Rappresentazione artistica di un pianeta extrasolare. Crediti ESO.
Vi è maggiore probabilità nel trovare la vita nei sistemi planetari binari (ossia formati da due stelle) che nei sistemi formati da una sola stella, come il nostro.
Una stella in un sistema binario fa diminuire la radiazione solare dell’altra stella oltre che il suo vento stellare, creando di conseguenza un ambiente più ospitale per la vita. Oltre a questo farebbe aumentare le dimensioni della zona di abitabilità di un tale sistema planetario, ossia la zona dove l’acqua si trova allo stato liquido. Le due stelle tendono a smorzare la loro attività, in altri termini.
Questi sono i risultati presentati all’American Astronomical Society Meeting, lo scorso gennaio, da Paul Mason, astrofisica presso l’Università del Texas a El Paso. Questo studio ha visto l’uso dei dati della sonda Kepler della NASA per scoprire potenziali pianeti extrasolari abitabili in una regione della nostra Galassia, nella Costellazione del Cigno.
Sebbene 1786 di pianeti sono stati confermati tali al di fuori del nostro Sistema Solare (si veda l’Enciclopedia di pianeti extrasolari, Exoplanet.eu) e molti altri devono esserlo, nessun satellite al momento è stato confermato orbitare attorno ad uno di questi pianeti extrasolari. Mason e altri ricercatori stanno portando avanti calcoli teorici per determinare quali sistemi solari possano essere i migliori per ospitare satelliti potenzialmente abitabili.
Le stelle giovani attive e alquanto violente ruotano velocemente ed emettono radiazione e venti stellari che potrebbero interferire con l’abitabilità dei pianeti e dei satelliti vicini. Un sistema binario stretto può aiutare a diminuire questi effetti, dato che le due stelle sincronizzano le loro rotazioni.
Le stelle binarie esistono in un intervallo di configurazioni. Alcune sono così separate che un pianeta in orbita attorno ad una stelle è come un pianeta attorno ad una singola stella, mentre la stella compagna è così lontana che appare come un punto luminoso, quasi fosse una stella lontana e isolata, che non fa parte del sistema. Altri sistemi binari hanno le due stelle così vicine che si sincronizzano l’una all’altra con una velocità di rotazione che si mantiene elevata per miliardi di anni.
La ricerca di Mason si focalizza su un paio di stelle che orbitano l’una attorno all’altra tra 10 e 60 giorni terrestri, con un pianeta in orbita attorno a entrambe le stelle. Questi sono noti come sistemi circumbinari.Le stelle accoppiate vengono ad esercitare l’una sull’altra delle forze mareali che fanno diminuire la loro velocità di rotazione, la loro radiazione e il loro vento stellare rispetto a quello che avrebbero se fossero singole stelle. Venti stellari molto forti possono strappare via l’atmosfera di un satellite o un pianeta, lasciandolo esposto al bombardamento della radiazione, la quale può interferire con lo sviluppo della vita.
Allo stesso tempo, la luce combinata delle due stelle tende a far spingere il bordo della zona di abitabilità più indietro di quanto si avrebbe se vi fosse una singola stella. Spostare l’intera zona di abitabilità a distanze maggiori dalla stella riduce ulteriormente gli effetti negativi dalle stelle.
La zona di abitabilità in un sistema binario è un po’ più lontana, semplicemente perché si ha la luce di due stelle e non di una soltanto.
La distanza è importante perché se un orbita troppo vicino alla sua stella, la sua luna può venir strappata via completamente. “Più il pianeta si trova vicino alla sua stella, più piccola è la sua sfera di influenza” ha affermaro David Kipping, astronomo dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. “In sostanza, la stella strapperà il satellite se verrà a trovarsi troppo vicino” ha concluso. Kipping, coinvolto in questa ricerca, sta cercando esolune grazie al progetto The Hunt for Exomoons with Kepler .
L’allontanamento delle esolune ha anche delle implicazioni per le nane rosse, il tipo stellare più comune nella nostra Galassia. La zona di abitabilità intorno a questestelle più piccole e longeve è così vicina alla sua stella che l’attività stellareporta molti astronomi a pensare che i pianeti abitabili attorno a queste stelle sia piuttosto improbabile, anche se una recente ricerca ha fatto aumentare tale potenziale. In un sistema binario, portare più lontano la zona di abitabilità farebbe diminuire molti degli effetti negativi che limitano l’abitabilità intorno alle stelle più abbondanti.
Secondo Mason se il Sole avesse una stella compagna, l’aspetto del Sistema Solare sarebbe significativamente differente. L’acqua strappata dall’atmosfera di Venere sarebbe probabilmente ancora presente, il che renderebbe il pianeta potenzialmente abitabile.E La Terra sarebbe un pianeta più umido se fossimo stati parte di un sistema binario di stelle.
Fonte Discovery.com: Two Suns Could Boost Odds of Habitable “Exomoons” -http://news.discovery.com/space/alien-life-exoplanets/two-suns-could-boost-odds-of-habitable-exomoons-140503.htm
Sabrina