La scelta era a destra oppure più a destra. Alla fine ha vinto la prima opzione ed il ballottaggio in Colombia ha premiato il presidente uscente, Juan Manuel Santos che ha ribaltato il voto del primo turno. Non ci sarà quindi il ritorno all’uribismo auspicato dal candidato battuto Oscar Zuluaga, l’imprenditore dell’acciaio e delfino di Uribe, che su queste elezioni aveva investito una grande fetta del suo futuro politico.
La giornata elettorale si è svolta senza particolari incidenti, ma ha fatto registrare un alto astensionismo, vicino al 50% dato che, complice la concomitanza dei mondiali di calcio in Brasile, dimostra la poca propensione dei colombiani per il voto. Venerdì, per la partita con la Grecia, il paese si era fermato; per le elezioni –nonostante misure estreme, come la chiusura delle frontiere- l’entusiasmo è stato meno lampante, anche se ha richiamato più votanti che nella giornata del primo turno.
Lungi dall’essere stata un’elezione tra schieramenti diametralmente opposti, quella colombiana ha visto contrapporsi due concetti differenti del conservatorismo, quello metropolitano e riformista di Santos contro quello regionalista e radicale di Zuluaga. Un’occhiata alla mappa della Colombia dimostra come la provincia si sia raccolta attorno all’uribista, con centri come Medellín dove si è fatto registrare quasi un plebiscito per l’uribista (63%). Ma Zuluaga, il più votato al primo turno, ha pagato al ballottaggio le critiche formulate verso i negoziati di pace con le Farc. L’elettorato centrista e moderato, che aveva disperso il proprio voto in opzioni più progressiste, alla fine ha preferito la linea equilibrata di Santos e la volontà popolare di rispettare il processo in corso all’Avana. Quella di Santos al momento è una promessa a metà, ma è pur sempre una promessa di pace. Zuluaga, lo scettico, dovrà pur tener conto che proprio la pace con le Farc è stata la chiave di volta per aggiudicarsi queste elezioni.
La vittoria di Santos permette ora di dare continuità ai negoziati. Il cammino non sarà certo facile, visto che il presidente dovrà fare i conti con un’agguerrita e numericamente forte opposizione, una di destra guidata proprio da Alvaro Uribe ed un’altra formata dal progressista Polo Democrático. Anche se la maggioranza di Santos è assicurata, questa volta i numeri di differenza sono proprio ridotti al lumicino. Come andranno le cose si saprà a partire dal 7 agosto, quando a Nariño comincerà il Santos II.