Foto Nicola Galetto / Il Nazionale
23 GENNAIO – La bruciante sconfitta interna patita con il Parma domenica scorsa ha riportato – dopo la bella prestazione di San Siro con l’Inter – un po’ tutto l’ambiente (tifosi, società, giocatori) coi piedi per terra. D’altronde, l’abbiamo detto più volte, la serie A è questa dove i giocatori più scaltri (che di solito militano sempre nelle squadre avversarie) sono pronti a punirti alla minima ingenuità. E così il Chievo ha subito l’aggangio da parte del Bologna al terz’ultimo posto in classifica e si appresta a disputare in trasferta tre delle prossime quattro partite in pogramma, peraltro, contro squadre che portano il nome di Napoli (al San Paolo), Lazio (al Bentegodi), Udinese (al Friuli) e Juventus (allo Juventus Stadium). Un calendario complicato, a cominciare dalla sfida di sabato pomeriggio alle 18 quando i gialloblù scenderanno in campo contro la formazione di Benitez, più arrabbiata che mai dopo aver subito il pareggio di Rolando Bianchi a Bologna nei minuti finali. Sdoganato definitivamente il 3-5-2, che pare essere il modulo di gioco prediletto da Corini, bisognerà capire con quali interpreti deciderà di giocarsi la partita l’allenatore bresciano. Da Frey, che in settimana ha fatto capire che lui si adatta a fare il centrale ma che in generale lui preferisce il ruolo di esterno, a Thereau, che ancora una volta ha mostrato di non essere in un grande periodo di forma, passando per il dubbio Radovanovic/Bentivoglio da posizionare al centro del campo insieme a Rigoni e all’ottimo Hetemaj di questo periodo.
Foto Nicola Galetto / Il Nazionale
Nel frattempo “impazza” (si fa per dire) il calciomercato. Impazzano le voci, ad essere precisi, perchè per il momento tutto tace, o quasi, sul fronte arrivi, quelli che interessano maggiormente i tifosi. I problemi della squadra, si sa, sono quelli evidenziati fin dalla prima giornata, con una particolare carenza a centrocampo e un’eccessiva abbondanza di giocatori “esterni”, poco funzionali al gioco di Corini. Sfoltire, da una parte, per poter investire, dall’altra, è l’imperativo di Sartori, che se da una parte ha sondato il terreno per cercare di far tornare a Verona ex gialloblù messi in naftalina nelle attuali squadre di appartenenza (Andreolli all’Inter, Cofie e Stoian al Genoa), dall’altra si muove probabilmente in sordina per portare in riva all’Adige i giocatori davvero adatti alle esigenze attuali della squadra. A cominciare da un vice-Rigoni, che quando manca al momento non ha nessuno in grado di sostituirlo, e da un giocatore che possa dare un po’ di sostanza all’asfittico attacco gialloblù, sempre più dipendente dalla vena di Thereau (che però non è un bomber alla Di Vaio o Gilardino, per intenderci) e dall’ispirazione di Paloschi, con capitan Pellissier sempre più ai margini del progetto-Corini (come, peraltro, l’anno scorso), e con Ardemagni e Samassa in procinto di cambiare maglia. Per Sartori, insomma, è arrivato il momento della verità. La salvezza del Chievo dipende, e molto, anche da lui.
Ernesto Kieffer
@ErnestoKieffer
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