Sarinski e la giornata internazionale della donna

Creato il 09 marzo 2011 da Sarinski
Nell'Anno Domini del Signore 1911, il 25 Marzo, a New York succede una cosa terribile: sessantadue persone si gettano dallo stabilimento della fabbrica tessile Triangle nel disperato tentativo di salvarsi la vita dall'incendio divampato all'ottavo piano, che ne uccide altre ottantaquattro. Sono giovani di entrambi i sessi, ma in maggioranza sono ragazze di origine italiana e est europea. Alcuni si chiamano Sonia Wisotsky, Vincenza Billota, Josephine Cammarata, Max Lehrer.
I proprietari della fabbrica, Max Blanck e Isaac Harris, passano alla storia come gli esecrandi infami pezzi di merda che portarono le chiappe in salvo lasciando morire gli operai che erano stati chiusi a chiave nei luoghi di lavoro per evitare che rubassero o si trattenessero troppo alle macchinette per l'annosa questione della scelta tra le arachidi salate e il Kinder Delice; delle brave persone, insomma.
Sebbene l'incidente abbia avuto un’enorme eco politica in materia di sicurezza sul lavoro, e vorrei ben vedere, soprattutto perché la fabbrica tra il Novembre del 1908 e il Febbraio del 1909 era già stata la protagonista di un lunghissimo sciopero per protestare contro le condizioni di lavoro inumane, il tragico fatto non ha nulla a che fare con l'origine della Giornata Internazionale della donna, che ha ben altre radici.
Eppure, perché si sa che i morti ammazzati sono di modissima, come ci insegna Studio Aperto, molto di più delle Conferenze Internazionali delle Donne Socialiste del primo decennio del Novecento - che voglio dire, che due coglioni, mi sono annoiata solo a scriverlo - si è persa la memoria storica della nascita della manifestazione e dopo la seconda Guerra Mondiale, tra le varie cagate che sono state dichiarate, brilla come un astro al mattino per levatura la leggenda metropolitana ispirata all'incidente del 1911 che vorrebbe la nascita della Giornata Internazionale della Donna il giorno 8 marzo 1908, quando il famigerato bastardissimo MR Johnson, che era davvero un supercattivo, avrebbe, così a cazzo, appiccato intenzionalmente il fuoco alla sua stessa fabbrica (frode assicurativa?), la Cotton, uccidendo le centoventinove operaie rinchiuse al suo interno.
Ora, non mi è dato sapere chi sia la mente luminosa che ha pensato a dei nomi tanto originali, Cotton e Johnson, alcune fonti sostengono che le estrose siano state tali Irene Giacobbo, Tilde Capomazza e Marisa Ombra, autrici di "8 Marzo / Storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna" che hanno fatto man bassa della leggenda; altre che l'oblio sia dovuto alla presa di distanza del dopo guerra dalle radici comuniste e socialiste della Giornata (di cui parlerò in seguito) ma sta di fatto che io con qualcuno debbo pur prendermela se ora ho la Home di Facebook infestata di link che ricordano centoventinove donne mai esistite.
Certo, tra i linkatori pazzi della Giornata della donna, preferisco notevolmente questi ignoranti, che per lo meno esibiscono un dignitoso rispetto, ad altre tipologie di condivisori di note, immagini e status. Vado a elencarne alcuni tra i più odiosi:
- IL SELEZIONATORE
Costui (o costei) non fa gli auguri a tutte le donne. No. Giammai. Lui fa gli auguri solo alle donne "vere" che, e di questo è molto dispiaciuto, ne sono rimaste sempre poche.
Chiunque possieda una pisella in polietilene è pregata di contattarmi immediatamente.
- IL MACABRO
Sottocategoria del SELEZIONATORE fa gli auguri solo a Sarah Scazzi e Yara Gambirasio.
- IL POETA
Torturando la sintassi, costui mescola i colori dell'arcobaleno al volo delle colombe. "Focolare" e "Angelo" sono le sue parole preferite. Il sole è caldo, il cielo azzurro e tu sei un diamante molto bravo perché doni la vita. Tutti alla fine si abbracciano.
- LO SFIGATO
Dato il suo sempiterno insuccesso con l'altro sesso, è stato costretto a coltivare con costanza una personalità originale e il suo postare una rosa blu al posto della scontata mimosa è avanguardia pura. Ti chiama "Fanciulla" o "Donzella" e tu ti figuri per l'individuo un ricco campionario di atroci decessi.
- L'INVIDIOSO
La vuole anche lui la sua festa! Che non è affatto giusto! Se siamo per la parità dei diritti, allora deve avercela anche lui!
- L'ESTETA
In questo giorno l'esteta non riesce proprio a trattenersi dal dire che la vera donna è quella che anche d'inverno è glabra e unta come un guanto di gomma. Segue catalogo di commenti misogini. Ti senti orgogliosa dei tuoi peli e della tua mutanda grigio talpa slabbrata. Gli fai una Macumba.

