Intervista al Prof. Giancarlo Nonnoi
Aspetti di una storia articolata dei Sardi, già raccontati ma che per un aspetto o per un altro sono caduti nel dimenticatoio (Giancarlo Nonnoi)
di Alessandro Ligas
Un progetto che ci racconta un diverso modo di leggere la storia della Sardegna e che ci svela particolari dimenticati e che ci sbalordiscono.
Chi avrebbe mai detto che a San Giovanni Sinis e a Gonnesa sono stati ritrovati resti di mammut nano? Stiamo parlando di un probabile antenato del possente animale continentale dal nome scientifico Mammuthus trogontherii. Il mammut sardo, ritrovato nel XIX secolo, è l’unico mammut endemico d’Italia. Si stima che quando era ancora in vita non superava i 150 cm di altezza al garrese. I calchi di buona parte delle ossa ritrovate a Gonnesa sono oggi esposti nel Museo PAS di Carbonia. All’interno del database è presente anche il prolagus, una specie di topo-coniglio, che, secondo alcuni studi, era uno dei piatti tipici dei nuragici. Probabilmente estinto in epoca romana a causa dell’introduzione nell’isola di nuovi predatori o competitori ecologici (conigli e lepri) ma non è da escludere anche la trasmissione di agenti patogeni da parte di questi ultimi
Abbiamo incontrato ilProf. Giancarlo Nonnoi, che ci ha raccontato il progetto.
Chi è “Sardoa d-Library” e con quali obiettivi nasce?
SARDOA d-libraryè una biblioteca digitale tematica, la prima del genere in Sardegna, che trae impulso dall’esperienza e dall’attività di ricerca nell’ambito della storia della scienza e delle tecniche. I suoi obiettivi sono documentare la circolazione delle idee scientifiche e filosofiche in Sardegna nell’Età moderna, ma anche mettere a fuoco le rappresentazioni dell’Isola e gli studi sui diversi aspetti della realtà isolana elaborati e diffusi in ambito nazionale ed internazionale.
Il progetto nasce come un’attività di ricerca pluridecennale. È sempre stata nei miei pensieri e nelle mie intenzioni e in questi anni si sta concretizzando. È il tentativo di trasferire i risultati di un lavoro molto lungo, che ha ad oggetto la storia della scienza.
Vorrei precisare che noi non pensiamo al nostro progetto come ad una biblioteca, dove i libri vengono catalogati e messi a disposizione del pubblico. Noi vogliamo realizzare, e lo stiamo già facendo, una struttura di servizio sulla ricerca e per la ricerca che si è sviluppata in Sardegna. Noi siamo in primis dei ricercatori, e conosciamo quei materiali come studiosi. Il progetto è stato studiato, sia con finalità divulgative, sia per andare incontro alle esigenze dei ricercatori. Infatti, attraverso il supporto di strumenti interattivi di visualizzazione, di esplorazione testuale e 3D view, abbiamo ampliato il concetto stesso di biblioteca digitale rendendola non più semplice collezione passiva di oggetti ma un luogo dinamico dove poter interagire con i testi e con le immagini.
Ricordo che uno degli episodi che mi ha spinto sempre di più a proseguire nel mio progetto fu durante un convegno del prof. Busa sugli Hypertesti. Padre Busa è stato un pioniere nell’uso dell’informatica applicata alla linguisticae sono stato stimolato a proseguire in questa direzione.
Come funziona?
Scusi, non ho capito, in 3D?
Sì, in 3D. Le faccio vedere. [ndr: Breve ricerca su http://www.Sardoa.eu: “Cranio : Calotta cranica con trapanazione sul vivente”]. Vede questo è un teschio di età nuragica e proviene dal Museo Sardo di Antropologia ed Etnografia – Università di Cagliari (Monserrato). Ecco siamo riusciti a studiare la “3D Views” che le permette di poter vedere a 360° il reperto, in pratica come se lei lo avesse in mano. Inoltre, qualora voglia vedere più da vicino il cranio, ha la possibilità di zoomare e analizzarlo soffermandosi sui dettagli. Naturalmente questo non è l’unico reperto visualizzabile in 3D sono tanti e in continua crescita: reperti paleontologici, antropologici che si affiancano a quelli presenti in formato immagine statica…
Quanti testi sono presenti nel catalogo e qual è la loro provenienza.
