Messi assieme contano – dividendoseli quasi equamente – 71 anni d’età. Gira e rigira (i pedali) Cadel Evans e Ivan Basso reciteranno la parte dei vecchietti tra i ciclisti che cercano la vittoria nel Giro. Dovranno facilmente giocarsela d’esperienza, nella terza settimana che regala le fatiche maggiori. Non è che i due capitani di BMC e Cannondale manchino di affermazioni ciclistiche importanti (due Giri per l’italiano, un Tour ed un’iride per l’australiano), quindi dal lato delle soddisfazioni fino a qui conseguite possono essere contenti. Certo è che i due non potranno venire a correre la corsa italiana con la speranza di fare “una buona classifica” e basta. Evans aveva giocato la scorsa stagione principalmente sul Tour del France, Basso sul Giro. Entrambi non hanno brillato, con risultati inferiori guardando alle aspettative che nutrivano da parte degli addetti ai lavori, com’anche da quelle che erano le stesse loro aspettative. L’australiano non lo dice, a meno che non lo faccia questa settimana tramite stampa, ma per lui centrare un Giro d’Italia sarebbe davvero una grande cosa. Ormai la sua carriera è avviata verso la conclusione, come per Basso che cerca il 3° Giro vinto, e le occasioni di vincere si vanno diradando. L’italiano dalla sua è conscio che i suoi tempi migliori se ne sono andati (con due stagioni piene mandate in malora per doping) ed entrambi dovranno fare affidamento più sull’esperienza che su ciclistiche prove di forza. Evans ha buone possibilità di fare molto bene nella cronometro (55 km.) guardando alla generale, Basso facilmente si giocherà la carte migliori sulle fatiche della terza settimana. Il varesino non ha mai dato nessun minimo segnale sulla sua forma fisica. In nessuna corsa è stato protagonista di azioni impegnative, e nessuno saprebbe dire con certezza se sia per una mancanza di gamba vera e propria, oppure se si tratta di un pensato, calcolato, paziente teatrino della finzione, per non dare nessun indizio agli avversari. Visto che solitamente i ‘vecchietti’ spuntano nella terza settimana, sarà dalla 15^ frazione che ci sarà da divertirsi per alcuni e da piangere per altri. Evans e Basso dovranno vedersela con le gambe giovani degli altri favoriti (non che Wiggins sia un ragazzino s’è per questo!) sul Col du Galibier dopo 150 chilometri, nella 18^ tappa con la crono-scalata Mori – Polsa (19,5 km.), nella 19^ (Ponte di Legno – Val Martello di 138 km.) e la terrificante penultima frazione da Silandro alle 3 Cime di Lavaredo con i Passi Costalunga, San Pellegrino, Giau, Tre Croci prima delle 3 Cime come arrivo. Come squadre possono contare entrambi su formazioni forti, che sono anche abituate a giocarsi le vittorie importanti. Forse da questo punto di vista la Cannondale di Basso da qualche garanzia in più, visto che per la formazione vede chiaro il Giro è l’appuntamento principale della stagione.
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Messi assieme contano – dividendoseli quasi equamente – 71 anni d’età. Gira e rigira (i pedali) Cadel Evans e Ivan Basso reciteranno la parte dei vecchietti tra i ciclisti che cercano la vittoria nel Giro. Dovranno facilmente giocarsela d’esperienza, nella terza settimana che regala le fatiche maggiori. Non è che i due capitani di BMC e Cannondale manchino di affermazioni ciclistiche importanti (due Giri per l’italiano, un Tour ed un’iride per l’australiano), quindi dal lato delle soddisfazioni fino a qui conseguite possono essere contenti. Certo è che i due non potranno venire a correre la corsa italiana con la speranza di fare “una buona classifica” e basta. Evans aveva giocato la scorsa stagione principalmente sul Tour del France, Basso sul Giro. Entrambi non hanno brillato, con risultati inferiori guardando alle aspettative che nutrivano da parte degli addetti ai lavori, com’anche da quelle che erano le stesse loro aspettative. L’australiano non lo dice, a meno che non lo faccia questa settimana tramite stampa, ma per lui centrare un Giro d’Italia sarebbe davvero una grande cosa. Ormai la sua carriera è avviata verso la conclusione, come per Basso che cerca il 3° Giro vinto, e le occasioni di vincere si vanno diradando. L’italiano dalla sua è conscio che i suoi tempi migliori se ne sono andati (con due stagioni piene mandate in malora per doping) ed entrambi dovranno fare affidamento più sull’esperienza che su ciclistiche prove di forza. Evans ha buone possibilità di fare molto bene nella cronometro (55 km.) guardando alla generale, Basso facilmente si giocherà la carte migliori sulle fatiche della terza settimana. Il varesino non ha mai dato nessun minimo segnale sulla sua forma fisica. In nessuna corsa è stato protagonista di azioni impegnative, e nessuno saprebbe dire con certezza se sia per una mancanza di gamba vera e propria, oppure se si tratta di un pensato, calcolato, paziente teatrino della finzione, per non dare nessun indizio agli avversari. Visto che solitamente i ‘vecchietti’ spuntano nella terza settimana, sarà dalla 15^ frazione che ci sarà da divertirsi per alcuni e da piangere per altri. Evans e Basso dovranno vedersela con le gambe giovani degli altri favoriti (non che Wiggins sia un ragazzino s’è per questo!) sul Col du Galibier dopo 150 chilometri, nella 18^ tappa con la crono-scalata Mori – Polsa (19,5 km.), nella 19^ (Ponte di Legno – Val Martello di 138 km.) e la terrificante penultima frazione da Silandro alle 3 Cime di Lavaredo con i Passi Costalunga, San Pellegrino, Giau, Tre Croci prima delle 3 Cime come arrivo. Come squadre possono contare entrambi su formazioni forti, che sono anche abituate a giocarsi le vittorie importanti. Forse da questo punto di vista la Cannondale di Basso da qualche garanzia in più, visto che per la formazione vede chiaro il Giro è l’appuntamento principale della stagione.
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