- IL FANATICO
 Festa per tutto l'anno solare!

- L'ARRAPATA
Corrispettivo maschile dello SFIGATO, l'arrapata è scampata per un soffio alla condanna della verginità eterna, l'8 Marzo è il suo giorno preferito dell'anno perché finalmente potrà chiedere a quello dei Centocelle Nightmare che vorrebbe essere Luca Dorigo di autografarle la cintura Fucking Criminal.
Tra l'altro fanno pure il numero di Burlesque. Una roba imperdibile.
- LA NAZIMAMMA
Amicona del POETA e socia del SELEZIONATORE, per lei valgono solo le donne che sono diventate mamme. Perché a quello servono le donne, ad allattare. Fa gli auguri solo alle altre NaziMamme. Se le dici che non vuoi avere figli le si ribaltano gli occhi all'indietro.
- L'EQUA E SOLIDALE
San Valentino e la Festa della Donna sono solo delle festacce commerciali.
A Natale scarta i regali con la classe di un grasso maiale.
- LA NEMICA DELLE ACACIE
Le mimose per lei puzzano di diarrea. Non ha la minima importanza che siano state scelte come simbolo da Teresa Noce, partigiana anti-fascista, Rita Montagnana, esponente e parlamentare del Partito Comunista Italiano e Teresa Mattei, partigiana, perché fioriscono i primi di Marzo e sono state adottate per la prima volta l'8 marzo 1946 come emblema della manifestazione, il mese precedente al primo suffragio universale della storia italiana. Non si figura nemmeno che negli anni '50, l'altro ieri, distribuire una mimosa a Marzo significava "turbare l'ordine pubblico". Puzzano.
Ora, io avrei insulti e bestemmie a profusione da dedicare a ciascuna categoria. I più coraggiosi mi hanno fatto gli auguri. E' una festa. Io riporto gli auguri allo spermino del mio papà che ha scelto saggiamente di essere una X, ma per me non è affatto una festa, io mi incazzo sempre come un cobra. Mi incazzo con tutti, ho incazzature che partono da tutte le parti.
E quando le mimose sono diventate secche perché durano niente e il perizoma tigrato giace sfinito sui pavimenti dei locali pieni di brillantini, ed è già il 9 Marzo, sono qui a raccontarle.
Non sono una femminista, ma le ringrazio. Non ho nulla da recriminarmi perché sull'argomento sono sempre incazzosa trecentosessantacinque giorni l’anno, ma non mi fa male pensare a loro più intensamente l'8 Marzo. Ho preso le distanze dalla recente manifestazione "Se non ora, quando?" perché ho ritenuto mortificante che la mobilitazione sia nata per il cazzo di Merdlusconi, che lo mettesse dove gli pare. Se lo mette in una minorenne, che sia condannato. Non ho mai sentito il bisogno di dichiarare a gran voce che la mia condotta è ben diversa dalla sua, lo dimostro ogni giorno, ogni giorno impongo con la mia sola presenza i miei diritti. Sono sinceramente sorpresa che tutte le altre lo abbiano fatto, e solo ora. Mi chiedo se qualcuna di loro possa essere inserita nel precedente elenco. Se io mi trovo ancora costretta a ripetere la solita menata del ricordarsi, e per bene (per quanto io possa), chi ha dato il culo prima di me per avere anche solo l’infausta possibilità di votarlo  a Merdlusconi, evidentemente questo è un fallimento umanitario.
La storia della Giornata Internazionale della Donna ha origini eterogenee e frastagliate a causa dell'incostanza della ricorrenza e dei due conflitti mondiali. Dopo che negli Stati Uniti la prima e ufficiale Giornata della Donna fu celebrata il 28 febbraio 1909, l'anno seguente, durante la Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste si decise per l'istituzione di una giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. In Europa e in Italia si iniziò a celebrare nel 1911 in diversi giorni del mese di Marzo. Sono passati cento anni esatti. L'8 marzo 1913 a San Pietroburgo le donne russe guidarono una grande manifestazione che diede inizio alla rivoluzione russa di Febbraio. Il 14 giugno 1921, a Mosca, la seconda Conferenza Internazionale delle donne Comuniste fissò l'8 Marzo come Giornata Internazionale dell'Operaia. E' grazie all'Unione delle Donne Italiane che anche in Italì nel 1944 si riprenderà a celebrare questo giorno e non senza difficoltà, come dimostrano gli scontri degli anni '60 e '70. Il 1975 è designato come Anno Internazionale delle Donne e le Nazioni Unite riconoscono la Giornata l'8 Marzo.

Solo nel 1978 in Italia è stata approvata la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza.
Solo nel 1981 il delitto d'onore è stato abrogato.
Ho idea che sia ancora il caso di ricordare le donne che hanno lottato per me. Una storia pallosissima. Le morti romantiche erano di gran lunga più accattivanti.
-S


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