Santa Maria di Pompignano
1 febbraio 2013 di Redazione
di Santo Venerdì Patella

Santa Maria di Pompignano
La chiesa di santa Maria di Pompignano si affaccia sulla statale Maglie-Santa Cesarea Terme, il suo aspetto è inconfondibile col pronao ad arco d’entrata ogivale (probabilmente quattrocentesco), che più modestamente ricorda quello monumentale di Santa Maria dell’Alizza ad Alezio.
Chiesa principale del feudo omonimo, verosimilmente fungente da Matrice nel periodo in cui vi insisteva anche il casale di Pompignano, e prospettante uno slargo di proprietà pubblica adibito un tempo a piazza del casale prima citato; l’impianto originario potrebbe risalire circa al sec. X, tenuto conto delle analogie costruttive e planimetriche della chiesa di Santa Marina (già San Nicola, sec. IX-X circa) di Muro Leccese composta da un’unica aula absidata.

E’ presente nell’elenco delle chiese di Muro Leccese delle Sante Visite pastorali dell’Arcidiocesi di Otranto del 1522 e 1538-40: “…in distantia ultra medium miliarum est ecclesia S. Mariae de Pumpignano…”, da ciò desumiamo che siffatto monumento era sito nel tenimento dello stesso comune e che il feudo appartenesse ai sui stessi feudatari.

Da documenti conservati nell’Archivio di Stato di Napoli si evince che nel tenimento di Sanarica insistevano anche feudi inabitati denominati: Quattro Macine, Pulisano, Miggiano e Pompignano (anno 1562), quest’ultima data è significativa in quanto parrebbe il periodo in cui il feudo di Pompignano passa da Muro a Sanarica; vengono riportati anche i beni del feudo di Pompignano, denominati: la Croce, le Formicuse, le Chiaviche, li Cormuni, le Macinise, li Vignali, le Pire, le Fontane, un terreno denominato di Mezzo e li Monti.
Lungo il corso dei secoli la chiesa di Santa Maria di Pompigano subirà svariate trasformazioni sino alle modifiche sette-ottocentesche che la trasformeranno integralmente tramite l’eliminazione dell’abside, di cui rimangono alcuni resti, e la sostituzione del tetto a spiovente (della navata e probabilmente anche del pronao) con delle volte a stella, causa dei crolli susseguenti.
All’esterno nella zona absidale è inglobata nella muratura una stele romana.

Odiernamente questo bene culturale è allo stato di rudere: crollo delle volte e delle murature perimetrali.
All’interno, tra alti cumuli di macerie, sono fortunosamente ancora presenti resti di affreschi del periodo bizantino ed aggiunte di strati successivi, e dell’altare.
L’importanza del monumento è indubbia e non bisognevole, al momento, di ulteriori ragguagli storico-artistici, ma necessiterebbe senza indugio di provvidi ed improrogabili interventi di consolidamento per scongiurarne ulteriori crolli, per poi progettare, saggiamente, il recupero funzionale dello stesso e del suo contesto ambientale.
Muro Leccese, 29 gennaio 2013