Sanremo e Olimpiadi. Uno dice: “che c’azzecca?”. C’azzecca, c’azzecca...

Creato il 15 febbraio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Marco Tarquinio - Gianni Alemanno

Che cosa abbia da commentare ironicamente Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, non si sa. Comunque, come accettiamo le banalità di Adriano Celentano,  predicatore un po’ trapassato che mette tutto in un calderone e ottiene un pappone immangiabile, alla stessa stregua prendiamo atto che anche il direttore del giornale della Cei possa dire tutto quello che vuole, al contrario del suo predecessore Dino Boffo, defenestrato dai censori berlusconiani difensori delle libertà (loro). Celentano da parecchi anni si è assunto l’onere di essere il portabandiera degli ultimi. Dall’ambiente alla guerra ai diritti civili, il Molleggiato è diventato come uno di quei predicatori americani che fanno un sacco di soldi parlando del Paradiso, l’unica differenza è che l’Adriano i soldi del suo cachet li da a Emergency. Non è poco. Per cui risulta stucchevole il fatto che Tarquinio dica che con i soldi dati a Celentano si potevano tenere aperte le piccole sedi Rai del Sud del Mondo, perché in fin dei conti GinoStrada, con quei soldi, metterà in piedi un progetto in Africa proprio come dovrebbe fare la chiesa cattolica con la parte dell’8 per mille destinata alla cooperazione internazionale ma si sa, parlare di soldi con la Chiesa Spa è peggio che parlare di tramonti con un cieco o d’amore con un sordomuto. E ne sanno qualcosa i comuni e l’Agenzia delle Entrate che non riescono a farsi dare un euro dagli esercizi commerciali aperti nelle proprietà immobiliari della chiesa, e il ministero delle finanze che si ritrova a finanziare i restauri delle cattedrali e degli oratori, i viaggi del Papa e le grandi convention cattoliche extra 8 per mille, naturalmente. Le tre “B” del recente passato, Berlusconi, Bagnasco e Bertone, sono diventate due e c’è la possibilità che ne rimanga solo una perché il Cardinale Carrozziere di Stato (Bertone) non è che se la passi tanto bene. Quando scomparirà anche la terza (Bagnasco) forse i cattolici più interessati al vangelo che non alle prebende torneranno ad avere qualche speranza e si renderanno conto che non è proprio un Pierfy Casini qualsiasi il loro punto di riferimento politico. Così, mentre Marco Tarquinio rilascia dichiarazioni sul sito on-line del suo giornale ottenendo il risultato di non azzeccarne una, il povero Gianni Alemanno è costretto in un colpo solo mandare giù due bocconi che più amari non si può. Il primo è che la Cassazione gli ha dato torto quando ha vietato le manifestazioni in piazza: “Vietare manifestazioni e cortei – ha sancito la Corte – non spetta al sindaco e soprattutto quando non si ravvisano pericoli tali da impedire l’esercizio di manifestare sancito dalla Costituzione”. Il secondo, amarissimo, è che il governo Monti ha bocciato le Olimpiadi del 2020. Tutto il Pdl è insorto e a ragione. Con tutte le cricche nate nel partito in vent’anni di potere pressoché assoluto, vedersi sfuggire 10 miliardi di euro non deve essere facile né digeribile. Perché Alemanno continua a occupare la poltrona di primo cittadino della Capitale non si sa, però una cosa è certa, se il Pd non avesse presentato l’impresentabile Rutelli alle comunali, oggi parleremmo di tutt’altra cosa. Ma al Pd non piace vincere facile, anzi, non piace proprio vincere.

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