Anche chi pensa ad una zona franca integrale in Sardegna deve necessariamente partire dall’attuazione immediata delle zone franche doganali istituite nel 1998 con il “decreto Palomba”. E’ questo il messaggio lanciato questo pomeriggio a Cagliari durante una conferenza stampa organizzata dall’Italia dei Valori per dare un contributo al dibattito sull’istituzione delle zone franche in Sardegna e soprattutto per accogliere l’appello dei sardi e delle imprese isolane che chiedono interventi concreti contro la crisi economica. Un’iniziativa – è stato detto – che non vuole contrapporsi ai movimenti e alle organizzazioni che si stanno occupando della zona franca né alla manifestazione che si terrà lunedì a Roma. Ma che nello stesso tempo intende denunciare con forza l’inerzia delle istituzioni che per quindici anni non hanno fatto nulla per dare attuazione ad una importante opportunità per l’economia sarda.
«Perché le classi dirigenti sarde hanno tenuto in freezer per quindici anni questa opportunità e si svegliano soltanto adesso?, ha detto il segretario regionale Idv Federico Palomba rivendicando con orgoglio la paternità del decreto da lui negoziato con lo Stato con cui nel 1998 sono state istituite le sei zone franche di Portoscuso, Cagliari, Arbatax, Oristano, Porto Torres e Olbia.
Secondo il costituzionalista Pietro Ciarlo, che durante la presidenza della Giunta Palomba presiedette la commissione paritetica Stato-Regione che formulò il decreto, le zone franche doganali potrebbero essere un’ottima opportunità a patto che le istituzioni, Giunta regionale in primis, trovino in giro per il mondo imprese, soprattutto extraeuropee, in grado di farle decollare installandosi nelle zone portuali. «Sulla zona franca – ha detto Ciarlo – bisogna fare chiarezza: ci sono quella urbana, quella fiscale che nel sentire comune significa riduzione delle tasse, e quella doganale. Quest’ultima esiste già in Sardegna, ma sui territori vanno predisposte ulteriori attrattive».
L’europarlamentare Giommaria Uggias ha invece criticato duramente l’iniziativa del governatore Ugo Cappellacci in programma lunedì a Roma: «L’Unione europea ha detto che la Regione non ha alcuna competenza nell’istituzione delle zone franche – ha spiegato il parlamentare europeo carte alla mano – e anche lunedì a palazzo Chigi Cappellacci troverà le porte sbarrate. Il modello che lui propone è una bufala irrealizzabile: immagina una grande zona franca di consumo dove non si pagano iva e accise ma non è possibile che sardi debbano essere presi in giro da un pifferaio magico. La zona franca – ha concluso – non è uno strumento da utilizzare in campagna elettorale per mascherare una legislatura fallimentare».
Pronto ad entrare in azione anche il Gruppo consiliare Idv del Comune di Cagliari con un ordine del giorno: «Si potrebbe cominciare con un progetto pilota – ha spiegato il capogruppo Giovanni Dore, presente alla conferenza assieme al collega Ferdinando Secchi – con una ricerca di imprese mirata per il decollo della zona franca. Chiederemo una sollecitazione anche da parte del Comune di Cagliari».