Santo Padre e complotti

Creato il 04 luglio 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

4 LUGLIO – Il Santo Padre Benedetto XVI e tutta la Curia Romana sono ormai il centro di un’infinità di voci, confermate o negate, oppure confermate a metà, che partono dalla sottrazione di alcuni documenti riservati del Sommo Pontefice. Questa situazione si sta sempre più aggravando, e l’attenzione dei media sembra ormai essere totale.

Ciò che preoccupa, in un simile contesto, non è tanto l’offesa ai danni della massima autorità, che comunque dispone di mezzi e risorse per garantire che giustizia sia fatta, secondo i codici, quanto l’opinione generale che sta nascendo attorno a questo mistero. Di certo, si potrebbe pensare che ci sia una politica culturale sottostante, che culmina in questo ennesimo fatto, la cui gravità è evidente. Si è infatti diffusa, negli ultimi anni, una vera e propria moda del complotto e una letteratura semi-saggistica che vorrebbe svelare al pubblico alcune “verità nascoste” dello Stato del Vaticano e della Corte Papale. I volumi pubblicati in questo senso sono moltissimi, ricchi di quello spirito misterioso che tanto piace al pubblico. Per il lettore attento è ormai, infatti, difficile distinguere fra saggio storico e thriller storico, visto che si sta diffondendo un nuovo genere, definibile come “storia segreta”, un genere che vorrebbe proporre spiegazioni alternative agli eventi, più o meno rilevanti, mostrando “l’altro lato” della storia, quella non ufficiale, fatta di patti segreti e accordi mai resi noti.

A fare danno non sono tanto i thriller, che comunque sono frutto, come spiegano gli autori nella loro prefazione, della fantasia, quanto quei libri che vogliono essere verità rivelate, che vogliono fare giustizia su ipotetici crimini e fatti avvenuti dentro le mura del Vaticano e anche di altre grandi istituzioni. Questa letteratura, frutto della penna di vari intellettuali, giornalisti, opinionisti, si basa spesso su verità ipotetiche, che non sono confermate, e hanno, probabilmente, lo scopo di danneggiare l’istituzione più longeva che il mondo conosca. Colpiscono, infatti, non soltanto la Curia Romana, ma anche e soprattutto tutta la Chiesa Universale, che risente dell’influsso che tale produzioni hanno sulla percezione e opinione pubblica. Se si insiste con una simile linea, nell’immaginario popolare aumenterà sempre di più la diffidenza verso la Chiesa Cattolica, che viene troppo spesso identificata con lo Stato del Vaticano. L’ultima nefandezza è stata quella di Paolo Gabriele, l’ormai celebre Valletto di Camera di Benedetto XVI. E ancor più grave è l’atteggiamento di coloro che hanno deciso di pubblicare tali documenti. Tale fatto non è che un tassello di una rete che, certamente, sta agendo all’interno del Vaticano. Tuttavia, sebbene questa ipotesi complottistica possa forse essere presa in considerazione, solamente i dati ufficiali possono essere diffusi, e molti intellettuali dovrebbero porre fine ad una stampa sensazionalistica che, basandosi su mezze verità, non fa che danneggiare seriamente anche coloro che sono estranei a questi problemi. Per risolvere i misteri sono necessari organi ufficiali, il cui lavoro è quello di indagare, piuttosto che giornalisti e opinionisti che, come investigatori da romanzo, vogliono portare giustizia attraverso le loro personali indagini.

Non si vuole, qui, difendere ciecamente una professione religiosa, sebbene talvolta coloro che si soffermano su tali vicende potrebbero manifestare maggiore delicatezza, ma evidenziare come la stampa sensazionalistica sia dannosa quanto quella oscurantista. È necessario presentare dei fatti, non delle teorie, altrimenti la fantasia supplisce a quella mancanza di conferme necessaria per presentare al pubblico tesi così gravi.

Questa logica del complotto sta ormai investendo tutti gli ambienti del potere, non soltanto il Vaticano, sebbene questo stato, in quanto confessionale e monarchia assoluta, si presti maggiormente a speculazioni immaginifiche. E ancor più questo modo di fare giornalismo, questa letteratura, portano sofferenza a coloro che, invece, desiderano basarsi sui fatti e riportare al pubblico ciò che, ufficialmente, è stabilito. Per quanto riguarda la sottrazione di documenti di cui appena detto, per esempio, numerosissime sono state le smentite, le opinioni, le ipotesi, sebbene le dichiarazioni ufficiali del Vaticano e degli organi competenti fossero brevi e chiare. Quando la voce ufficiale parla, cominciano a speculare molti, tentando di dare spiegazioni che, dopo breve tempo, vengono smentite. In questo modo, nessuno può comprendere quale sia la verità e i lettori si trovano in uno stato di disagio, incapaci di orientarsi fra così tante false notizie.

Il commento può essere uno strumento positivo soltanto se spinto da saggezza e prudenza, altrimenti diviene parola vuota, inconsistente. Quando Paolo Gabriele fu arrestato, infatti, si alzò, poche ore dopo, senza che alcuna dichiarazione ufficiale fosse rilasciata, un autentico vespaio di opinioni: chi parlava di Massoneria (altra entità ormai ipertrofica, presentata come macchina invisibile che muove i destini del mondo), di complotto contro il Papa, di scontri interni alla Curia Romana per l’elezione del nuovo Pontefice e molte altre. L’informazione è impazzita, incontrollata, ed estremamente dannosa. E il fatto che persino la Santa Sede sia diventata il centro di questo metodo pubblicistico e giornalistico è indice di quanto i confini siano stati superati.

Enrico Cipriani


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