Uno degli archi dell'acquedotto di Satala, in Turchia
(Foto: AA)
Secondo la documentazione storica, la città divenne sede della XV Legio Apollinaris e servì come un quartier generale ma anche come crocevia di percorsi militari che attraversavano l'Anatolia e la Cappadocia. La città di Satala era stata, in precedenza, controllata dagli Assiri, dai Macedoni. Dopo i Romani subentrarono i Bizantini.
Satala era attraversata da un acquedotto con 47 arcate, delle quali rimangono pochi resti. Si pensa che la città fosse estesa su un'ampia superficie e finora sono stati scoperti anelli, armi, vasi, monete che sono custoditi nel Museo Archeologico di Istanbul mentre un busto di bronzo di Afrodite si trova al British Museum di Londra. Il sindaco di Kelkit, nel cui distretto si trova Satala, ha affermato che l'antica città è considerata un sito archeologico di notevole importanza ed è stata esaminata da docenti universitari che hanno redatto un rapporto consegnato al Governatore di Gumushane. Conseguenza di questo rapporto è stata la richiesta di condurre un sondaggio di superficie.
Finora non erano stati condotti lavori archeologici importanti, nel sito. Ora si spera che queste prospezioni mettano fine alle lungaggini burocratiche e alle difficoltà di operare sul campo per mancanza di autorizzazioni e di linee direttive.
L'imperatore Tiberio annesse la provincia di Cappadocia e pose, lungo il fiume Eufrate, alcuni forti militari che dovevano presidiare il limes settentrionale. Al termine della prima guerra giudaica qui furono inviate la Legio XII Fulminata e la XVI Flavia Firma, quest'ultima dislocata proprio a Satala per proteggere il confine sull'Eufrate. Alla Legio XVI subentrò la Legio XV Apollinaris, che rimase attiva fino al V secolo d.C.. Questo corpo militare si presuppone sia stato formato da Ottaviano per combattere Sesto Pompeo.