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Saudade*

Da Viadellebelledonne
saudade

 

  Forse  conviene lasciarsi accarezzare dai ricordi

magari solo quelli dell’infanzia e dell’adolescenza

come il mare lambisce discreto in assenza di vento

la battigia orlata di salsedine, meduse e gusci vuoti.

Il dopo è più rischioso, perché, smesso l’incantamento,

trasformata la crisalide in farfalla, l’abbaglio dei colori

non preserva dal rischio né dalla brevità del volo.

Prima, invece, è un vortice di sogni e fantasie

non esiste il vuoto, l’assenza, il disamore

o forse non se ne ha coscienza, anche se fa male:

angeli e fatine vegliano le rare notti insonni

vincono gli orchi e  i fantasmi del castello;

la vecchina è esperta e quieta, fila senza

pungersi il dito con il fuso e abita contenta

la più alta torre, senza uscire mai.

[Chissà che mangia, chissà che pensa.]

Il massimo è la bella addormentata, il suo sonno

di un secolo, la prigione di verde che cresce e soffoca

il palazzo, finché non giunge il principe e basta un bacio

il semplice sfiorare le sue labbra esangui, serrate

da cent’anni, che il sangue riscorre nelle vene

il fuoco si riaccende nel camino, lo spiedo riprende

a funzionare e tutti ritornano a mordere la vita,

soltanto un po’ storditi.

Più tardi i pensieri ronzano come api affannate

intorno all’alveare, intente a trasformare il nettare

dei sogni dell’infanzia nel miele di castagno

del primo aspro e sorprendente bacio

e nello stupore d’un’affinità d’ardente filigrana.

Anche l’autunno fiorisce gli albicocchi e stilla di luce

il filo teso del giorno sulla notte

il viaggio degli stormi migranti verso sud

la pioggia che lava il grigio dell’asfalto.

Perché gli adulti sono così seri e tristi?

 

*  termine portoghese che indica uno stato d’animo complesso, tra cui prevale il sentimento della nostalgia.



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