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Savage Beauty. Alexander McQueen a Londra

Creato il 20 maggio 2015 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra

"I am going to take you on journeys you never knew were possible. There is no way back for me now". Ed è questo senso del viaggio, dell'entrare nella mente di un creatore straordinario come Alexander McQueen, che fa di "Savage Beauty" una mostra diversa da ogni altra dedicata alla moda. Dal MoMA al Victoria and Albert, per la mostra dell'estate.

NASCITA E MORTE DI UN ARTISTA
Nato a Lewisham e cresciuto nell'East End, Alexander "Lee" McQueen (1969-2010) è il figlio di un taxista e di un'insegnante che sin da bambino vuole creare abiti. Lasciata la scuola all'età di quindici anni, diventa apprendista in Savile Row, il tempio della moda maschile britannica, prima di trasferirsi a Milano per un breve periodo per lavorare da Romeo Gigli. A Londra, dove era tornato nel 1992, completa quasi per caso un master in Fashion Design alla Saint Martin's School of Art dove era approdato cercando un lavoro, ufficializzando così la sua metamorfosi da sarto altamente competente e creativo a stilista di moda. Diventa direttore creativo di Givenchy al posto di John Galliano nel 1996, a soli 27 anni (dove rimarrà tra alti e bassi fino al 2001) e vince il British Designer of The Year, il premio come migliore stilista inglese dell'anno, per quattro volte. La sua carriera sembra inarrestabile ed è all'apice del successo quando nel 2010, a soli quarant'anni e devastato dalla morte della madre che adora, McQueen si toglie la vita lasciando di sasso il mondo della moda.

LA MOSTRA AL VICTORIA AND ALBERT
Ora la grande retrospettiva del MoMA di New York, che nel 2011 ha visto la folla attendere pazientemente in fila per ore, è arrivata al Victoria and Albert Museum, più grande e più ricca che mai. E con una sala dedicata a Londra, città e musa di McQueen, che ospita i dieci pezzi della sua collezione di laurea del 1992, intitolata Jack the Ripper Stalks His Victims. " Ho passato molto tempo a imparare come costruire abiti," amava ripetere lo stilista. " È importante se poi li si vuole smontare".
E basta guardare le sue creazioni, che combinano storicismo e modernità e infrangono ogni regola pur mantenendo intatte le tecniche sartoriali tradizionali, per capire di cosa stesse parlando. I suoi abiti sconfinano nell'arte e nel teatro e ricordano le opere di un altro enfant terrible britannico, Damien Hirst. Non a caso, visto che per età ed esperienze, McQueen era vicino a molti degli YBAs, i quelli della " Sensation Generation" degli Anni Novanta. Non solo lo stilista esplora lo stesso territorio artistico di Hirst, Tracey Emin e dei fratelli Jake e Dino Chapman, ma li frequenta, compra le loro opere e soprattutto condivide la loro volontà di stupire. [...]

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