L’importantissima vittoria contro la Vigor Lamezia ha costituito un vero e proprio toccasana per il morale biancoscudato, una iniezione di fiducia in un ambiente sconfortato dai troppi risultati negativi susseguitisi in questa stagione. Il cambio tecnico e societario sembra aver dato i frutti sperati, anche se è ancora troppo prematuro emettere giudizi. Fondamentale in tal senso è stato il primo passo rappresentato dal ritorno in plancia di comando dell’ architetto Quirico Manca che dopo il fallimento della gestione Maglione (scelte di mercato sbagliate e gestione tecnica alquanto sprovveduta, con calciatori messi sotto contratto con ingaggi troppo elevati rispetto alla reale disponibilità delle casse societarie), ha affidato la ricostruzione del nuovo Savoia al consulente di mercato Eupremio Carruezzo, un ex mai dimenticato dai tifosi e ancora molto legato a questa piazza che ha contribuito a lanciarlo nel calcio che conta. Si è cominciato dunque subito a scandagliare il mercato alla ricerca di quei calciatori con le giuste qualità tecniche e soprattutto caratteriali da inserire nel nuovo puzzle. In questa delicata situazione, è vietato sbagliare e non sono ammessi errori perché una volta suonato il gong finale da Milano, non ci sarà più possibilità di tornare indietro. La linea direttiva che si è deciso di seguire è di colore senza dubbio verde, con l’innesto in prestito di giovani di belle speranze quali Saric, Partipilio, Cornacchia e Mercadante a cui si è aggiunta l’esperienza del centrale difensivo Riccio. Ancora troppo poco comunque per poter dare un voto all’operato dell’ex bomber oplontino il cui cellulare in questi giorni starà sicuramente bollendo. Mancano difatti ancora almeno tre o quattro innesti soprattutto nel settore nevralgico del campo per poter dare corpo e forma a questa nuova creatura, dunque assolutamente comprensibile che sabato scorso nella gara contro i calabresi, sia balzata agli occhi degli addetti ai lavori la mancanza di gioco e di amalgama. Un giudizio tuttavia si può già esprimere in questi primi 180’ minuti della nuova era “Manca 2”: la scelta del nuovo timoniere che dovrà cercare di condurre i bianchi nel porto sicuro della salvezza. In una piazza calda come Torre Annunziata ed in una situazione così complicata come questa, non si potevano non consegnare le chiavi della macchina ad un guidatore esperto, combattivo nonché preparato come Aldo Papagni. Da quando si è accomodato due settimane fa sulla sua nuova postazione, l’ex allenatore del Taranto ha accumulato ben quattro punti in due partite, sicuramente tanti se paragonati in percentuale a quelli racimolati da Bucaro (7 in 10 partite) e da Ugolotti (6 in 9 match) anche se il vero dato positivo non è sicuramente rappresentato dai risultati bensì dall’atteggiamento mostrato in campo dalla squadra nell’arco dei novanta minuti. Mentre il Savoia dei suoi predecessori, si dissolveva come neve al sole alle prime difficoltà ed una volta passato in svantaggio, non riusciva più a recuperare, il suo si e’ sin da subito distinto per grinta e voglia di combattere, recuperando e ribaltando due gare che sembravano perse. C’era bisogno di un comunicatore, un vero e proprio psicologo capace di dialogoare con i propri calciatori oltre a trasmettergli la giusta tranquillità ed in questo il tecnico biscegliese sembra essere l’uomo giusto. Per il gioco, ci sarà invece sicuramente tempo; per quello bisognerà pazientare ancora un po’ ma qualcosa la si è già intravista,soprattutto nelle seconde frazioni di gioco dove c’e’ stata una maggiore ricerca del fraseggio palla a terra da parte di Scarpa e company. Papagni si è probabilmente accorto che la squadra difetta di qualità sia nella zona nevralgica del campo (serve ancora un elemento in grado di pulire i palloni davanti alla difesa) sia nello stesso reparto difensivo dove mancando il perno Rinaldi, non si dispongono di uomini in grado di lanciare gli attaccanti e sta cercando dunque di correggere lentamente questo difetto. Nel primo tempo della partita contro la Vigor Lamezia, sono state difatti create pochissime occasioni da rete perché ci si ostinava a cercare l’isolato Corsetti con lanci lunghi dalle retrovie ma al rientro dagli spogliatoi la situazione è mutata;basti pensare che i bianchi sono andati in rete non appena hanno finalmente cominciato a dialogare nello stretto ed è arrivato anche il primo goal dell’ariete Cipriani a cui si sono visti fare dei movimenti nuovi. Probabile influsso proprio di Papagni, che gli avrà chiesto all’occorrenza anche di aggredire gli spazi. Il cammino da qui alla fine, è sicuramente ancora lungo ed irto di ostacoli ma se il Savoia metterà in campo lo stesso spirito di sacrificio di queste ultime settimane, la salvezza non rappresenterà più solo un miraggio.