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Sardegna, per la CNA è crisi dell’edilizia. Stime 2013 non rassicuranti

Creato il 18 aprile 2013 da Yellowflate @yellowflate
Sardegna, per la CNA è crisi dell'edilizia. Stime 2013 non rassicuranti

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Non si arresta la crisi del settore in Sardegna. Dopo il forte calo registrato nel 2011 (-7%), nel 2012 il settore sconta una ulteriore riduzione dei livelli di produzione che sfiora il 3%; ma soprattutto le prime stime per il 2013 indicano che i tempi per una ripresa non sono maturi: nell’anno in corso infatti il volume degli investimenti arretra ancora del 2,8% e il valore della produzione del 2% rispetto al 2012.

In Regione il livello complessivo della produzione del settore nel 2012 si attesta su poco più di 5,1 miliardi di euro, con una riduzione che riguarda i nuovi investimenti (-8%) a fronte della stagnazione del rinnovo.
I nuovi investimenti residenziali -10% si sommano al -6,8 del rinnovo, determinando una riduzione complessiva di quasi il 9% del segmento più importante del mercato. Male le opere del Genio Civile -8%. Unica nota positiva l’edilizia non residenziale (+7% tra pubblico e privato) ma si osservi che rispetto al livello massimo di espansione, il 2003, risulta inferiore del 44%.

“Siamo nel pieno di una crisi – dichiarano Francesco Porcu e Mauro Zanda rispettivamente segretario regionale CNA e presidente regionale delle costruzioni – che sta spazzando via centinaia di imprese, gettando sul lastrico migliaia di famiglie. La capacità di resistenza delle imprese ancora attive è allo stremo. Non hanno più disponibilità finanziarie, i rubinetti del credito sono chiusi e le banche stanno forzando le richieste di rientro”.

La condizione per attenuare la spirale recessiva è legata alle restituzioni dei crediti delle P.A. , all’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità e al il rilancio degli investimenti .

Sul patto di stabilità sosteniamo la proposta di emendare La legge Regionale 16 del 2010 per risolvere l’annosa questione della doppia imposizione dei vincoli di “patto” a danno delle risorse destinate al Fondo Unico degli Enti locali. Si libererebbero circa 600 milioni di euro da destinare allo sviluppo e al rilancio degli investimenti

Le speranze accese nelle scorse settimane in ordine alla possibilità che la P.A. – affermano i vertici di CNA – liquidi finalmente con tempestività i crediti vantati dalle imprese, stanno affogando nella macchinosità delle procedure, nei bizantinismi dei regolamenti, nella trafila dei provvedimenti autorizzativi, e induce a pensare che non arriveranno risposte certe e immediate.

Il decreto del governo – secondo Porcu e Zanda – non prevede alcun meccanismo operativo che consenta alle imprese di ottenere in via diretta il pagamento di quanto dovuto.

Sosteniamo da tempo- affermano – che vada introdotta la possibilità di una compensazione tra crediti commerciali e somme dovute a titolo tributario, previdenziale e assistenziale.

“Tutto questo non basta, sono necessarie poi politiche pubbliche, che rimettano in moto la domanda e sostengano gli investimenti.

Il governo regionale su questo punto è inerte, non fa nulla, ma è pure inadempiente.

Degli impegni assunti lo scorso anno, per l’avvio dei piccoli cantieri e sulle opere immediatamente cantierabili, è rimasta solo confusione e un nulla di fatto.

La manovra di bilancio 2013 è infarcita di misure inefficaci e assistenziali, su cui vengono appostate risorse che con miglior esito dovrebbero essere indirizzate, come proponiamo da tempo, per sostenere l’avvio di un programma di riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici pubblici.

Sardegna, per la CNA è crisi dell’edilizia. Stime 2013 non rassicuranti

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