Ci sono quei giovani che fondano Malgrado tutto, piccolo giornale simbolo di un timido riscatto sociale, e quelli invece che si arruolano nelle fila degli Stiddari o dei Coda chiatta di Zì Fofò, nomignolo dell’anziano padrino del paese fin troppo ossessivamente ricorrente. Alla profonda, anche se ingiustamente minore interpretazione de “l’Anima del paese” di Vitalba Andrea, si contrappone quella decisamente più inquietante de lo “Stasimo della terra” (Nancy Lombardo). Ruolo centrale occupa il duplice omicidio di Diego Digati e di Salvatore Gagliardo del 23 febbraio 1991 magistralmente narrato dal Pirrotta: questa è la cosiddetta “stagione del raccolto rosso” dove il “sangu chiama sangu”, sia che si tratti di fratelli da vendicare o da uccidere.
Protagonisti del comune desiderio di vendetta sono i due fratelli dei morti ammazzati che, dapprima uniti dal lavare col sangue l’offesa subita, in seguito si ritrovano dopo anni su fronti contrapposti: Maurizio Digati (Giampaolo Romania) diventa capomafia e prende le redini della cosca regalpetrese dopo essersi sbarazzato dell’anziano Zì Fofò, al quale si contrappone “Il giocattolaio di Johannesburg” Ignazio Gagliardo interpretato da Marcello Montalto che, abbracciando la via del pentitismo, è costretto a riparare all’estero. Il dialogo tra i due ex ragazzi ormai diventati adulti che si ritrovano nuovamente insieme è una delle scene più interessanti dello spettacolo; un po’ azzardata invece la scelta dei costumi dei due, eccessivamente carnevaleschi. Ancora una volta Vincenzo Pirrotta è riuscito a coniugare perfettamente tradizione e modernità della sua amata Sicilia con la passione per la sperimentazione, soprattutto con il suo consueto impegno vocale mediante l’utilizzo di diversi registri espressivi. La sua presenza scenica è stata garanzia di forte emozione per gli spettatori che gremivano il Teatro. Pirrotta si conferma, ormai a pieno titolo, una delle personalità più poliedriche dell’attuale panorama del teatro italiano.
I quattro scatti inseriti nell’articolo sono stati gentilmente concessi dal Teatro Stabile di Catania – Fotografie di Antonio Parrinello
Quei ragazzi di Regalpetra
di Gaetano Savatteri e Vincenzo Pirrotta
Regia: Vincenzo Pirrotta – Scene e costumi: Giuseppe Andolfo – Luci: Franco Buzzanca – Musiche composte e orchestrate da: Luca Mauceri
con Vincenzo Pirrotta, Vitalba Andrea, Andrea Gambadoro, Nancy Lombardo, Marcello Montalto, Salvatore Ragusa, Giampaolo Romania, Luca Iacono, Marina La Placa, Nicola Notaro, Ramona Polizzi, Lucia Portale, Clio Scirà Saccà, Valerio Santi, Giorgia Sunseri
Orchestra Giovanile Bellini dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini di Catania
(direttore Giuseppe Romeo, violino I Rossana Nicosia, violino II Gemma Raneri, viola Salvatore Nicotra, violoncello Bruno Crinò, contrabbasso Carmelo La Manna, flauto Chiara Antonia Maucieri, oboe Francesca Scavo, clarinetto Concetta Sapienza, tromba Andrea Pappalardo, trombone Giuseppe Consiglio, percussioni Alessio Carastro, pianoforte Sergio Leone)
Produzione: Teatro Stabile di Catania
Catania, Teatro greco-romano, dal 16 al 26 giugno 2011