Ferragosto, giornata di visite carcerarie di eccellenza, ma per il Sappe è decisamente inopportuna,la visita programmata del Ministro della Giustizia Palma presso il carcere romano di Regina Coeli.
A dare questa comunicazione sono Donato Capece e Giovanni Passaro, rispettivamente Segretario Generale e Segretario Provinciale di Roma del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che segnalano come a causa della visita del Ministro è stato richiamato in servizio il personale di polizia penitenziaria, sopprimendo giorni di ferie e riposi settimanali. Il Sappe con i suoi 12mila iscritti è sicuramente il sindacato per eccellenza dei lavoratori nelle strutture di pena.
“E’ prassi consolidata la visita di autorità durante i giorni festivi, che comportano notevole dispendio di risorse economiche e di poliziotti penitenziari. Infatti, per la conferenza stampa dell’onorevole Ministro il carcere “perenne cantiere vivente” ha subito pulizie straordinarie, è stato ornato con piante e tappeti. Il tutto, con dispendio di svariate ore di lavoro straorinario, che chissà quando saranno retribuite a causa degli scarsi fondi. E poi, ci si lamenta dello sperpero di risorse della Pubblica Amministrazione” afferma una nota.
Secondo i portavoce del Sappe “sarebbe stato responsabile visitare la struttura penitenziaria senza alcun preavviso, in modo tale da prendere coscienza della criticità ed emergenza delle carceri, dove si ha un rapporto 1/200 agenti/detenuti e le garanzie poste dalla Costituzione sono calpestate. Per queste ragioni la Segreteria Generale e quella Provinciale di Roma del Sappe sollecitano le più alte Autorità dello Stato ad un immediato intervento in materia penitenziaria. A titolo di esempio, per deflazionare la presenza dei detenuti nelle carceri e orientare la pena sul principio della rieducazione, si potrebbe ricorrere all’obbligo del lavoro di pubblica utilità, attualmente facoltativo per le sanzioni di competenza del Giudice di Pace, sotto il controllo del Corpo di polizia penitenziaria”.
“Perché anche la gente sappia in quali precarie condizioni di lavoro quotidianamente si confrontano le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, per altro sotto organico in una struttura fatiscente”.
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