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Santa, ma non subito

Creato il 02 luglio 2013 da Albertocapece

gli_sgommati_santanche_spazzaturaAnna Lombroso per il Simplicissimus

Strana nazione gli Usa, che mobilitano uomini in vena di doppia vita, mezzi tecnologici e soldi molti soldi per spiare l’Italia. Chissà cosa volevano sapere di più osceno, impudico e vergognoso che non fosse già esplicita, visibile, sfacciata esibizione   di inettitudine, sfrontato esercizio di ambizioni miserabili , spericolata smania di conservazione di privilegi ed esuberanti disprezzo e disattesa dei bisogni e degli interessi generali.

C’era da chiederselo quando venne a galla il tessuto di spionaggio da buco della serratura denunciato da Wikileaks, pizzini di addetti commerciali, estratti pruriginosi del resoconto di intercettazioni largamente pubbliche ma niente invece sui retroscena dei grandi misteri d’Italia, probabilmente per non andare a frugare tra i molti scheletri negli armadi di Washington o per non ripercorre tanti fili arrivando a burattinai più o meno noti.

Soldi buttati insomma, se la dietrologia e l’intelligence sono allenamenti ridicolmente superflui, quando il ceto dirigente di un Paese si manifesta in una oscena ostensione di quelli che apparentemente sembrano vizi pubblici mentre sono un sistema e una cultura di governo.  Non occorre sapere di più di quello che è rivelato dallo scandalo quotidiano di una cerchia separata, indifferente e solipsistica, che vive una esistenza parallela remota e lontana dalla nazione della quale dovrebbe essere l’espressione elitaria e la selezionata scrematura.

Oggi è slittata, dicono i giornali, l’elezione a vice presidente della Camera di Daniela Santanchè Guarnero, fascista, razzista, xenofoba, impreparata, sboccata, arrogante quanto incompetente, che non viene eletta per ora non a causa di ciò, bensì, è chiaro, per non aver saputo coltivare proficue relazioni amicali all’interno del suo stesso partito. Eh si, perché invece con ferma determinazione l’alleato di governo aveva esperito un accorgimento per votarla senza votarla, sostenerla sobriamente e trasversalmente con una esibizione di quella lealtà che desidererebbe si dispiegasse su altri fronti la sempre più esigua compagine dei suoi elettori e antipatizzanti che l’hanno votato forse per l’ultima volta.

Stamattina con sussiegosa pedanteria e geometrica potenza didattica, Marina Sereni ha voluto spiegare la   scelta di votare scheda bianca, nel rispetto delle ragioni dell’altro socio di maggioranza, che ha diritto di esprimere il suo candidato e di appoggiarne il successo, chiunque egli sia. Insomma sono affari del Pdl e ragionevolmente e correttamente il Pd si presta a favorire una positiva soluzione, che se poi nelle file del Pdl qualcuno si oppone, fa ostruzionismo, rema contro, sono affari di loro stretta competenza.

Ma si,  sono affari loro.  Il Parlamento è loro, la Costituzione è loro, il Paese è loro. La democrazia no, solo perché a forza di ridurla non c’è più, se ha vinto una così estrema personalizzazione e privatizzazione della politica, del processo decisionale, dei luoghi della rappresentanza che intrallazzi, accordi opachi, amalgama velenosi, combinazioni infami vengono  ormai consumati alla luce del sole con esibita sfrontatezza, con sfoggio di una sprezzante indifferenza per l’opinione popolare e per la sua espressione.

Ma si, è roba loro, la politica, come tutto ormai, una Costituzione che si tira da una parte e dall’altra come una coperta troppo corta, assemblee elettive trattate come consigli di amministrazione dove comanda lo stesso padrone, giornali e media ricattati o ammansiti, informazione addomesticata, sindacati addestrati alla docilità o temperati dalla retorica della necessità, diritti manipolati in modo che diventino elargizioni benevole.

Non sarà il momento dell’esproprio proletario?

 


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