È difficile fare una stima. Senza contare che noi non quantifichiamo i record del database, tendiamo a lavorare per nuclei tematici, cercando di incrementare la presenza dei documenti di riferimento negli ambiti della storia delle scienze nei quali portiamo avanti i nostri studi. Inoltre non pubblichiamo i materiali fino a che non abbiamo compiuto le verifiche necessarie. Nell’ultimo mese abbiamo inserito circa 4000 immagini, non saprei dire a quanti testi equivalgono. Noi ragioniamo in genere per items e attualmente risultano circa 25.000 inseriti e disponibili e sono attorno al migliaio le schede catalografiche fruibili. Accanto a questi ci sono i materiali sui quali stiamo ancora lavorando.
Vede, una delle caratteristiche del nostro progetto di ricerca, non è quella di puntare sulla quantità, ma sulla qualità. Sia delle immagini sia dei metadati. Per farle un esempio nella cartografia noi non soltanto siamo in grado di dare all’immagine una qualità ben superiore rispetto a quella presente in altre biblioteche digitali ma, e questo è un nostro punto di forza, abbiamo la certezza assoluta dei dati inseriti come la datazione e l’edizione esatta del testo da cui è stata estratta la carta. E posso dirle che il lavoro non è stato dei più semplici.
O ancora, un lavoro che abbiamo appena concluso è la completa digitalizzazione del fondo archivistico delle carte appartenute al geologo e paleontologo Domenico Lovisato, custodite nel Museo omonimo dell’Università di Cagliari. Anche in questo caso la lettura di ogni documento si è resa necessaria per attribuire i metadati e per realizzare una catalogazione essenziale che permette di esplorare importanti documenti finora inediti.
Vorrei infatti sottolineare che all’interno del nostro catalogo sono presenti testi di cui non è mai esistita una copia digitalizzata.
Hanno messo a disposizione i materiali digitalizzati nell’ambito del progetto Sardoa biblioteche sarde e private tra i quali la Biblioteca del Distretto delle Scienze Umane Università di Cagliari, Biblioteca del Dipartimento di Botanica Università di Torino, Archivio storico, Biblioteca generale e di Studi sardi Comune di Cagliari, Archivio di Stato Torino, Museo sardo di Antropologia ed EtnografiaMuseo sardo di Geologia e Paleontologia Domenico Lovisato, Biblioteca del Distretto Biomedico-scientifico Facoltà di Scienze della Terra Università di Cagliari, Biblioteca del Distretto Tecnologico Facoltà di Ingegneria Università di Cagliari che ringraziamo per la loro disponibilità. Ci sono poi alcune collezioni private e, tramite precedenti progetti che sono confluiti in Sardoa, sono accessibili alcuni libri di altre strutture, come la Biblioteca universitaria di Cagliari.
Qual è la disciplina più presente?
Noi non facciamo una scelta in base ad una disciplina o l’altra, la presenza o meno di un settore è dovuta ai nostri interessi di studio e alla disponibilità negli archivi delle opere. Posso dirle che nel catalogo sono presenti molti testi di geologia e paleontologia su cui ultimamente stiamo conducendo ricerche. Sono ben rappresentati e sono in continuo incremento, gli ambiti delle scienze della vita, della storia dell’agricoltura, delle scienze mediche, della corografia e della geografia.
Che difficoltà avete incontrato?
Le difficoltà maggiori forse riguardano i rapporti con alcuni istituti di conservazione. Mentre con alcune istituzioni c’è stata un’intensa collaborazione – sia nell’ottica della maggiore diffusione delle conoscenze ma anche della tutela degli originali tramite l’ausilio delle tecnologie digitali – in qualche caso c’è stata diffidenza verso il progetto. Dietro c’è la paura, ingiustificata, che la divulgazione digitale delle opere sottragga lettori all’archivio o alla biblioteca. In realtà così non è, come dimostrano le numerose iniziative di digitalizzazione a livello internazionale. E il collegamento dai cataloghi delle biblioteche alla lettura integrale delle opere su Sardoa, altro aspetto che vorremmo a breve sviluppare, è un servizio in più che le biblioteche possono offrire ai loro lettori che, tra l’altro, consente di preservare i materiali antichi.
Un altro limite è quello di carattere economico finanziario: oggi è sempre più difficile reperire finanziamenti per progetti di ricerca.
