Magazine Diario personale
A chi sa vedere, o meglio, chi ancora miracolosamente conserva intatta una tale capacità, tutto appare chiaro e inopinabile. Chi sa vedere, non ha bisogno di parole, spiegazioni, promesse o prove, per capire chi ha di fronte a sè! Chi sa vedere, riesce a leggere nei gesti, nei tratti, nelle espressioni, sa decifrare l’indole di ogni uomo da una semplice smorfia, dal tono della sua voce, dal suo silenzio e, da un breve sorriso, capire il suo animo e le intenzioni. Chi sa vedere, riesce a interpretare i segnali del presente che provengono dal mondo, per comprenderne gli effetti sul futuro, confortando così le sue speranze o, al contrario, prevenendone il peggio, modificando i suoi comportamenti e scelte. E tutto questo non rientra nella sfera della profezia o della veggenza, ma di una speciale competenza che l’uomo aveva ricevuto in dote al momento della sua venuta al mondo, e in virtù della quale accreditava la sua sopravvivenza.
Questa tecnica primitiva, primordiale, connaturata all’origine (oggi estinta per sempre tranne le retoriche eccezioni del caso), permetteva all’individuo di avere un quadro esauriente e chiaro dell’altro, delle sue intenzioni e, di conseguenza, aggiornare i suoi comportamenti e scelte, per accordarli a suo vantaggio e alla sopravvivenza della comunità, forte di uno spirito congenito di autoconservazione.
Oggi (diversamente da un passato remoto), l’affidabilità del singolo, si estrare da un ragionamento logico e razionale, da una particolare forza e strategia di convincimento, da una garanzia, dalle credenziali, in virtù di un testimone, di un giuramento, di una fedina penale; presentarsi e farsi riconoscere, dunque, sulla base di un curriculum, di un’informazione tecnica e professionale, che sia a garanzia delle nostre competenze e presunte potenzialità.
Tutto ciò che fa di noi, una persona, che sia il soma, l’aspetto morfologico, la gestualità, l’odore, il tono di voce, ecc, ecc, altro non è che l’espressione più evidente dei veri noi stessi; la somatizzazione del nostro io più nascosto, perché non c’è nulla di più profondo di ciò che appare in superfice.
Dall’alba della rivoluzione industriale a oggi, quell’arco di tempo dentro il quale si è consumata quella metamorfosi degenerativa che ha tradotto l’uomo intuitivo in supporto omologato e funzionale alle logiche del Sistema, si sono perse, fino ad estinguersi, tutte quelle funzioni sensoriali abilitate al discernimento e alla percezione, atrofizzandone così i loro processi vitali.
La vista, l’udito, l’olfatto, Il gusto, Il tatto, strutture fisiche presenti nei corpi degli esseri viventi e del regno animale, hanno subito, nel corso di questo secolo, un rattrappimento radicale degli scopi a cui erano destinate all’origine, essendo venute meno le condizioni naturali, deputate a ricevere informazioni dal mondo circostante. Un Sistema Mondo, che si è alimentato ed e cresciuto, in forza di quell’opera nefasta di contraffazione, manipolazione e profanazione, volta ad uniformare le scelte individuali dentro un’unica ragione, omologando le coscienze e annullando così ogni personalismo, stimolo, e giudizio critico.
“Saper vedere”, significa essere liberi da ogni giudizio esterno e pregiudizio, dogma e ideologia, ingerenza e interferenza che si frapponga ad una valutazione imparziale delle varie circostanze temporali.
Esistono individui che trascendono ogni simpatia, ogni sentimento di fiducia e di rassicurazione, causa di un sudiciume morale e spirituale che inevitabilmente, vuoi o non vuoi, ha modellato i loro tratti in un ghigno perverso, in una gestualità goffa e maligna, in un tono di voce senza anima, senza passione, monocorde come una campana a lutto.
La capacità di riconoscerli ed evitarli, sta proprio in quel “SAPER VEDERE” (diverso dal guardare), che è la risultante, il prolungamento, della conoscenza che noi abbiamo di noi stessi.
Spesso, quel tormento esistenziale che si esprime nelle più varie forme e patologie, è il risultato della frustrazione derivante dall’incapacità di individuare se stessi; il proprio Io e le nostre autentiche necessità. Il condizionamento delle società moderne sugli individui, che si attua dentro quell’opera di appiattimento dei bisogni, e sulla mercificazione dell’effimero, è schiacciante, e altera la nostra capacità di un giudizio critico e volontà decisionale.
Nella sua essenza, la vita, così com’è concepita dalla cultura attuale, è standardizzata, svuotata di ogni significato autentico, causa di ciò l’indottrinamento liberista. Tornare alle origini, significa conoscere se stessi, avere uno scopo ben preciso, essere tutt’uno con la natura, coltivare i propri talenti, liberarci finalmente dal superfluo, seguire il proprio istinto e l’intuizione. Questa è la chiave, se volgiamo tornare a essere liberi e vedenti.
I veri “Noi Stessi”, sono di un’altra sostanza, invisibile a qualsiasi microscopio atomico, ma ben visibile al cuore cosciente di che sa vedere oltre l’apparente e il razionale.
Come potremo dunque essere “noi stessi”, quando tutto ciò che ci circonda è lo stesso per tutti? Cosa c’è di veramente nostro in questa società, in questo mondo? Come possiamo definirci liberi, autentici, quando ogni nostra scelta è sistematicamente filtrata dal tarlo del dubbio e della paura? E come sapremo vedere, quando l’oscurità avvolge il nostro cuore?
Grazie a Simone.
Fonte
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
PASSAGGI – l’arte di Edwige Lombardo ai tempi di Lampedusa.
E’ una grande idea che tra artisti ci sia sinergia e scambio di ideesoprattutto se si può diventare una comunità artistica. Leggere il seguito
Da Met Sambiase
ARTE, TALENTI -
I professionisti della democrazia.
Scrive Gustavo Zagrebelsky su il Fatto Quotidiano:«Mi colpisce che la legge elettorale sia decisa dagli accordi d’interesse di tre persone (Berlusconi, Renzi,... Leggere il seguito
Da Cristiana
DIARIO PERSONALE, OPINIONI -
Democrazia parlamentare
E’ tanto che non scrive direttamente di politica. Forse perché in questi mesi c’è stato troppo e insieme troppo poco da scrivere. Leggere il seguito
Da Povna
DIARIO PERSONALE, PER LEI, SCUOLA -
What kind of blogger are you?
Scrivere è un po' come il sesso quando si invecchia: cominciare diventa ogni giorno un po' più difficile, ma quando hai cominciato non vorresti mai finire. Leggere il seguito
Da Perla
DIARIO PERSONALE, TALENTI -
The Readers
Ci penso spesso, io, a voi lettori.E quando ci penso mi viene una grande commozione. L’idea che, famiglia e amici a parte, dei perfetti sconosciuti si mettano l... Leggere il seguito
Da Zaziefromparis
CULTURA, TALENTI -
Bollate, caput mundi
La mia amica Liliana ha due peculiarità: la prima, è molto simpatica, la seconda, è nata a Bollate dove ha felicemente trascorso infanzia e giovinezza. Leggere il seguito
Da Sara
DIARIO PERSONALE, INFORMAZIONE REGIONALE