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Savoir fare.

Da Marlenetrn

Ovvero il mondo è bello perché è vario. Pazienza.
Sono troppo curiosa  per potermene stare sola soletta nel mio acquario. Ho troppe idee che premono sul cervelletto per lascierle li a farmi scoppiare la testa. Ma mi scoccio in fretta e sono molto pigra. Me ne starei tranquillamente ore a guardare il soffitto di casa, stravaccata sul divano a non fare nulla. Da sola. Ma poi mi stanco presto anche a fare quello. Faccio elenchi di bullet ponit che poi non spunto mai. Perché mi scoccio, perché c'è sempre tempo. Infatti sono proprio il tipo che lavora bene sotto pressione. Per me il detto "non aspetti tempo chi ha tempo" non ha nessuna valenza. Chi ha tempo lo usi come meglio crede, quando poi comincia a mancare bhè è il momento di darsi da fare. Ma non ditelo in giro, perché il realtà, il mio secondo nome è precisione. E se una cosa la devi fare o la fai bene o non ti avviare proprio. 
Insomma io sono così, ma tu sei coli, e lui e colà. Ogni persona è come è, e nessuno ha il diritto di dire se è sbagliato essere in modo o in un'altro. Bisogna essere complementari, incastrarsi se ci si riesce o volgere lo sguardo altrove se non va. Nessuno è perfetto. Il mondo non è fatto ad immagine e somiglianza nostra e bisogna farsene una ragione. Ho ti adegui al mondo o ti adegui al mondo. A cambiarlo ci puoi provare, ma fine ad un certo punto. non puoi puntare una pistola alla tempia di qualcuno ed obbligarlo a comportarsi in una certa maniera. Forse si. Ma non sempre. 
Certo il senso civico è in ognuno di noi, ma in alcuni è innato, in altri sboccia lentamente, in altri resta abbozzato senza mai svilupparsi. E qui puoi provarci a ragionare ma se non è cosa non è cosa. Questo per dire che non si può sempre andare d'accordo con qualcuno, e nemmeno puoi obbligare qualcuno ad andare d'accordo con te e bisogna farsene una ragione, rilassare l'animo  e non farsene una malattia. Vivi e lascia vivere. Il mio mondo sono io poi gli altri sono liberi di fare come meglio credono. 
Filosofia spicciola di chi ha imparato a non dar retta a voci e dicerie, per cui contano i fatti e che ha imparato ad andare dritto per la sua strada da sola, senza aspettare necessariamente che gli altri capiscano e scelgano di seguirla. Che ha imparato a fare parlare i risultati. Perché la civile convivenza parte da una civile autoanalisi di se stesso e finchè sto bene con la mia coscienza non avrò nulla da dover dimostrare a nessuno. Dimostrare necessariamente agli altri di che pasta si è fatti è uno spreco inutile, se vali qualcosa lo si capisce subito. Se no vali niente uguale. 
Non centra nulla con quello che ho scritto ma oggi ho fatto una "specie" di colloquio di lavoro, un lavoro nuovo tanto per cambiare, nel quale non saprei da dove cominciare ma che non mi spaventa perché ho fame di imparare e qualsiasi cosa va bene. Ho fatto due chiacchiere con uno che solo il nome incute timore reverenziale ma che mi ha detto, dopo un pò di domande " ma perché vuoi fare questo lavoro, sei troppo qualificata, per stare qui" avrei voluto dirgli che difficilmente ti danno modo di farti conoscere prima di assumerti, che a parlare sono quasi sempre dei fogli di carta anonimi, che dicono tanto e non dicono nulla allo stesso tempo. Non mi ha detto se lavorerò o meno ma mi ha dato un altro appuntamento e se ho letto bene nel suo atteggiamento a in mente altro da farmi fare "alla mia altezza".
Insomma, occupatevi di voi stessi, dei vostri cari, alimentate le amicizie vere e non sprecatevi a cercare di capire il perché del comportamenti di certe persone, poverine, non sanno cosa si perdono sprecando tempo a prendersela con tutto e con tutti.
Song: Radiohead - high&Dry

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