Sarà comunque troppo tardi

Il governo ha varato una manovra al solo scopo di irretire l’Europa. Si tratta di un provvedimento che sicuramente eviterà un tracollo generalizzato (in salsa greca, per intenderci), ma che allo stesso tempo non migliorerà le condizioni di vita degli italiani. Tuttavia addossare l’intera responsabilità dell’ennesimo ritardo e del mancato sviluppo al governo potrebbe risultare fuorviante (non che non ne abbia, sia chiaro). C’è l’Ue che ha imposto una scadenza precisa al fine di ridurre il deficit (oltre che salvaguardare le economie trainanti), cioè quella del 2014. Raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio blocca di fatto la crescita, perché vuoi e non vuoi da qualche parte devi tagliare. E il brutto è quando si taglia su settori strategici – ad esempio quello delle energie rinnovabili – la cui eccellenza avrebbe potuto contribuire a un rilancio quanto mai necessario. Ma c’è ancora una questione.In questi giorni in molti stanno notando come l’Italia sia succube di se stessa e della logica dei Nimby (Not In My Backyard). Il riferimento è alla Tav e alle violente proteste in Val di Susa. Il problema è anche culturale, non c’è dubbio. Colpa delle amministrazioni locali che rifiutano di tutto e di più per una manciata di voti alla prossima tornata assecondando così gli interessi di pochi e corporazioni. L’Italia ha smesso di innovare tanti anni fa e deve recuperare la competitività smarrita. Opere incompiute o annunciate e mai realizzate: colpa di tutti, delle classi dirigenti e dei Nimby di ogni dove. Quando faremo tesoro dei nostri errori, sarà troppo tardi.