Sapa - Donne H'mong nere
Eccomi qua a passeggiare lungo la via principale di Sapa. Qui hai la sensazione vera del potere di cambiamento che ha il turismo. Era una cittadina di montagna appollaiata su un costone della montagna, una balconata di fronte alla catena del Fransipan, un po' sonnolenta, che ospitava le costruzioni di vacanza degli espatriati francesi che volevano difendersi dalla calura estiva, circondata dalle centinaia di villaggi delle etnie minori, sparsi per le valli circostanti. Piccolo centro di mercato e di incontro per scambiare le poverissime merci prodotte da una agricoltura di pura sussistenza. Distrutta dalle guerre, è rimasta tuttavia la sua posizione logistica centrale. La gente attirata dalla possibilità di venire più facilmente a contatto con questi popoli isolati, ha cominciato a venire da queste parti e in pochi decenni è sorta una nuova Sapa, irta di gru, fatta esclusivamente di ciò che serve a questi visitatori, alberghi, guest houses, ristoranti, bar e negozi di ogni tipo al loro servizio. Hai solo la scelta, passeggiando, se fermarti ad un piccolo dehor o a quello vicino, dove sederti e gustarti con calma la sfilata continua della piccola folla che passa. Certo, perché assieme alla massa dei turisti, più o meno in egual misura, c'è l'esercito dei locali che di questa nuova fonte di reddito vive e che ogni mattina presto, cala o sale dai villaggi per venire a guadagnarsi la giornata. Basta che si presentino così come sono nella loro vita normale e già questo contribuisce al colore ed all'interesse di chi viene per vedere proprio questo, una sfilata continua di costumi tradizionali, i più belli, i più ricchi e completi. Così gruppi di donne, da sole o in compagnia, occupano fin dal primo mattino vaste porzioni di marciapiedi o sfilano su e giù per il paese in cerca di clienti per i loro ricami, le stoffe, gli ornamenti della loro tribù o gli altri ciapapùver tipici della situazione.
Sono principalmente H'mong nere e Dzao rosse, che non si mescolano da sole ma formano piccoli crocchi o si dispongono in fila con la loro mercanzia distesa su uno straccio a terra. Il mercato si estende lungo una scalinata vicino alla grande piazza. E' un trionfo di frutta e verdura, carni ed altri oggetti casalinghi, di cui le venditrici di souvenir diventano a loro volta acquirenti secondo i loro bisogni e dipendentemente da come è andata la giornata. Puoi andare su e giù dalla scalinata o fermarti ad un angolo della strada e passare una intera giornata ad appagare la tua smaniosità di fotografo della domenica. I bambini più piccoli vengono lasciati bradi dalle madri al lavoro, liberi di scorrazzare nella via giocando o se sono più grandicelli di collaborare al business familiare vendendo a loro volta oggetti meno impegnativi. Molte ragazzine, hanno a loro volta il fratellino più piccolo sulle spalle avvolto in una coperta colorata. Sembra un bambolotto, uno zainetto rosa vivente anche se addormentato. Ogni due o tre locali, un negozio di attrezzatura da montagna, tutta rigorosamente di marca North Face (che alcuni maligni hanno ribattezzato North Fake), dalle giacche a vento pesanti, ai K-way, alle magliette e ai cappellini, senza escludere i bastoncini da nordic walking, tutti rigorosamente originali, come si affrettano a sottolineare i venditori, anche se si dispone della scelta tra i più economici made in China o tra quelli un po' più costosi ma assicurati made in Vietnam, garanzia di assoluta di qualità superiore. Alcuni negozi ne fanno addirittura la loro bandiera, nell'insegna che esibisce la nota prettamente nazionalistica che esclude le merci provenienti dallo scomodo vicino e sinonimo di pessima, se non pericolossima qualità. Alla fine i turisti sono più delle venditrici itineranti, quindi non ti senti neppure troppo pressato.
La maggior parte di queste infatti, preferisce stazionare nei banchetti, continuando a ricamare nell'attesa, per non perdere tempo, oppure a terra lungo la strada, in drappelli compatti e tollerati anche se teoricamente abusivi, i cosiddetti mercatini al rospo, nel senso che se mai arrivasse un poliziotto a contestare il diritto all'occupazione del marciapiede, si raccolgono in fretta le proprie cose nello straccio sottostante e si salta via per riaprirlo poco lontano subito dopo. E' un luogo dove puoi passare anche qualche giorno in una atmosfera tranquilla piacevole e sonnolenta, guardandoti le cime delle montagne vicine e riempiendoti gli occhi dei mille colori dei costumi che ti sfilano davanti. Puoi fare un giro a vedere la grande cattedrale, i montagnards sono in maggioranza cattolica, qui i missionari hanno lavorato assiduamente, oppure spingerti fino alla sommità del monte Ham Rong, all'interno del parco giardino della città; ma anche soltanto dalla finestra del tuo alberghetto potrai goderti le viste delle montagne e dei fondovalle circostanti coperti al mattino dalle nebbie e dalle nuvole basse che le avvolgono e che a poco a poco salgono lentamente lasciando liberi tratti di risaie sempre più vasti. Già soltanto questo varrebbe la pena. Alla sera rimarrai ancora fuori a bere una birra tirando tardi, fino a quando rimarranno solo gli ultimi gruppetti di donne che, fatto su il loro fagotto, chiamano il marito col telefonino perché le venga a prendere per ritornare al villaggio, in tre o quattro sul motorino stracarico, il marito, la moglie e in mezzo, disposti alla meglio due o tre figli e la merce. Davvero un luogo di tutto riposo, ma attento, preparati, perché non siamo venuti fin qui per fare flanella al bar o decidere in quale delle decine di salon massage, farsi massaggiare i piedi; domani ti toccherà scegliere a quale trekking aderire. Le decine di villaggi circostanti sono lì che ti aspettano e i sentieri chiamano con voci sottili il Cappuccetto rosso che è in te. Devi lasciarti attirare senza troppa titubanza, se no cosa sei venuto fin qui a fare?
SURVIVAL KIT
Sunny Mountain Hotel, 010, Muong Hoa str, Sapa Town, tel 020.3880254 (41 $) - Forse un po' caro rispetto agli altri, ma nuovo molto pulito e carino. Se potete fatevi dare le a camera con vista sulla valle. Dalla terrazza della colazione splendida vista. ovviamente free wifi. Pieno di ristorantini e bar nei dintorni.
Da vedere in città il Mercato locale, sulla scalinata di fronte alla grande piazza centrale, dove c'è anche la Cattedrale. Se avete voglia fatevi anche, con calma, il migliaio di gradini (a pagamento) che portano in cima all' Ham Rong, meglio verso sera per il tramonto, la salita è nel parco circondato da un bel giardino e bancarelle varie. Prevedete senz'altro acquisti di materiale North Face a prezzi molto interessanti dopo trattative lunghe e snervanti, ma che fanno calare il prezzo anche alla metà della richiesta iniziale.
La Lonely Planet parla del Mercato dell'amore che si svolgerebbe al sabato sera, sorta di incontro tra giovani H'mong (e non) che lo utilizzerebbero per cercare i propri fidanzati. Questo non esiste più, forse solo una volta l'anno, il primo sabato dopo il capodanno, avviene una specie di festa dove i H'mong si concederebbero, una sorta di giorno di libertà dai propri partner, ma è tutto da dimostrare. Il fatto che i prezzi degli hotel aumentino di sabato è perché molti fanno tappa qui per andare al famoso mercato di Bac Ha che si svolge la domenica mattina.
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