Uno dei simboli di Firenze è senz’altro il suo Duomo, Santa Maria del Fiore, noto in tutto il mondo per la Cupola del Brunelleschi e per il Campanile di Giotto. Davanti al Duomo sorge il Battistero, dedicato a S. Giovanni, patrono della città. Firenze festeggia così il suo patrono il 24 giugno, ma è altresì legata ad un’altra santa, molto meno nota, ma la cui devozione a Firenze è forte da sempre, o almeno dall’8 ottobre del 405 d.C. In quella data, infatti, giorno di Santa Reparata, i Fiorentini affrontarono e sconfissero i barbari guidati da Radagaiso cacciandoli fuori dalle antiche mura. A Santa Reparata fu allora dedicata la prima chiesa di Florentia, che fu costruita presso le mura settentrionali della città, in un’area che fino a poco tempo prima era occupata da insulae e domus, ovvero dai quartieri residenziali della città romana la quale, come tutto il mondo romano del III e poi del IV secolo d.C. stava risentendo di una grossa crisi economica e sociale, cui si aggiungevano le incursioni di popolazioni dall’esterno. Santa Reparata fu la prima chiesa di Firenze, e fu la più importante per molto tempo, essendo eletta a sede vescovile.
E ora? Dov’è finita ora? È molto semplice: è “sotto” Santa Maria del Fiore, ed è aperta al pubblico con un biglietto integrato del Grande Museo del Duomo (lo stesso che permette di salire sulla Cupola del Brunelleschi). A meno che non la visitiate proprio nel giorno di Santa Reparata, l’8 ottobre, e non siate residenti a Firenze. In quel caso, allora, l’ingresso è gratuito. Ed è proprio in occasione di Santa Reparata che l’ho visitata.
L’abside della chiesa di Santa Reparata, ormai cripta di Santa Maria del Fiore
Dell’antica chiesa, che al momento della costruzione del duomo fu ridotta a cripta, è possibile apprezzare tutta la storia proprio visitando gli scavi al di sotto del pavimento della navata centrale di Santa Maria del Fiore (al quale si arriva dopo un percorso obbligato che dalla navata di sinistra porta fin sotto la cupola del Brunelleschi e da qui torna verso l’ingresso della chiesa): ad ogni gradino che si scende si percorrono a ritroso secoli di storia, fino ad arrivare al più antico suolo, quello sul quale erano erette le case romane sulle cui rovine fu costruita la primitiva chiesa.
Uno scorcio degli scavi di Santa Reparata, in cui si leggono le diverse fasi edilizie di un quartiere che da residenziale in età romana fece poi posto alla chiesa paleocristiana
Non è facile orientarsi tra tutti quei muretti, in pietra o in laterizio, tra i pavimenti a mosaico e quelli in pezzi di marmo di reimpiego, che sembrano tutti buttati là alla rinfusa e che invece sono tasselli che testimoniano tracce della storia dell’edificio nel corso della sua vita. La chiesa ebbe un primitivo impianto nel IV-V secolo d.C., nei primi secoli del Cristianesimo, quindi raggiunse forma più compiuta in età longobarda, e definitiva in età romanica, nell’XI secolo, quando ormai era una chiesa provvista di abside centrale, di due piccole absidi laterali e probabilmente di due torri campanarie. La primissima chiesa, che era costruita direttamente sopra le vecchie strutture romane in disuso, aveva un pregevolissimo pavimento a mosaico policromo su fondo bianco, decorato variamente e con un bel pavone centrale. L’edificio, che sfruttava materiali di reimpiego provenienti dagli edifici dismessi della città romana, fu ingrandito e abbellito nel corso dei secoli: addirittura in età romanica aveva un presbiterio sopraelevato, sul modello della chiesa di San Miniato, cui si accedeva da una scala che si conserva tuttora, fino a quando, nel XIV secolo la chiesa non fu rasata e usata come fondamenta della parte anteriore della grande fabbrica del Duomo di Firenze. Solo la zona dell’abside, quindi dell’altare, fu risparmiata, anche perché in una delle absidi laterali si conservava, e si conserva, la reliquia di Santa Reparata, cui Firenze non ha mai smesso di dimostrare la sua devozione (ancora oggi l’8 ottobre un corteo storico attraversa il centro per entrare in Duomo per la celebrazione religiosa in onore della santa). L’altra abside conserva ancora un bell’affresco di XIV secolo, che rappresenta la resurrezione di Cristo e che, realizzato ancora pochi anni prima della costruzione del Duomo, fu poi tagliato senza pietà per far posto al pavimento della nuova chiesa.
Il mosaico della chiesa di età paleocristiana
Non ci si rende bene conto delle dimensioni se non si guarda un piccolo ma efficace plastico e alcune ricostruzioni virtuali proposte lungo il percorso espositivo: la chiesa di Santa Reparata era ben piccola cosa rispetto a Santa Maria del Fiore, le cui fondazioni della facciata tagliano senza pietà gli antichi pavimenti tra cui quello a mosaico di V secolo d.C. Una chiesa ben più grande era destinata a diventare la sede vescovile della città. E risalendo dagli scavi di Santa Reparata, l’immagine delle alte navate sopra le nostre teste vale più di mille parole.