Sebbene nella scuola l’italiana l’insegnamento biologico prevalente riguardi la partenogenesi divina, a qualcuno sarà capitato di sentire che la riproduzione sessuata serve a rimescolare il Dna e dunque a garantire la variabilità genetica all’interno di una specie. E’ vero, ma anche in un certo senso fuorviante dal momento che essa serve anche a impedire che prendano piede variazioni troppo distanti dalla media: infatti i fenomeni di speciazione si verificano generalmente in popolazioni piccole e isolate rispetto all’areale della specie. Non vi preoccupate, non si tratta di un manuale sulla riproduzione divertente, com’è stata chiamata, ma semplicemente quello che mi è venuto in mente zappingando su Servizio Pubblico.
Possibile che Santoro non riesca a proporci nulla di diverso dai soliti noti? Passi per Vendola che comunque è in qualche modo “la sinistra” televisiva da svariati anni, ma anche Brunetta e anche Nesi, da tempo immemorabile l’homme de plume di Confindustria? Con tutto ciò che è accaduto e di fronte ai massacri cui sta andando incontro la società italiana, di fronte alla necessità di trovare un nuovo cammino, possibile che ci sia una così modesta variazione sul tema? L’informazione più vivace e diversa si trova evidentemente fuori dall’areale dell’informazione mainstream che non sa che riproporre il vecchio. E dalla quale non nascerà una nuova specie di Italia.
Almeno bisogna dire che questa persistenza dimostra lo stretto collegamento fra l’invecchiamento della politica e il sistema mediatico che ne è in qualche modo il correlato: guai a rinnovare le scalette e a presentare personaggi nuovi, guai ad affrontare una mutazione consistente dei nomi, delle facce e dei discorsi. Solo che questa riproduzione del vecchio non è affatto divertente, stufa e restituisce un senso di inutilità: ecco la differenza fondamentale.