Giusto per restare in tema d’attualità e concedere diritti di replica a chiunque, vorrei tanto poter sapere quante interviste ha concesso il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, al “Financial Times”; no, perché l’interesse e la validità per le cose che si dicono si misurano anche in termini di popolarità e soprattutto per le persone che raggiungono. Sfruttare la popolarità di un Roberto Saviano o di un Fabio Fazio, approfittare del palcoscenico che i due si sono duramente guadagnati è prassi consolidata per i politici del nostro paese e oserei dire di quelli della Lega in particolare. Di certo c’è che Saviano viene intervistato in una località segreta da John Lloyd giornalista principe del quotidiano economico inglese e gli si chiedono pareri a 360 gradi: sulla politica (dove Saviano non entrerà mai), sulla sua vita da blindato e sull’aiuto morale che un altro “condannato a morte” Salman Rushdie ha profuso nei riguardi dello scrittore casertano. Il colpo di grazia però, arriva con la notizia che il Comune di Desio proprio nelle stesse ore in cui Saviano concedeva l’intervista , veniva sciolta per infiltrazione mafiosa. A questo punto sempre l’impegnato Ministro degli Interni , Roberto Maroni, che lo ricordiamo si era stracciato le vesti quando Saviano in una puntata di “Vieni via con me” aveva denunciato il pericolo ndrangheta al Nord, dovrebbe quantomeno avere pari diritto di replica e spiegare agli stessi ascoltatori del programma come mai una amministrazione controllata da consiglieri della Lega Nord costretti a dimettersi dopo essere stati al governo di un’amministrazione “mafiosamente infiltrata” si sia fatta persuadere da loschi figuri di mafia e forse una buona volta chiedere pubblicamente scusa non farebbe male a nessuno.
Giusto per restare in tema d’attualità e concedere diritti di replica a chiunque, vorrei tanto poter sapere quante interviste ha concesso il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, al “Financial Times”; no, perché l’interesse e la validità per le cose che si dicono si misurano anche in termini di popolarità e soprattutto per le persone che raggiungono. Sfruttare la popolarità di un Roberto Saviano o di un Fabio Fazio, approfittare del palcoscenico che i due si sono duramente guadagnati è prassi consolidata per i politici del nostro paese e oserei dire di quelli della Lega in particolare. Di certo c’è che Saviano viene intervistato in una località segreta da John Lloyd giornalista principe del quotidiano economico inglese e gli si chiedono pareri a 360 gradi: sulla politica (dove Saviano non entrerà mai), sulla sua vita da blindato e sull’aiuto morale che un altro “condannato a morte” Salman Rushdie ha profuso nei riguardi dello scrittore casertano. Il colpo di grazia però, arriva con la notizia che il Comune di Desio proprio nelle stesse ore in cui Saviano concedeva l’intervista , veniva sciolta per infiltrazione mafiosa. A questo punto sempre l’impegnato Ministro degli Interni , Roberto Maroni, che lo ricordiamo si era stracciato le vesti quando Saviano in una puntata di “Vieni via con me” aveva denunciato il pericolo ndrangheta al Nord, dovrebbe quantomeno avere pari diritto di replica e spiegare agli stessi ascoltatori del programma come mai una amministrazione controllata da consiglieri della Lega Nord costretti a dimettersi dopo essere stati al governo di un’amministrazione “mafiosamente infiltrata” si sia fatta persuadere da loschi figuri di mafia e forse una buona volta chiedere pubblicamente scusa non farebbe male a nessuno.
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