho fatto dettagliatamente anche in questi anni su questo mio blog, raccogliendo invero tantissime visualizzazioni.
Poi, da quando sono sposato, è ancora più piacevole e divertente guardarlo con la mia splendida Mary!.
Chiaro, ieri si sono esibiti solo i primi Campioni, fare pronostici che non siano quelli legati alle pure sensazioni risulta complicato. E allora, rimandandovi all’appuntamento finale, quando avremo già un vincitore, ecco comunque le mie prime impressioni, un po’ flash!
- Si conferma ottimo conduttore Carlo Conti, alla difficile seconda prova su questo palco, e dopo gli straordinari numeri della passata stagione. Piglio sicuro, personalità, ritmo, simpatico al punto giusto, e bravo soprattutto nel tenere le redini del gioco con grande equilibrio, dando il giusto spazio agli ospiti e ai cantanti in gara.
- Bellissima la valletta Madalina Ghenea, già vista nel film di Sorrentino e piuttosto disinvolta con la nostra lingua, più a suo agio rispetto al lampadato (e fascinoso, che sennò mia moglie mi bastona) Gabriel Garko, che sempre abbisognava del “gobbo”. Imperiosa Virginia Raffaele che ha tenuto in scena per tutta la serata l’imitazione della Ferilli, che ha risposto divertita all’omaggio.
- Mitico Rocco Tanica che, sulla falsa riga dello scorso anno, con ironia e sarcasmo, ci proietta ai primi risultati e al successivo Dopo Festival.
- Grande spazio a Laura Pausini in qualità di super ospite, anche se è parsa molto in imbarazzo (oltre che imbarazzante) con quella sua bocca imbalsamata e la lingua, come ha poi detto, “da cammello”.
- Elton John mi è piaciuto molto, e abile è stato ancora una volta Carlo Conti a scongiurare la polemica facile quanto scontata, nel modo migliore: parlando di musica con l’ospite e facendolo esibire.
- Dopo Festival pimpante, leggero e brioso, seppur all’insegna del “volemose bene”… dov’erano finiti quei giornalisti che fino a 5 minuti prima avevano twittato selvaggiamente, smerdando questo o quello?
E ora i big, quasi tutti emozionati e con la voce francamente non al top. Lasciamo perdere la classifica parziale, sulla quale avrei da ridire in almeno due nomi, ma vabbè..
Non essendoci un vincitore annunciato, come poteva essere il gruppo de “Il Volo” dodici mesi fa, ascoltando i primi dieci pezzi in gara, viene facile darsi una risposta in merito.
Non c’è stata un vero brano a spiccare, nonostante fossero tutti di discreta fattura.
Personalmente mi sono piaciuti gli Stadio, anche se confido in un Curreri più su di voce (lui però al DopoFestival dichiarerà di aver avuto un problema con i volumi), Noemi con grande testo di Marco Masini e tutto sommato Arisa, nonostante “a pelle” non mi stia molto a genio (e ne avrò conferma poi al DopoFestival, quando si dimostrerà stizzita, scazzata e permalosissima, a differenza di una Debora Iurato, che quasi mi ha fatto tenerezza nel sentirla “giustificarsi” per la scelta – indotta- dell’orrendo vestito! PS dei look me ne frego, ma se proprio devo dare un premio “al peggiore”, beh, è stato quello di Arisa!)
Tornando alla Iurato, data per outsider col sodale Giovanni Caccamo, nel duetto ha certamente svettato per intensità interpretativa, però il brano, scritto per loro da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, non mi sembra molto adatto ai due.
Senza infamia e senza lode Irene Fornaciari, nonostante il tema scottante della canzone (sul fenomeno dell’immigrazione), un ancora acerbo Lorenzo Fragola e degli emozionati Dear Jack, in cerca di rivalsa. A occhio e croce, a intuito, diciamo così, penso che preferirò la loro ballata un po’ banale al brano dell’ex leader Bernabei in gara stasera che suppongo sarà annacquato da ritmiche danzerecce.
Ascoltando il brano inciso in studio, guadagna posizioni la canzone dei Bluvertigo, dall’ottimo arrangiamento… peccato Morgan fosse proprio già di corda a livello vocale. Il brano però è raffinato e ben scritto. Come quello del buon vecchio Rouge, dal gran piglio. Una canzone, quella di Ruggeri, “rock”, almeno per gli standard sanremesi, e con un testo interessante (non che ci sia da stupirsi per questo: stiamo parlando di un cantautore che ha sempre mantenuto accesa la scintilla della passione e della creatività). Tuttavia, qui faccio “outing”, lo preferisco nel versante “chansonnier”…
Chiusura per lo strombazzatissimo Rocco Hunt, sul palco con un pezzo di denuncia, o comunque di stampo attuale/sociale, in salsa rap funky… Sono stato moderato… per me, al di là della simpatia e della sua genuina sfrontatezza, qualità che gli permisero di vincere a mani basse l’edizione delle “Nuove Proposte 2014”, ciò che mi trasmette non fa impazzire! E’ proprio l’arrangiamento che mi ha un po’ urtato, troppo da casinista giunto sul palco a sparigliare le carte. Per carità, si fa ascoltare (e le radio già lo stanno programmando alla grande!) ma non fa per me. Meglio gli Stadio, decisamente, col loro pop rock di classe inarrivabile.
Infine… ritorno all’inizio… Mi è piaciuta molto l’idea di scorrere in rassegna i filmati di tutte le canzoni vincitrici del Festival dagli albori ai giorni nostri: ammetto di essermi emozionato, perchè molti brani, specie quelli vissuti “in diretta” portano sempre con sè tanti ricordi legati al momento!