Maggio 2013 – Santa popolare o setta satanica? Madonna della mafia o protettrice dei più deboli? Due, forse 5 o 10 milioni sono i devoti della Santa Muerte, una delle figure di culto che più preoccupano la Chiesa in America. Dal Messico agli USA e all’Argentina, una “santa” controversa si sta espandendo tra la gente dopo secoli di clandestinità.
Da santa border line a icona globale grazie al web, la Muerte messicana assume oggi forme nuove e si integra con le subculture giovanili e l’immaginario del narcotraffico.
Quando la morte si fa presente nella società —sconvolta da anni di guerra al narcotraffico— anche il suo culto ritorna.
Importata dall’Europa durante la conquista spagnola, contaminata dalle tradizioni afro-cubane, della santería e dalla postmodernità dei quartierislum di Città del Messico, la morte santificata diventa folclore, cultura e religione. È temuta e amata, venduta e osteggiata, ma resta sempre una realtà ineludibile per tutti. Ed in Messico è già santa.
Il libro Santa Muerte, patrona dell’umanità —che comprende un’introduzione dello scrittore Valerio Evangelisti e un allegato fotografico a colori— è in vendita alla Libreria Morgana di Città del Messico, ibs.it, Amazon e le principali librerie online italiane. L’autore, Fabrizio Lorusso, classe 1977, milanese è residente in Messico da 12 anni. Giornalista e saggista, Lorusso è corrispondente e blogger de L’Unità per l’America Latina, collaboratore e redattore di altre pubblicazioni online e cartacee ed insegnante di lingua e cultura italiana.
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La morte in Messico. Di María T. Vassileva. |
(fabrizio lorusso / puntodincontro.mx / adattamento di massimo barzizza)
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