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Sassari medioevale. Percorso archeologico tra le mure del Castello

Creato il 22 dicembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Sassari medioevale. Percorso archeologico tra le mure del CastelloIl Sindaco di Sassari  Ganau l’8 dicembre scorso ha inaugurato, assieme al Presidente della Provincia, un un percorso archeologico guidato di 90 metri,  visibili attraverso delle “finestre” di vetro che finalmente restituisce ai sassaresi parte della loro storia.

Si tratta di un’area sconosciuta ai più,  scoperta nel 2008 durante alcuni lavori di rifacimento del centro cittadino. ora una particolare  vetrata consente l’illuminazione esterna dalla sovrastante piazza Castello, su cui e’ stata inserita una struttura su tre lati, anch’essa in acciaio e vetro, mentre internamente le aree, in gran parte avvolte dalle antiche mura originarie, sono illuminate da apparecchi led.

Le strutture esterne sono due bussole di vetro e acciaio inox attraverso le quali si entrerà in Via Brigata Sassari e si uscirà in Piazzetta Cavallino de Honestis. Un percorso archeologico di oltre  cento metri di cunicoli del barbacane, la struttura difensiva su due piani collegati da due scale a chiocciola scavate nella roccia. Una bella  scala in pietra porta al livello superiore dove si puo’ percorrere un altro tratto, piu’ breve, prima di uscire di nuovo sulla piazza da un accesso differente.

Il Castello di Sassari risale al 1330, quando fu costruito dagli Aragonesi. Divenne poi la sede del Tribunale dell’Inquisizione ed, ovviamente, anche una prigione. In epoca Sabauda venne quasi del tutto demolito e nel tempo perse la sua configurazione originale

Nel 2008, durante alcuni lavori di manutenzione delle sottostrutture cittadine,  vennero alla luce i basamenti delle sue mura e, in alcuni punti, ben due piani di fortificazioni, nonché il portale del castello e persino il tracciato del fossato del XV secolo che, appunto, insiste sotto il piccolo giardino recintato.

Gli scavi hanno evidenziato anche come parte delle fondamenta del castello sia stata usata come rifugio antiaereo durante la II Guerra Mondiale e come alcune celle della prigione lì collocata portino ancora le testimonianze dei prigionieri, che si sono espressi con graffiti e disegni.


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