In tempi di crisi Udine ha una festa fantastica. Senza troppa inventiva si chiama mercoledì dei Sarpi e va in scena proprio di mercoledì in via Paolo Sarpi, ma la fantasia sta nei contenuti: tanto con pochissimo. Tutti prodotti anti-spread: ieri non meno di 100 miliardi di San Miguel sono uscite dal bar Madrid a coprire il “buco” spagnolo e sono certo di aver visto souvlaki infilzare più di un passante.
Esemplare la ragazza davanti al bancone: sventolava 5 euro ma ha ordinato per 12,50. Rinuncia? Macché. Col conforto del gabbianone (che ieri, in versione testimonial Aperol, avrete visto al tg2 delle 13 nel servizio sul caldo) ha portato via tutto, altro che Monti.
Una festa corta nel tempo e nello spazio, ma intensa, mai dispersiva né invadente, un cumulo di piccole cose direbbe Pascoli (anzi, l’ha ripetuto offrendo un giro di bottigliette da 0,33).
Una stella od un gruppo di stelle
per ogni uomo o per ogni tribù.
Quelle case sono ognuna un mondo
con la fiamma dentro, che traspare;
e c’è dentro un tumulto giocondo
che non s’ode a due passi di là.
Ci fosse il mercoledì del Sarpi al posto del bulimico e insopportabile Friuli Doc, Italia, Grecia e Spagna manderebbero in soffitta pure i diktat della culona.