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Sardegna:CNA e FITA chiedono un nuovo modello di continuità territoriale

Creato il 17 giugno 2013 da Yellowflate @yellowflate

CNA1Incontro tra Regione e Associazioni su emergenza
trasporti marittimi e continuità territoriale

CNA Sardegna e CNA FITA Sardegna: “Serve un modello di continuità territoriale e una strategia dei Trasporti condivisa che garantiscano efficaci collegamenti per le merci e le persone da e per la Sardegna”

Si riapre il dialogo e il confronto con un Tavolo sul Trasporto

 

Il Presidente CNA Sardegna Bruno Marras insieme al Vicepresidente CNA FITA Sardegna Francesco Pinna e al responsabile di settore Valentina Codonesu, hanno illustrato nell’incontro convocato dal Governatore Cappellacci la posizione della Confederazione sul trasporto marittimo e sulla continuità territoriale delle merci.

“Positiva l’apertura di un tavolo di confronto sul Trasporto: è un’emergenza che riguarda l’intera economia isolana – ha dichiarato Bruno Marras. – Siamo ostaggio delle compagnie di navigazione, relegati dentro un territorio reso sempre più povero da questo isolamento, Cenerentola dell’Italia e del Mediterraneo: la Regione deve esercitare le proprie competenze in materia di continuità territoriale”.

Marras ha disegnato uno scenario complessivo di sostanziale “discontinuità” della Sardegna: l’inarrestabile incremento tariffario, la condizione restrittiva della concorrenza degli armatori, il caro gasolio, la contrazione generale dei volumi merci e passeggeri e i picchi della sola offerta stagionale, che allontanano sempre più la Sardegna da condizioni paritarie di costo del trasporto e di mobilità. Condizioni che obbligano gli operatori del trasporto su strada a sopportare costi non in linea col mercato della penisola, che incidono poi fortemente anche sul valore delle produzioni e delle lavorazioni sarde.
“Si tratta di definire un modello di continuità territoriale marittima inquadrandolo in una complessiva Strategia politica per il Trasporto per la nostra isola, che tenga conto delle reali esigenze logistiche e di collegamento, senza confusione e improvvisazione, e che ad oggi di fatto manca – ha dichiarato il Presidente regionale CNA”.
Marras ha sollecitato l’apertura di un confronto e di un dialogo tra la Regione e le parti economiche per affrontare insieme le nodali questioni che riguardano la continuità territoriale e il Trasporto, da lungo tempo tenute in sospeso dall’inerzia regionale e sollecitate dalla Confederazione negli ultimi anni: la mancata predisposizione del piano regionale dei Trasporti, l’incerta programmazione di strategie di breve e medio periodo, la mancata spendita delle ingenti risorse previste nelle ultime tre Finanziarie a sostegno dell’abbattimento del nolo marittimo per l’Autotrasporto sardo, la debole rivendicazione di un ruolo determinante con lo Stato sul trasporto marittimo e sulla Convenzione con Tirrenia, l’improduttiva esperienza della Flotta Sarda, l’incompiuto stato di attuazione delle Leggi sulla continuità territoriale.

Il Vicepresidente della CNA FITA Pinna ha messo in rilievo l’importanza della sentenza Antitrust sul cartello degli armatori, denunciato dalla CNA FITA con un esposto nel 2011, analizzando l’incidenza del nolo marittimo sulle dinamiche del costo finale del trasporto su strada. Sono stati evidenziati i costi indiretti derivanti da immobilizzazioni veicoli nelle operazioni di carico/scarico, di mancato imbarco, i costi aggiuntivi che compongono la tariffa marittima.
“Dobbiamo puntare ad avere un riconoscimento che avvicini i costi marittimi a quelli minimi dell’autotrasporto su strada per non essere tagliati fuori dalla competizione del mercato – ha dichiarato Pinna”.
Sono state quindi rinnovate da parte di CNA le proposte che fin dal 2011 le Associazioni coordinate in Rete Imprese Italia avevano formulato senza alcun riscontro da parte della Giunta Regionale: avviare un sistema di controllo chiaro continuo ed indipendente dell’andamento del trasporto in tutte le sue variabili al fine di poter prevedere l’impatto di scarti sia della domanda che dell’offerta, che delle variabili di costo interne; di valutare gli effetti di una possibile crisi; avviare azioni tese a salvaguardare sia il trasporto merci che quello passeggeri e definire strategie regionali di trasporto; garantire un’offerta adeguata ed omogenea di trasporto marittimo in tutti i mesi dell’anno con particolare attenzione ai movimenti della domanda; ridurre al minimo le tensioni sui prezzi o perlomeno renderne l’effetto più graduale con una politica di sostegno al sistema, fino a valutare la possibilità di interventi mirati sulle priorità della continuità territoriale; coinvolgere in questo processo un tavolo permanente del sistema delle Associazioni di categoria distinguendo gli specifici interessi.



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