Prossimi passi?
Stiamo pensando di implementare il sistema con diverse funzionalità. Oggi stiamo lavorando sull’interoperabilità dei testi. Stiamo ragionando sullo sviluppo della ricerca intratestuale e stiamo cercando di migliorare l’usabilità dei documenti, cosa che per noi, come ricercatori, riteniamo fondamentale per poter restituire alla ricerca ed ai ricercatori un prodotto funzionale.
In quest’ottica abbiamo adattato alle nostre esigenze il sistema di ricerca full text a nostro parere attualmente più efficace, quello utilizzato dalla digital library americana “internet archive”, a cui partecipano importanti istituzioni bibliotecarie americane e che ha tra i suoi supporter istituzionali la Library of Congress e la National Science Foundation. Abbiamo tuttavia l’intenzione di inserirepienamente Sardoa in un circuito internazionale di rilievo come quello costituito da Internet archive – Open librarye a questo fine abbiamo già avviato i primi contatti per realizzare l’interoperabilità tra i due sistemi.
Inoltre stiamo verificando la possibilità di una maggiore interazione con le immagini.
Ancora, stiamo ultimando lo sviluppo del portale in Sardo Campidanese, c’è un nostro collaboratore, Carlo Mulas, che sta procedendo con le traduzioni; stiamo arricchendo la versione in inglese e avviando le traduzioni in spagnolo. Stiamo anche procedendo con una sezione dedicata agli ebook in formato e-pub e pdf.
Da chi è composta la squadra di Sardoa?
Il gruppo di lavoro è composto da Silvia Conti, coordinatore esecutivo di progetto. Phd in Storia della Scienza; Carlo Mulas, collaboratore scientifico acquisizione e creazione contenuti digitali. Master in Web Journalism e Comunicazione Multimediale; Ilaria Corda, collaboratore scientifico attività di ricerca e sviluppo. Phd in Computing – Artificial Intelligence e Semantic Web technologies. Search Engine Team, The British Library (UK); Valeria Conti, collaboratore ricerca cartografica, sviluppo iconografico e interfaccia grafica. Master in Master in Sistemi Informativi Geografici; Federica Artizzu, collaboratore scientifico acquisizione contenuti. Master in comunicazione della scienza; Paolo Villani, collaboratore scientifico acquisizione contenuti.Phd in Storia della Scienza; Milena Coloccini, collaboratore linguistico. Interprete e traduttrice. Analista tecnico-funzionale specializzata in sviluppo sistemi. Ed infine io, Giancarlo Nonnoi, Professore di Storia della Scienza e delle Tecniche all’Università degli Studi di Cagliari, in qualità di coordinatore scientifico del progetto.
Che ruolo ha avuto la Sardegna nella circolazione delle idee scientifiche e filosofiche?
La Sardegna ha avuto un ruolo piuttosto modesto e marginale, ma questo non significa che non ci siano state idee innovative e che non ci sia stata attività scientifica. Nella nostra terra sono approdati scienziati da altri luoghi, che hanno messo a contatto gli ambienti locali con i dibattiti scientifici europei. Molto importante è stata anche l’attività storicamente svolta dalle due Università. Inoltre, i processi di circolazione del sapere, di adattamento e di modificazione delle idee scientifiche non permettono di considerare la Sardegna solo una passiva testimone.
Dobbiamo anche sottolineare che su alcune tematiche, quali la geologia mineraria, la Sardegna è stata molto importante in quanto ha costituito un modello nella costruzione dello studio italiano della geologia. Recentemente si è svolto sia a Cagliari che a Montevecchio e Ingurtosu un Simposio Internazionale su Johann Georg Bornemann, figura di primo piano nella storia dell’epopea mineraria della Sardegna, al cui nome è legato il Palazzo della Direzione della Miniera di Ingurtosu. Ricordiamo che durante i suoi soggiorni in Sardegna ebbe modo di studiarne i fossili, le rocce e le piante. Le sue monografie sui fossili del Cambriano sardo sono ancora oggi un classico della letteratura scientifica sulla paleontologia dell’Isola. E come non citare anche La Marmora con le sue ricerche ottocentesche sulla paleontologia; ed anche Domenico Lovisato, Istriano, che nell’isola ha dato vita apreziose collezionied acirca un centinaio di pubblicazioni, di cui alcune fondamentali per la conoscenza geologica della Sardegna.
