Si apre la trasmissione ed ecco, in mancanza di Crozza, una serie di cartelli che mostrano quanto dovranno pagare in più gli italiani l’anno prossimo. La scelta delle fasce di reddito è tale da nascondere in parte la regressività della manovra, ovvero il fatto che chi ha un reddito alto paga in proporzione di meno rispetto a chi gode di redditi minori. Ma pazienza , mica si può essere troppo cattivi con i salvatori, veri e soprattutto presunti, anche se questo certo non può sollevare l’umore di chi vorrebbe chiarezza.
Per fortuna la cartellonistica di emergenza ha lasciato il posto allo stacco pubblicitario in cui è stato mostrato cosa non compreremo per Natale. Al ritorno doveva cominciare la discussione, ma Floris ha riservato una sorpresa: per “completezza dell’informazione” il conduttore ha tirato fuori nuovi cartelli in cui erano mostrate le cifre desolanti che riguardano la Grecia e ha esplicitamente detto che questo comunque serviva a capire dove si può andare a finire senza dolorosi provvedimenti.
Tutto perfetto se non fosse che la situazione della Grecia scritta e descritta con tanto allarme è precisamente quella che c’è dopo le molte manovre draconiane imposte dall’Europa e che seguono la filosofia che regna anche a Roma. In questo modo un oggettivo elemento di preoccupazione per le ricette recessive che si stanno attuando, peraltro al centro di generalizzate e violente critiche nei confronti dell’opera della Ue, della Bce e della Merkel, si è trasformato in una specie di tappeto rosso sul quale far camminare i provvedimenti montiani.
Spero solo che Monti non abbia trovato il suo Fede, anche se il cinismo complessivo dell’ensemble governativo per ora spaccia speranza senza carità.