Spiegando le ragioni del provvedimento disciplinare, pur senza riferirne i dettagli, Masi scrive in una nota che “non può essere in alcun modo considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica”. – “Santoro si è reso responsabile di due violazioni disciplinari ben precise: l’uso del mezzo televisivo a fini personali e un attacco diretto e gratuitamente offensivo al direttore generale”, aggiunge Masi.
Lo scontro tra le due parti è palese e col passare del tempo sta diventando sempre più duro, un vero braccio di ferro, tanto che la reazione di Santoro è stata immediata : “Il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze in ogni sede”, inoltre la decisione è “inaudita” e rappresenta un “attentato alla televisione” – “Una punizione nei miei confronti si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai”, ha aggiunto.
Ritengo in qualità di spettattrice italiana di dover difendere l’operato di Michele Santoro e la presunta libertà di informazione quale importante diritto in un paese che vuole essere democratico, perché esprimere opinioni, scrivere in piena libertà, fare inchieste giornalistiche e informare l’opinione pubblica non è una cosa a cui si può rinunciare a cuor leggero. L’atteggiamento punitivo espresso da uno dei principali organi di informazione al contrario fa emergere quanto cammino c’è ancora da fare per arrivare ad un dibattito civile tra diverse culture e idee politiche.
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