Santa Barbara degli Spinelli

Creato il 06 dicembre 2011 da Albertocapece

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Ogni tanto, sempre più spesso, qualcuno con le parole, con gli scritti, con i gesti, ci infligge una lectio magistralis che ha l’effetto di un oltraggio. Che assume la potenza arrogante o ipocrita della slealtà di una “morale” di parte, che non sta quasi mai dalla parte giusta o almeno di quelli, molti, senza accesso alla parola e che non vengono ascoltati. Magari convocati per prendere atto, ma non consultati.
Oggi è la volta della neo-mistica Barbara Spinelli affetta da quello che è stato definito in psicoanalisi il “disordine teorico del cuore”, quando i sentimenti cavalcano – apparentemente sfrenati e liberi – in totale discordanza con le idee. Una turbolenza che per effetto dell’entropia la conduce dissipatamente a bearsi delle magnifiche sorti e progressive del binomio emozioni e misure previdenziali e quindi dell’azione demiurgica del sacrificio.

La ministra, proprio come, cito, i “profeti” si è inceppata dopo l’incipit “sacri….” (sacrificio, non sacrilegio) per il sacro terrore di evocare l’atto più sanguinoso, la forza atavica e crudele, il colpo mortale ma necessario per placare la divinità. Cito ancora:” riformare le pensioni e colpire privilegi travestiti da diritti è giusto, ma fa soffrire pur sempre. È una pietra incandescente”…
E per ribadire la superiorità morale e anche emozionale dei bancari – in fondo anche i bancari hanno un’anima diceva profeticamente Gino Bramieri – ecco la folgorazione: “Se il cuore di una persona trema, se quello del buon Samaritano addirittura si spacca alla vista del dolore altrui, vuol dire che alla radice delle emozioni forti, vere, c’è un sapere tecnico del mondo. Per questo il pianto del ministro Fornero, domenica quando Monti ha presentato alla stampa la manovra, ha qualcosa che scuote nel profondo”.

In effetti nell’anima dei nati nel ’52 c’è stato proprio un terremoto sentimentale. E anche in quella degli aspiranti proprietari di prima abitazione che oltre al mutuo pagheranno l’Imu e perfino, in odor di equità, in quello degli scudati penalizzati da quell’1,5% non molto impegnativo ma che dimostrerebbe che limiti all’evasione, volendo e se regge il cuore, si potrebbero imporre.
“Tendiamo a dimenticare che in tutti i monoteismi, il cuore non è la sede di passioni o sentimenti sconnessi dalla ragione. Nelle tre Scritture, compresa la musulmana, il cuore è l’organo dove alloggiano la mente, la conoscenza, il distinguo”. Questa donna, la Spinelli dico, perduta nel suo caos emotiva deve proprio aver sfrattato dal suo cuore almeno tre degli inquilini. Una fatica forse non improba, ma certo esagerata. Bastava che, anche grazie al cognome che porta mi chiedo quanto meritatamente, si limitasse a enunciare la sua considerazione finale: “Il fatto è che si parla di decreto salva-Italia, ma si manca di chiarire come il decreto sia anche salva-Europa. Non è un’omissione irrilevante, perché il doppio compito spiega certe durezze del piano”. Possiamo essere o non essere d’accordo sull’efficacia dei programmi avviati, ma è più onorevole attribuire loro il significato di un atto politico e non di un’azione morale.

Si si lo so “il sacrificio” e l’austerità sono più educati e accettabili e “civili” del bunga bunga, anche se duole pensare che questo sia un paese ineluttabilmente condannato agli eccessi e agli estremi.
È che questi potentati travestiti da governi post democratici e i loro profeti non si accontentano del potere e non amano la politica che viene vista come un percorso a ostacoli per il libero esercizio del mercato, vogliono anche dare ai loro comportamenti e alle loro scelte una cifra etica e un messaggio educativo per le coscienze. Paradossalmente l’Europa unita c’è nella misura in cui le differenze tra cittadini – portoghesi, greci, spagnoli, tedeschi, italiani – sono colmate tremendamente dall’incombere della catastrofe, dallo spettro della recessione, dal presente di privazioni e perdite. Sono finite le speciose difformità: porci e perle, dissipati e virtuosi, forti e deboli, solidi e fragili, tutti sotto la cortina dei debiti e sopra il mercato sempre più indistinguibile di prodotti immateriali: valute, certificati di credito, bond, derivati, hedge, futures la cui consistenza, lo ricorda oggi Guido Viale, è stimata da 10 a 20 volte il Pil mondiale; che può spostare (esentasse) in poche ore tanto denaro quanto tutte le banche centrali del mondo non ne riescono a creare in un anno.
E in questo fumus si agitano poteri sempre più espropriati, partiti sempre più rinunciatari della rappresentanza e difesa dei cittadini, sindacati sempre più burocratizzati e incapaci di tutelare insieme ai lavoratori quelli che aspirerebbero a diventarlo, imprenditori sempre più preoccupati di fare affari piuttosto che crescita, governi sempre più intenti alla sopravvivenza di stati di privilegio e di interessi particolari piuttosto che del privilegio di lavorare all’interesse generale, di un’economia che lucra sul gioco d’azzardo di un futuro illusorio e che ha spezzato il nostro.

A differenza di suor Spinelli personalmente preferisco al sacrificio la responsabilità. La stessa che di fronte a qualcosa che si considera ingiusta o insopportabile o discriminante per molti dovrebbe suscitare diniego rifiuto e dimissione e non palpitanti lacrime. E all’emozione preferisco l’intelligenza illuminata quella che fa riprendere la sovranità del proprio destino e collabora alla salvaguardia di quello di altri.


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