Dopo aver parlato di evasione fiscale ed elusione fiscale parliamo delle possibili sanzioni penali nel diritto tributario che potrebbe accadere non solo a seguito di comportamenti illeciti ma anche a seguito di errori nella compilazione della dichiarazione o per aver emesso sanzioni false ma anche in altre situazioni che possono non essere commesse o anche in situazioni in cui non diresti mai che la sanzione potrebbe diventare così grave.
Quando scatta il penale per reati di natura tributaria
Il penale scatta al verificarsi di alcuni eventi in relazione ad illeciti che si contraddistinguono per la qualità o per la qualità del reato e che possono consistere nell'emissione di fatture false, per costi inesistenti al fine di fruire di agevolazioni di imposta o per abbattere il reddito imponibile irpef o ires.
Chi risponde penalmente per i reati tributari delle società
Per le società rispondono i responsabili legali, amministratori unici, presidente del consilgio di amministrazione e coloro che sono muniti di specifiche deleghe per l'espletamento delle loro manzioni e che per intenderci trovate nella dichiarazione dei redditi. Inutile dire che in sede di accertamento si va ad indagare su chi sia il titolare effettivo della società e se vi siano eventuali prestanomi o teste di legno.
L'emissione di fatture false o per importi superiori o inferiore al loro reale valore
Qualora veste l'insana idea di farvi fare delle fatture false o sovraffatturare alcune prestazioni di servizi a parte sconsigliarvelo vivamente in quanto contrario alle norme di legge vi dico che nel caso di fatture false, ossia relative ad operazioni inesistenti non sono neanche previsti dei limiti quantitativi, vi beccate direttamente una sanzione penale; per questo motivo basta anche una fattura falsa di un euro e siete perseguibili penalmente. Le sanzioni in questo caso vanno da sei mesi a due anni di reclusione e semprechè il valore della fattura sia inferiore ai 154.937 euro ( i vecchi 300 milioni di lire).
Se invece il valore della fattura supera il limite dei vecchi 300 milioni allora come sanzione penale è previsto un periodo di reclusione che può andare dai 18 mesi ai sei anni.
Omessa presentazione della dichiarazione dei redditi o infedele dichiarazione
Tuttavia il penale non scatta solo per fattispecie come queste ma anche solo per la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi qualora l'imposta evasa sia superiore ai 77.468 euro (i vecchi 150 milioni di lire) e prevede un periodo di reclusione da un anno a tre anni.La parte peggiore è che in caso di mancata presentazione della dichiarazione dei redditi il reddito sarà determinato dai verificatori o dalla guardia di finanza in base alla ricostruzione della contabilità sulla base della documentazione rinvenuta e se avete la fortun adi leggere alcune sentene in materia le ricostruzioni portano imponibili spesso considerati ben più alti di quelli dichiarati dalle controparti accertate. Tuttavia con la nuova Manovra Economica 2011 tale limite scende a 30 mila euro mentre nel caso di presentazione di una dichiarazione infedele il limite scende a 50 mila euro.
Omesso versamento delle ritenute e dell'Iva
Qualche anno fa ha destato molto scalpore tra gli addetti ai lavori l'introduzione del reato penale commesso al mancato versamento delle ritenute certificate per importi superio a 50 mila euro. La pena in questo caso può variare da 6 mesi a due anni. Lo stesso dicasi per l'Iva. In questo caso dovrete stare attenti alle tempistiche previste dal legislatore in qaunto sono stringenti: intendo dire che inq uesto caso la sanzione penale può scattare direttamente già dal giorno successivo alla data di scadenza del versamento dell'acconto dovuto sull'anno di imposta successivo a quello del mancato versamento.
Dichiarazione Fraudolenta
Qui ci muoviamo nel campo in cui il dolo è un elemento più marcato in quanto parliamo di false dichiarazione, falsificazione, manomissione di scritture contabili false denunce di improvvisi incendi o distruzione dei server e dei PC, sottrazioni di asset aziendali e altre condotte tese a ridurre il reddito imponibile. Se avete curiosità provate a leggere alcune sentenze a caso e troverete di tutte, improvvise esplosioni di computer, furti di libri contabili (ma chi è che si va a rubare un libro inventari dico io). La sanzione penale in questo caso scatta quando la dichiarazione fraudolenta determina un'evasione di imposta superiore ai 77.468 euro e sottrazione di attivi patrimoniali superiore 1.549.370 o al 5% del totale.
