Alcune amicizie vanno oltre tutto, oltre il tempo, oltre la lontananza, oltre il litigio. Si ritrova ad essere amici per la pelle sin da piccoli e a condividere le stesse passioni di ragazzo anche da adulti. Viceversa, altri rapporti, sono destinati a logorarsi in fretta come fondamenta che crollano al primo scossone e che non lasciano altro che forti delusioni o profonde amarezze.
Che ci si possa credere o meno, molte di queste nostre amicizie di cui faremo esperienza nella vita, che siano poi più o meno durature, sono sempre condizionate dal nostro patrimonio genetico, che indica, inscrivendolo nel nostro DNA, quali persone potranno viverci accanto come amici e quali no. Secondo una ricerca scientifica condotta dalla University of California di San Diego e pubblicata sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), ogni indivduo è portato in maniera innata ma inconsapevole a scegliersi come amico o amica quella persona che è più simile a lui a livello genetico, in una vicinanza di affinità che è sia di pensiero che di comportamento. La riprova di questa tesi è nell’esperimento condotto dagli stessi ricercatori su circa duemila soggetti, suddivisi in coppie di conoscenti e coppie di estranei. Le analisi effettuate sul quadro genetico di ciascuno delle coppie di individui hanno dimostrato come mentre per gli estranei risultano numerose variazioni da un punto di vista genetico, nelle coppie di amici, invece, si poteva riscontrare una somiglianza genetica pari a circa l’1% del nostro DNA. E l’1% è una somiglianza non trascurabile, se paragonabile a quella che lega il nostro profilo genetico a quello di un cugino di quarto grado.
- Ricerca di: University of California di San Diego
- Pubblicata su: PNAS
- Conclusione: Le amicizie vengono scelte inconsapevolmente da meccanismi inscritti nel DNA