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Saper scrivere

Creato il 29 agosto 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Saper scrivere

di Iannozzi Giuseppe

Saper scrivere
Se le parole adoprate son sempre le solite cento abusate, alla fine si finisce con il comunicare un bel niente.
Se farsi capire significa rinnegare la bellezza poetica del Pindemonte e del Monti a tutto favore d’un Baricco (a mero titolo d’esempio), dio!, io passo la mano, anzi me la taglio: così perlomeno perdo ’sto vizio assurdo di scrivere castelli di parole.
Bisognerebbe solo saper adoprare le parole nel loro contesto, siano esse di largo uso o aulico. Non è difficile. E però parrebbe proprio di sì.

Una cosa è scrivere in maniera ‘barocca’, tutt’altra è saper scrivere attenendosi a delle precise regole grammaticali e sintattiche. La lingua è un dono e come tale andrebbe adoperato, senza abusarne. Eppure: vogliamo forse negare la bellezza dei periodi circonvolùti di Gogol’, ad esempio? Tolstoj pianse quando l’amico perse il senno, quando gettò i suoi scritti nel fuoco. Questo per dire: non tutto quello che appare complicato è realmente complicato, forse basterebbe un po’ di buona volontà, quella che spinge l’uomo a imparare e migliorarsi. Saper esprimersi correttamente, con proprietà di linguaggio, non è un accessorio, è invece una necessità, oggi più che mai inderogabile: le nuove generazioni non sanno né parlare né scrivere; proponi loro un tema, dopo due ore è già tanto se sono riusciti a buttare giù un pensierino di quattro righe, sgrammaticate.
Il modo migliore per tenere in catene un popolo è quello di offrirgli l’ignoranza e dirgli ripetutamente che è cosa buona. La gente ascolta i pochi che sanno parlare, che sanno essere purtroppo anche machiavellici, e non capiscono… capiscono solo che gli si sta dicendo, “restate nell’ignoranza, a tutto il resto ci pensiamo noi”.
Saper parlare e scrivere in maniera chiara e non banale: se hai dieci parole a disposizione non potrai mai farti capire, forse solo a gesti, ma da un piccolo clan che usa i tuoi stessi gesti e li sa interpretare.

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