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Sardegna il “Movimento” scrive a Moratti

Creato il 24 gennaio 2012 da Yellowflate @yellowflate

Sardegna il “Movimento” scrive a MorattiProtesta pacifica lungo la 131 in direzione Sassari, la 195 verso Sarroch e la 130  all’altezza di Elmas, Siliqua e Villamassargia. Come pure tutto sotto controllo a  Tramatza nella riunione del Movimento pastori sardi.

Mentre stamane a Sarroch un gruppo di  200 persone di fronte alla raffineria ha consegnato alla Digos un documento indirizzato a Moratti, poichè la dirigenza si è rifiutata di incontrare la delegazione. Questo il testo

Le associazioni e i movimenti qui rappresentati sono oggi davanti ai cancelli della più grande raffineria d’Europa, qui a Sarroch, per manifestare la drammaticità della crisi sarda che impoverisce sempre più tutte le categorie lavoratrici sia quella salariata sia quella così detta autonoma, degli artigiani, dei commercianti, dei trasporti, degli agricoltori e dei pastori.

La scelta della Saras non è casuale perché il prezzo del carburante incide pesantemente ed attraversa tutte le categorie che necessariamente fanno uso della benzina e del gasolio non solo per normale circolazione, ma specificamente per il lavoro.

La Sardegna in particolare è penalizzata sia per gli assurdi ed ingiustificati costi della corrente elettrica derivante da fossili sia per i costi enormi della benzina e del gasolio, che in presenza della raffineria dovrebbero avere ben altra incidenza.

I sardi già pagano pesantemente le servitù industriali e l’inquinamento che ne deriva sul proprio territorio senza alcun beneficio, relativamente al costo del carburante che in Sardegna dovrebbe avere un costo inferiore e scontato.

Per questo motivo siamo qui a rimarcare lo stridente e assurdo rapporto tra gli enormi profitti della Saras e l’inquinamento che, tra l’altro, sono usciti dall’obiettivo uno e dai vantaggi ad esso legati proprio per il superamento degli standard imposti dall’Europa a causa della ricchezza della Saras.

La giornata di oggi segna un limite oltre il quale non è più possibile andare. La Saras deve pagare pegno ai sardi, che non possono accontentarsi più delle sole buste paghe degli operai, che hanno pagato anche con la propria vita e pagano ogni giorno col rischio la perdita del loro lavoro.

Ora la Saras, soprattutto in un momento di crisi come l’attuale, deve aiutare i sardi, riconoscendo loro uno sconto significativo sul prezzo dei carburanti che agevoli il loro lavoro e la loro vita.

I manifestanti


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