Il capoluogo spagnolo è all'avanguardia nelle tecnologie applicate ai servizi: il sindaco racconta l'esperienza a Bologna
REALTA' AUMENTATA E POLSO DELLA CITTA'- De la Serna ha avviato due progetti in direzione della smart city: «Uno si chiama realidad augmentada. Basta puntare il proprio smartphone verso qualsiasi punto di Santander: se è un negozio, per esempio, ti dirà le sue caratteristiche, gli orari, le fermate di autobus vicine, e quando questi autobus passeranno, ecc. ecc.» racconta il primo cittadino. La "Realtà aumentata" è già fattuale: in divenire è invece Pulso de la ciudad, il polso della città, per ora sperimentato su 25 persone. «Un utente vede un incidente- spiega ancora il sindaco- lo segnala via smartphone al consigliere comunale che lo dice a un tecnico. Ma anche a un giornale locale ( El Diario Montañés) che a sua volta gli invia informazioni sulla natura del sinistro, sulle eventuali deviazioni del traffico e così via. La cittadinanza si avvicina così alla politica. E per tutti migliora la qualità della vita».
ANTIDOTO ALLA CRISI -La «città intelligente» è anche un antidoto alla crisi che in Spagna ha colpito duro, vedi il crollo del settore edilizio che aveva trainato per anni l'economia iberica. De La Serna ci punta molto: «Abbiamo firmato quattro accordi con imprese di IT che vogliono venire ad investire a Santander. La nostra è una città di quasi duecentomila abitanti, non molto grande quindi, ed ogni progetto che lanciamo è in scala totale. Ovvero lo puoi misurare su tutta l'area urbana: è chiaro che questo fa gola alle aziende. Che arrivano e creano impiego». E conclude il sindaco: «Perché l'intelligenza di una città non si misura da quanto wi-fi o quante incredibili app ci sono, ma dalla coordinazione integrale delle attività, dal cervello che le dirige». Dall'intelligenza, appunto.
Matteo Cruccu (CdS) http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane