Depress
Mancano meno di dieci giorni alla partenza del Sardegna Rally Race. Giochi fatti, penserete.
Sbagliato, il bello dei Rally, più che in ogni altra disciplina del fuoristrada, è che i giochi non sono mai fatti. Avete un’idea delle variabili che entrano in gioco in un Rally? Si? No. Salvo che non ne abbiate organizzato uno non potete saperlo. È un impegno immane, gigantesco, costellato d’insidie e d’imprevisti, e soprattutto talmente vario che si fa fatica soltanto a star dietro a tutte le cose che ci sono, e che ci saranno da fare, per abbassare quella benedetta bandiera a scacchi, alla prima alba e fino all’ultimo tramonto. Perché questo? E perché imbarcarsi in un’avventura tanto complessa? Adesso la risposta è semplice: perché i Rally sono le corse più belle del Mondo. E tanto più sono impegnative, difficili, complesse, tanto più sono belle. Tutto questo vale per gli organizzatori, ma anche e soprattutto per i Piloti, che partecipano alla parte migliore di tanta, meravigliosa complessità: la competizione.
Deve essere anche per questo che oltre cento “intenditori” di Fuoristrada hanno aderito alla quinta edizione del Sardegna Rally Race, con un incremento del numero degli iscritti che, percentualmente, è ancora da definire con esattezza, ma grosso modo è l’inverso di quello che dipinge la drammatica “flessione” di vendita delle motociclette (e a quanto pare, proprio le Fuoristrada rappresentano un salvagente). Oltre cento, e che cento! Tutti i fuoriclasse della Specialità, da Cyril Despres a Marc Coma, passando per i Campioni del Mondo Helder Rodrigues e Camelia Liparoti. Tutti i migliori italiani, i “soliti” Graziani, Mancini, Zanotti e Co., e gli astri nascenti, uno per tutti quel Joan Barreda che in quanto a manetta ha già fatto vedere i sorci verdi a tutti, salvo poi dimostrarsi ancora un po’ acerbo, alcuni dicono irruente, nella difficile, quanto basilare, arte della navigazione. Ma l’elenco dei possibili outsiders è lungo, e comprende Jakub Przigonski, Paulo Gonçalves, l’intera Squadra Bordone-Ferrari, l’altro spagnolo Israel Escalera. Concorrenti dall’Italia, finalmente tantissimi, ma da tutte le parti del Mondo. Da Spagna, Francia, Portogallo, Polonia o Inghilterra, che sono le Nazioni storicamente sempre presenti, ma anche da Paesi come Sud Africa, Brasile, Cile, che bussano insistentemente alla porta dei grandi eventi con il Road Book, o che vi avvicinano con interesse e curiosità, come Venezuela, Uruguay, india, ed altri ancora.
Inutile ricordare, ancora una volta con una punta di immenso piacere, che al Sardegna Rally Race torna anche Stephane Peterhansel, il riferimento universale di un modo di vivere i Grandi Rally senza compromessi, vale a dire vincendo. Peterhansel non torna in moto per dimostrare qualcosa, non ne ha certo bisogno, ma semplicemente perché il Sardegna Rally Race gli piace, così come piace alla sua compagna della vita, Andrea Mayer. Al fuoriclasse francese piace andare in moto, tornare a respirare l’atmosfera della Grande Corsa con il vento in faccia, e piace la Sardegna, con le sue ambientazioni e le sue straordinarie atmosfere.
La Sardegna, vale la pena scivolare nel retorico, è un Paradiso, uno di quei luoghi che accendono l’immaginazione e la voglia di partire, e lo è a maggior ragione per il Fuoristrada, per quella geografia di antiche vie che permangono legate alla tradizione dell’Isola e come tali restano incontaminate. Sono dedali di piste e di sentieri, vie naturali che portano su alture vertiginose da dove i paesaggi sono incomparabili, attraversano pianure e valli incantevoli o aprono varchi in mezzo alla vegetazione lussureggiante e fittissima. Tutte quante, come ogni tappa del Rally, portano infine al mare, sulle spiagge che attirano in Sardegna, ogni anno, milioni di turisti.
Cinque tappe negli scenari più belli della Sardegna, da domenica 24 a Giovedì 28 Giugno, lungo un percorso in gran parte inedito e sempre affascinante. Soste “obbligate” tra San Teodoro, che è la Capitale di Bike Village e del Sardegna Rally Race, e Arbatax, e due tappe ad “anello” che partono ed arrivano nello stesso posto, riportando i concorrenti sulla spiaggia ancor più in fretta. Una sola delle cinque tappe finisce nell’entroterra, nello scenario incredibilmente suggestivo del santuario di Sa Itria, che ospiterà come lo scorso anno l’indimenticabile notte della tappa marathon del Rally, magico punto di congiunzione tra la seconda e la terza tappa.
Antonello Chiara e Gianrenzo Bazzu, i fondatori del Sardegna Rally Race, e prima ancora di Bike Village, cercano di pensare a tutto, ed anche a tutti. Perché il Rally deve essere anche una grande festa, oltre che intransigentemente una competizione di massimo livello. Pensano agli accompagnatori, mogli, fidanzate, mamma e papà dei Piloti, gli amici, da accogliere con l’ospitalità caratteristica del Rally. Agli alberghi, che scelgono oltre gli standard, ai premi da consegnare nella notte delle stelle di fine Rally. Ai vincitori di solito basta il successo sportivo, ma questo inesorabilmente tende a sfuggire agli appassionati più giovani o inesperti. Così sono indetti due Challenge. Il primo è il “Paradise Resort Punta di l’Aldia”, che premia i primi tre non-pro (o over cinquanta), che cioè non siano mai entrati nei primi nel Mondiale o alla Dakar. Sono in palio la restituzione della quota di iscrizione e due vacanze di una settimana a San Teodoro. Il secondo è il Challenge Bike Village-NPO, che mette in palio la partecipazione alla Baja Maroc per il miglior Under 25 in classifica al Sardegna Rally Race.
Sardegna Rally Race, Spirit Of Racing