Carcharodon megalodon – Dente di Squalo (fonte Sardoa)
Sono emersi aspetti e curiosità sulla Sardegna? Ho letto del coccodrillo “Sardo”?
Diciamo che sono emersi aspetti già raccontati che per un motivo o per un altro sono caduti nel dimenticatoio. La storia geologica della Sardegna si presta bene a raccontare tante storie: basti pensare che ad Is Mirrionis sono stati ritrovati i denti di uno squalo gigante o il guscio di una tartaruga marina di 25 milioni di anni fa. Oppure cosa raccontare di un teschio di un nuragico con tre fori in testa… che poi la cosa stupefacente è come sia riuscito a restare in vita dopo i primi due…
Sarà forse l’esempio dell’esistenza dell’accabbadora in tempi antichi?
Non credo… si pensa più a interventi a carattere terapeutico o rituale, ma sono soltanto ipotesi.
[Tornando agli aspetti curiosi] Tra le altre curiosità con cui ci siamo confrontati nel corso del lavoro, ad esempio, c’è il fatto che uno dei nostri libri, fornito dalla Biblioteca comunale di Cagliari e digitalizzato nell’ambito del progetto internazionale ARISTHOT-Sciences en Méditerranée è stato il più letto della biblioteca digitale francese E- Corpus: il suo titolo è“Repertorio alfabetico dei nomi degli alberi, arboscelli, fruttici, radici, corteccie, fiori, semi, erbe e piante sarde in italiano-sardo e sardo-italiano coll’indicazione terapeutica delle piante medicamentose e repertorio alfabetico dei nomi dei pesci in italiano-sardo-francese e sardo-italiano-francese / redatti per cura del chimico farmacista Ignazio Cugusi Persi di Cagliari”
Ecco sono tanti gli aspetti curiosi che emergono, anzi, che riemergono.
Il ruolo, oggi, della rete nella diffusione delle idee scientifiche e filosofiche
Oggi uno degli strumenti che presenta più potenzialità anche per la diffusione della cultura scientifica sono i social. Usata con cura e attenzione, la rete dà un valido apporto per sviluppare e veicolare le informazioni in maniera più ampia rispetto al passato.
Oggi con la rete internet, e con questo strumento, Sardoa, quali prospettive di crescita ci sono?
Ci sono enormi potenzialità di crescita, tutto dipende dalle risorse che riusciamo a reperire per poter ampliare e il progetto. Abbiamo già presentato, di recente, alcuni progetti per la realizzazione di itinerari tematici interattivi fruibili da utenti con differenti livelli di specializzazione e sulla base di differenti interessi. L’obiettivo è fornire gli strumenti perché ciascuno possa costruire un proprio percorso attraverso i materiali della Sardoa d-library. Per offrire ulteriori strumenti di consultazione dei documenti digitalizzati stiamo inoltre lavorando ad una sezione del catalogo chiamata “Autori” che aiuterà ad inquadrare meglio la vita degli studiosi che, in Età moderna, si sono occupati di indagini scientifiche in Sardegna o sulla Sardegna. Questa sezione vuole superare i limiti di molte schede biografiche presenti in internet. Infatti quando navighiamo, ci imbattiamo con estrema facilità in informazioni biografiche e schede di autori, ma ci siamo mai chiesti se queste schede siano corrette? Molte non lo sono ed il nostro intento è proprio quello di “pulire”,anzi “ripulire” gli errori che, grazie ai meccanismi della rete, si sedimentano con facilità. Questa sezione aiuta infine a conoscere anche figure di cui poco o, in alcuni casi, nulla ancora si sa.
I politici ripetono che l’Italia è un paese che deve puntare sulla cultura, ritenendolo un settore fondamentale, quanto di nuovo emerge da questa biblioteca digitale?
La cultura non è soltanto quella legata alle tradizioni o ai monumenti, ma è anche quella scientifica. In Sardegna dal punto di vista della Storia della cultura scientifica è stato fatto davvero poco o quasi niente, con il nostro progetto noi vogliamo contribuire a ricostruire una storia articolata dei Sardi.
La ringrazio
Ulteriori informazioni su Sardoa sono reperibili sul sito internet oppure sull’account face book Sardoa d-Library