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Savina Caylyn: così vivono 5 italiani in mano ai pirati somali.Una telefonata dall’inferno

Creato il 27 ottobre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Savina Caylyn: così vivono 5 italiani in mano ai pirati somali.Una telefonata dall'infernoUna telefonata dall’inferno. Cosi sembra ascoltando Chi l’ha visto e sopratutto le parole di Antonio Verrecchia, direttore di macchina della ‘Savina Caylin” in mano ai pirati somali. “Ho subito legature, l’incaprettamento, una bastonatura. Per ora sopravvivo ma non so quanto possiamo andare avanti. Siamo tutti il giorno seduti sotto minacce di armi”. ”A bordo siamo solo io ed Eugenio Bon, gli altri tre sono ancora a terra”,(Giuseppe Lubrano Lavadera, di Procida, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, di Procida e Gian Maria Cesaro, allievo di coperta, di Piano di Sorrento ndr). A terra, secondo il marinaio la vita è  ”cento volte peggiore che a bordo. Dormono sulla sabbia, bevono acqua piovana, mangiano pane cotto sulla sabbia e qualche fagiolo passato dai pirati”. Verrecchia aggiunge che “i pirati sono arrabbiati perché il negoziatore della compagnia da due settimane non si fa sentire deludendo le loro aspettative”.

Non solo questo, se non lo si avesse ancora capito come si vive nell’inferno dei sequestri ecco che Verrecchia sottolinea:  ”sono frequenti i casi di dissenteria, malattia della pelle, problemi alle articolazioni, stress, crisi da panico e insonnia”. Nella stessa telefonata un altro dei marinai, Eugenio Bon dice che “ogni volta che si avvicinano o navi militari o un elicottero in perlustrazione per noi sono problemi grossi, prendiamo botte, violenze, insulti. Insomma questo è lo stato attuale dei 5 concittadini italiani abbandonati dal Governo in mano ai Pirati somali.


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