Quando ho letto di Santoro e del suo divorzio “consensuale” da Mammana RAI (che negli ultimi anni si è specializzata nella soppressione di programmi di valore) ho per prima cosa avuto un moto egoista: e adesso cosa guardo? E se mi va a finire sul satellite come faccio io che il satellite non ce l’ho? Poi tutto lascia immaginare una convenienza da parte di Santoro, con quel buono uscita milionario, più gli eventuali futuri introiti della vendita dei suoi prodotti alla RAI (già si parla di alcune serie di docu-fiction che potrebbero andare in onda sulle reti RAI. Ma è ancora presto per parlarne). Resta però il dubbio che una RAI la cui informazione è fatta in maggioranza (ormai) da personaggi come Vespa, Minzolini e Monica Setta non sia tutto sommato all’altezza, nonostante il cambio del logo . Liofredi, direttore di RAI Due disse tempo fa che la sua rete era Santoro, Monica Setta appunto e la musica. Il primo se ne va, la seconda è abbastanza discutibile e la terza, la musica o non lo è o non c’è. La sua rete quindi non è fatta, anzi non è. E poi ci sono quelli che Santoro “non lo guardano” ma che poi dopo ogni puntata sono li a cercare il pelo nell’uovo delle dichiarazioni, negli interventi e nelle battute uscite dal programma. Il 50% dei telespettatori di annozero insomma, quelli che in buona parte hanno contribuito al successo del programma contestando e polemizzando di volta in volta. Perché è vero che un programma ha successo se ha molti sostenitori, ma ne ha molto di più se nutre anche una fornita schiera di detrattori che per detrarre devono pur guardarlo. E questo Santoro da abile uomo di tv lo sa bene. Buona parte del rumore attorno al suo show non è mica arrivato dai suoi sostenitori. Così stamattina di buon’ora mi ritrovo a chattare con un amico che non è certo pro-Santoro e nemmeno pro-sinistra ma nemmeno un coglione, e che mi lascia di stucco nel momento in cui afferma: “e adesso cosa dovremmo fare? Basarci sull’informazione di Vespa e Fede? E’ come darvi la vittoria a Tavolino”. Io non so di chi sia la vittoria, se nostra, se di Masi o di Berlusconi, o della RAI tutta, o di chi Santoro a destra e sinistra proprio non lo voleva. Il sentore per adesso è che l’unico a vincere, almeno economicamente sia proprio lui, Santoro, e basta. Tutti gli altri ci perdono. Ci perdono i detrattori che adesso non avranno più alibi, ci perdono gli affezionati che da ieri sera si sentono un po’ traditi, ci perdono i suoi collaboratori di fiducia che chissà dove finiranno, ci perde la RAI che abbassa ulteriormente il suo livello di offerta (almeno sui tre canali generalisti) e ci perde RAI due, quest’ultima soprattutto ci perderà tanti ma tanti soldi. Tutto il resto, che sono poi firme su contratti, questioni economiche, beghe legali e futuri progetti lo vedremo. Alla fine, come diceva Enzo Biagi
Il bello della democrazia è proprio questo: tutti possono parlare, ma non occorre ascoltare.