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Sardegna 1, lettera degli ex dipendenti

Creato il 15 ottobre 2014 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione di una classe politica distratta”. Usano un delicato eufemismo gli ex dipendenti dell’emittente televisiva cagliaritana Sardegna 1 che, reduci da mesi e mesi di scioperi rivelatisi inutili per la tutela del loro posto di lavoro, oggi hanno scritto ai componenti della Commissione Cultura del Consiglio Regionale che si appresta ad esaminare la proposta di legge numero 76 (eccola) che istituisce il Servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda. Il motivo della nuova doglianza? Nonostante le rassicurazioni della politica durante la durissima vertenza sindacale seguita alla incredibile cessione dell’emittente per la modica cifra di 4mila euro (se ne parla in questo post) e nonostante le accorate richieste dei lavoratori alla politica sarda di subordinare la concessione dei finanziamenti pubblici alla verifica del pagamento degli stipendi e degli oneri sociali dei dipendenti, Sardegna 1 risulta avere tutti i requisiti di legge per beneficiare dei finanziamenti pubblici previsti dalla pdl nonostante – ribadiscono gli ex dipendenti – ai licenziati non siano ancora stati pagati 5 mensilità arretrate, i tfr e le altre spettanze.

Per un attimo abbiamo temuto che dopo aver licenziato 12 persone Sardegna 1 rischiasse di non riscuotere il premio“, scrivono sarcasticamente i lavoratori rivolti ai rappresentanti della commissione Cultura del Consiglio regionale della Sardegna. Gli ex dipendenti sottolineano infatti che tra i requisiti minimi per partecipare al bando e dunque accedere ai finanziamenti previsti dalla proposta di legge c’è quello “di possedere una stabile organizzazione redazionale con almeno 2 giornalisti impiegati con rapporto di lavoro a tempo pieno secondo le previsioni della contrattazione collettiva e un direttore responsabile iscritto all’Ordine dei giornalisti”.

Requisiti minimi che, nonostante la falcidie di lavoratori, sono ancora posseduti da Sardegna 1, come detto protagonista nei mesi scorsi di una durissima vertenza sindacale al termine della quale sono stati licenziati ben 12 dipendenti tra giornalisti, tecnici e amministrativi (altri 4 si sono dimessi nei giorni successivi).

La lettera degli ex lavoratori di Sardegna 1

Ecco dunque la lettera degli ex dipendenti di Sardegna 1 alla commissione Cultura del Consiglio regionale, nell’auspicio che la gloriosa emittente cagliaritana, da tanti anni protagonista del panorama editoriale sardo, possa sì accedere agli emolumenti regionali previsti dalla proposta di legge 76 ma dopo aver prima regolarizzato i suoi debiti nei confronti degli ex dipendenti che da qualche mese hanno perso il posto di lavoro.

E anche nell’auspicio che la politica e le istituzioni sarde, quando si verifica la crisi di una società editoriale, non si limitino come al solito a mandare vaghi quanto inutili comunicati stampa di solidarietà a tutela di un astratto pluralismo dell’informazione, ma facciano il possibile per creare occasioni di lavoro stabili e quanto meno vigilino affinché le società editoriali che ottengono i finanziamenti pubblici abbiano adempiuto prima di tutto i loro obblighi con i dipendenti e con gli ex dipendenti. E’ un lavoro più oscuro, che non permette di finire nelle prime pagine dei giornali o sugli schermi delle tv, ma sicuramente serve a tutelare maggiormente quel poco che in Sardegna rimane dell’informazione libera.

Ex dipendenti Sardegna 1

Ai componenti della Commissione Cultura del Consiglio Regionale.

Tra i provvedimenti che il Consiglio Regionale si appresta a esaminare c’è la proposta di legge 76 (“Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”).

Il testo è all’esame della Commissione Cultura della quale  voi siete componenti.

Si tratta di uno strumento importante per la diffusione e valorizzazione della lingua sarda, ma anche per la sussistenza delle emittenti televisive locali in quanto è previsto lo stanziamento di tre milioni di euro all’anno per tre anni (2014, 2015 e 2016).

Un provvedimento atteso e auspicato che ora prende forma.

Spiace constatare, leggendo i requisiti necessari per accedere al bando e, dunque, ai finanziamenti,  che la politica regionale dopo aver assistito passivamente alla vicenda di Sardegna 1 tv, adesso metta a disposizione uno strumento che non tiene minimamente conto di quanto accaduto nei mesi scorsi.

Sardegna 1 tv ha licenziato 12 dipendenti tra giornalisti, tecnici e amministrativi, altri 4 si sono dimessi in seguito a questa situazione e l’emittente va avanti con un direttore, due giornalisti (occhio a questi numeri), due amministrative e cinque tecnici. La stessa società, peraltro, non ha ancora pagato ai licenziati 5 mensilità arretrate, i tfr e le altre spettanze.

Ebbene, tra i requisiti indicati dall’articolo 4 della proposta di legge, al punto b del comma 1 si legge: “di possedere una stabile organizzazione redazionale con almeno 2 giornalisti impiegati con rapporto di lavoro a tempo pieno secondo le previsioni della contrattazione collettiva, un direttore responsabile iscritto all’Ordine dei giornalisti…”).

Meno male! Per un attimo abbiamo temuto che dopo aver licenziato 12 persone Sardegna 1 rischiasse di non riscuotere il premio.

Ben venga la Legge 76 e ben vengano contributi per chi rispetta i contratti, ma sul resto, noi, ex dipendenti di Sardegna 1, sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione di una classe politica “distratta”.

Cagliari, 15 ottobre 2014

Grazie per l’attenzione, gli ex dipendenti di Sardegna 1 tv.


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