In questo caso il legislatore prevede un inasprimento della pena in quanto la sanzione penale prevede un periodo che parte da 18 mesi e può arrivare fino a 6 anni. Con la nuova manovra economica 2011 inoltre viene previsto che nel caso di evasioni per imposte evase superiori ai 3 milioni di euro e maggiori del 30% del volume d'affari Iva non sarà concesso il beneficio della condizionale.
A proposito di dichiarazione fraudolenta Vi segnalo una sentenza sull'argomento dopo il D.Lgs 74 del 2000 in cui nonostante la difesa di un imprenditori affermi che manca l'elemento soggettivo per la costituzione del reato in quanto non era consapevole di aver superato le soglie di punibilità, le Sezioni Unite della Corte di Casszione nella sentenza n. 37424/2013 respingono il ricorso.
Il reato oltre ad essere caratterizzato dal dolo specifico mediante la costruzione di un apparato documentale che gli permette di indicare nella dichiarazione dei redditi componenti differenti con sopravvalutazioni o sottovolautazione dell'attivo o del passivo si consuma mediante la dichiarazione fraudolenta o la formazione di fatture o altri documenti falsi che sorreggono operazioni inesistenti.
Le Pene accessorie a quelle penali
Se non siete proprio degli stinchi di santo e state commettendo illeciti non so quanto vi potranno interessare le pene accessorie previste per i reati penali nel diritto tributario ma per coerenza di informazione qualcuno potrebbe esserne interessato pertanto oltre alla possibile galera e detenzione potrete incorrere nei casi più gravi nell'interdizione dai pubblici uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per un periodo non inferiore a sei mesi e non superiore a tre anni, oppure l'incapacita di contrattare con la pubblica amministrazione per un periodo non inferiore ad un anno e non superiore a tre anni, l'interdizione dalle funzioni di rappresentanza e assistenza in materia tributaria per un periodo non inferiore ad un anno e non superiore a cinque anni, o anche l'interdizione perpetua dall'ufficio di componente di commissione tributaria.
L'Irap non rientra in questi profili in linea teorica
In linea teorica, anche se potrebbe sembrare una provocazione un reato connesso a quelli sopra descritti se riferiti all'Irap, non avrebbero rilievo in sede penale, almeno in linea teorica in quanto l'irap non è un'imposta sui redditi ma sulla produzione mentre i reati tributari sono destinati alle imposte sui redditi e l'IVA. Ovviamente questo è valido solo in linea teorica e sconsiglio di non pagare l'Irap da domani.
Nel prossimo articolo potrete anche leggere anche i termini della prescrizione legati ad alcune fattispecie sanzionatarie sia amministrative sia penali non legate solamente agli accertamenti fiscali e che con la nuova manovra economica 2011 hanno subito delle modifiche.
Vi ricordo inoltre i termini di prescrizione della cartella di pagamento che dopo la manovra 2011 sono sensibilmente variati e che potete approfondire leggendo l'articolo dedicato proprio alla prescrizione della cartella di pagamento.
Ora faccio una domanda a voi: secondo voi alla luce delle ultime vicende della Tributi S.p.A. in cui i soldi degli italiani di Aprilia sono stati si legge dalle principali testate giornalistiche oltre 100 milioni di euro, di cui sicuramente almeno la metà sarà all'estero e non si potrà più recuperare, non vale la pena di farsi in galera un paio di anni ed uscire con un patrimonio incalcolabile a disposizione.
Questa domanda volutamente provocatoria è per far capire che di fronte a reati seppur finanziari tributari colpiscono una moltitudine ampia di persone eppure non fanno corrispondere a tale comportamento pese ben più severe di quelle che sentiamo e che ritengo dovrebbero essere inasprite a meno di non ritoravarsi nuovi casi del genere.
Potete anche leggere l'articolo dedicato all' evasione fiscale di sopravvivenza che trae spunto da alcune pronuncie del giudice tributario ossia delle sentenze che hanno riconosciuta la sussistenza di reato allorquando il mancato o omesso versamento di imposte e tasse era dettato da motivazioni legate alla continuità aziendale o al pagamento degli stipendi dei dipendenti.
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